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L’MPA di Raffaele Lombardo dice NO alla riforma Gelmini

Sulla politica scolastica si registra la prima crepa nella maggioranza di governo. A dire il vero è una piccola crepa causata dall’alleato minore, l’MPA del governatore della Sicilia Raffaele Lombardo. La “rottura” è avvenuta in Commissione Cultura, dove il rappresentante del Movimento per l’Autonomia siciliano, Latteri non ha votato, si è astenuto: “questo decreto apporta solo modifiche parcellari a una riforma che dovrà darci un modello nuovo di scuola, senza avere una visione complessiva dei problemi.
E poi mentre il nostro obiettivo è la qualità dell’insegnamento, ci viene invece imposto dall’alto un modello senza alcun confronto né politico, né culturale”. “Le nostre perplessità derivano anche dal fatto che le modifiche più sostanziali, quelle contenute nell’art.4 sul maestro unico – prosegue Latteri - , sarebbero applicate solo a partire dal prossimo anno scolastico.


Infine - conclude Latteri - temiamo gravi ricadute occupazionali su tutto il territorio nazionale e, in particolare, nelle zone più svantaggiate del sud”. Mentre Arturo Iannaccone, sempre dell’MPA, ha dichiarato: “Ho incontrato il ministro dell’Istruzione e le ho fatto presente le preoccupazioni del presidente della Regione Sicilia e di tutto l’Mpa - dice Arturo Iannaccone - per i tagli dei posi di lavoro che seguiranno all’applicazione della sua riforma. Per tutta risposta il ministro ha scrollato le spalle dimostrando così una sconcertante indifferenza per gli oltre 15000 insegnanti che, nella sola Sicilia, rischiano di ritrovarsi senza lavoro”.
Ma non si limita solo a questo, Iannaccone aggiunge: “ se fosse approvata cosi’ com’e’, ci ritroveremmo dinanzi ad un nuovo caso Alitalia con migliaia di insegnanti che rischiano di perdere il proprio lavoro. Una riforma che, anziche’ porsi l’obiettivo di superare l’emergenza educativa che vive la scuola italiana, si preoccupa esclusivamente di esigenze di bilancio. Noi dell’Mpa ci batteremo affinche’ cio’ non accada e affinche’ il Sud non debba essere nuovamente penalizzato”. I precari e gli insegnanti delle elementari adesso in Parlamento, seppur piccolo, hanno un alleato in più.

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