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L’Italia sempre più provincia marginale dell’Impero. E’ necessario e vitale opporsi alle guerre e difendere Pace e democrazia

La cronaca di queste ore mostra ancor di più quanto sia necessario e vitale uscire dall’Impero militarista e guerrafondaio, difendere la democrazia e la Pace. Il 12 marzo nuova grande mobilitazione in tutta Italia

Il quadro completo delle notizie sui quattro operai italiani che erano stati rapiti in Libia, due liberati e gli altri due uccisi, è ancora frammentario e nebuloso. Ma quel che sappiamo è sufficiente per pesanti riflessioni, essendoci già importanti punti fermi.

C’è stato uno scontro a fuoco con i rapitori dei 4 connazionali senza che il Governo Italiano sapesse nulla. Ancora fino a ieri sera, fonti italiane dicevano solo di sapere che Pollicardo e Calcagno erano vivi, e non in mano all’ISIS. Da quanto dichiarato intervistato da colleghi, il giornalista de La Stampa Domenico Quirico, grazie a suoi contatti sul territorio, ha avuto la notizia molto prima di qualunque conferma avuta dalla Farnesina. Non è la prima volta che ci sono azioni militari che coinvolgono civili connazionali e le autorità italiane non vengono messe a conoscenza tempestivamente dei fatti. Non dimentichiamoci che l’Italia fu informata solo mesi dopo che un drone USA aveva ucciso Giovanni Lo Porto, ma non è l’unico caso. Tornando alle ultime settimane, Regeni è acclarato sia stato rapito e assassinato da forze organiche agli apparati repressivi egiziani. Fino al ritrovamento del corpo nulla è stato riferito allo Stato Italiano. E, dopo, versioni di comodo si sono intervallate da parte di veline e alti rappresentanti del regime militare egiziano. Verità anche offensive per la memoria di Giulio. Ma lo Stato Italiano è apparso interessato soprattutto a tutelare gli interessi geo-strategici ed economici, come ha ben argomentato Antonio Moscato, accettando un comportamento egiziano che la verità la insabbia e non cerca. 

Calcagno e Pollicardo sono ora “sotto tutela” del Consiglio militare di Sabrata. Vorrebbero tornare urgentemente in Italia ma ad ora non sappiamo quando potrà avvenire. Lo stesso Centro di informazione di Sabrata ha diffuso un biglietto scritto a mano da Pollicardo in cui informa sulla sua liberazione. La data è quella di sabato 5 marzo. Secondo il sindaco della città libica nella quale erano stati rapiti la liberazione è avvenuta dopo “dopo irruzioni in diverse case a seguito di informazioni ricevute” lunedì scorso, mentre lo scontro di fuoco in cui hanno perso la vita Failla e Piano è avvenuto giovedì.

Secondo notizie di stampa, italiana ed estera, almeno dallo scorso 10 febbraio il Governo Italiano, senza alcun passaggio parlamentare, ha stabilito l’invio di truppe in Libia. Mentre dalla base aerea di Sigonella già partono droni USA verso la Libia. Ma non è la prima volta che accade, per la strage del Cermis ingiustizia fu fatta nel totale silenzio (o quasi) italiano. Senza dimenticare quel che è accaduto ad Emergency nel 2007, quando il direttore dell’ospedale di Lashgar-Kah fu rapito e torturato dai servizi segreti di Karzai.Per la nuova guerra l’Italia è stata coinvolta, per le sorti dei propri concittadini no. L’Italia ospita decine di atomiche, basi come il Dal Molin di Vicenza, ha ospitato mega esercitazioni militari come il Trident Juncture 2015. Senza mai dimenticare il costruendo MUOS nella Sicilia sempre più al centro dell’apparato bellico USA. Una costruzione, quella del MUOS, che sta vedendo una fortissima opposizione popolare che ha avuto anche diverse vittorie nelle aule di tribunale. Ma il Ministero della Difesa e lo Stato Italiano appaiono sempre più schierate contro le ragioni del movimento, così come la “grande stampa nazionale” che continuamente ospitano editoriali ed articoli in cui si sostiene che il MUOS sarebbe cosa buona e giusta e rappresenterebbe uno scudo per difendere l’Italia.

Tesi che continuano ad essere sponsorizzate nonostante i fatti dimostrano sempre più che non è così e che, anzi, il MUOS metterà in pericolo la sicurezza e la salute dei cittadini siciliani. Meno di un anno fa la console USA a Napoli ha dichiarato alla stampa che se “gli ostacoli” (ovvero l’opposizione della popolazione e le sentenze sfavorevoli al mega impianto a stelle e strisce) continuavano ci sarebbe stata “meno pazienza”. Praticamente vere e proprie minacce contro l’esercizio di un diritto democratico, sancito dalla Costituzione Italiana e dai trattati internazionali. 8 mesi dopo non si hanno ancora reazioni e proteste ufficiali dall’Italia.

Hanno proclamato guerre per una presunta “esportazione della democrazia”. In realtà importano continuamente guerra e oppressione in casa, nel cuore dell’Europa. Ulteriore dimostrazione è stata la “risposta” della Francia ai due attentati dell’anno scorso, arrivata a proclamare uno stato di eccezione, denunciato da movimenti e organizzazioni sociali come una vera e propria sospensione della democrazia. Il 12 marzo l’Italia sarà attraversata da una nuova mobilitazione contro le guerre e in difesa della democrazia. Viviamo in uno Stato sempre più periferia marginale dell’Impero, utile solo come base militare e fornitore di truppe. La democrazia e il rispetto dei cittadini invece non hanno cittadinanza per lor signori. E’ per questo doveroso, necessario e vitale scendere in piazza per uscire dall’Impero guerrafondaio e militarista, per un futuro democratico e di Pace.

Piccola postilla finale: in queste ore telegiornali e quotidiani stanno dando ampio spazio ancora una volta alle destre, commentando l’uccisione dei due italiani in Libia, urlano di immigrazione, di truppe italiane da mandare in Libia, di chi non muove un dito contro l’Isis ecc. ecc. Ma finora dall’Italia a combattere l’Isis, e a schierarsi con il popolo kurdo (l’unico finora a combattere realmente, ed infatti l’ha pure sconfitto, l’Isis), ci sono state solo quelle che loro definiscono sprezzanti “zecche rosse” …

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