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 Home page > Attualità > Scienza e Tecnologia > L’UE si oppone al grande fratello pubblicitario inglese

L’UE si oppone al grande fratello pubblicitario inglese

Il Governo inglese, dopo gli attacchi terroristici di Londra del Luglio 2005, non ha mai perso occasione per sbandierare il monitoraggio orwelliano, in nome dell’unico collante in grado di creare ancora il consenso generale dei cittadini dopo il disfacimento degli Stati-Nazione: la sicurezza.

In questo caso però, l’accusa che viene dall’UE riguarda un monitoraggio differente e cioè quello del behavioral advertising, la pubblicità su misura.

Il caso inglese parte da un accordo messo in atto tra Phorm, un network pubblicitario, e alcuni provider del Regno Unito, tra cui British Telecom e Virgin.

L’accordo prevede che i fornitori di accesso comunichino i log degli utenti a Phorm, il quale è poi in grado, grazie a queste informazioni, di proporre pubblicità su misura ai navigatori.

Dall’UE erano già arrivati differenti ammonimenti per sollecitare al Governo inglese una regolamentazione di questo tipo di procedura, la quale senza la presenza di specifiche authority nazionali e leggi aggiornate in materia di privacy collide, come nel caso britannico, con le direttive europee.

Non solo: sarebbe infatti emerso che nel 2006, British Telecom avrebbe iniziato a testare la piattaforma tecnologica senza informare gli utenti e quindi senza richiedere il loro consenso.

L’UE, rimasta inascoltata, ha deciso dunque adesso d’intervenire, avviando una procedura formale d’infrazione nei confronti del Governo inglese, che potrebbe portarlo di fronte alla Corte di Giustizia europea.

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