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L’Europa ora ha paura dell’Italia

Oggi il debito pubblico dell’Italia ha superato i 2.022 miliardi di euro! Colpa di uno Stato alla deriva, un governo tecnico che ha fallito il suo compito o di Berlusconi?

 

Non importa, quel che conta ora è che abbiamo fallito ogni obiettivo.

Adesso, all’Europa, l’Italia fa paura, e non è un timore riferito all’esito del voto che si dice abbia consegnato il paese all’incertezza e all’ingovernabilità, bensì perché ha dimostrato che le cose dovranno cambiare. E dovranno cambiare in fretta!

In Grecia, dopo la prima elezione, ne è seguita subito un’altra, l’esito finale è stato un governo "gradito" all’Europa, ma dalle conseguenze folli: la povertà totale. In Spagna hanno vinto i popolari di Rajoy con l’obiettivo di dichiarare guerra alla profonda crisi. Guerra che non è ancora stata vinta, anzi. L’Italia è vicina alla Spagna e alla Grecia, non tanto per amicizia e fratellanza fra popoli, bensì perché condivide con loro, alla pari, la recessione e il disastro economico e sociale di questi tempi. Ma, a differenza di Spagna e Grecia, in Italia non ci sono movimenti sovversivi, rivolte di piazza e scontri con la Polizia da parte di un popolo affamato e sull’orlo di una crisi esistenziale, tra l’altro, mai registrata nei secoli così profonda.

L’Europa ha paura dell’Italia perché la rivoluzione degli italiani è stata compiuta all’interno delle urne.

Tutti noi siamo abituati a vedere le cose nella maniera sbagliata: c’è chi dice che è sbagliato aver votato destra o sinistra, oppure aver votato Berlusconi o Grillo, o questo o quello. A sentire i grandi commentatori politici, mai una volta che ne combiniamo una giusta. Il problema è che siamo abituati a sbagliare, e sbagliamo anche ora. Esiste un Parlamento, esistono gli eletti, esiste la Costituzione, quindi, esiste la soluzione. Non so quale sia, ma esiste. Non accontentiamoci di quello che ci propinano, siamo andati a votare, e noi non abbiamo sbagliato, forse sono di altri gli errori, per cui, rimedino senza attendere oltre.

Anche andare a rivotare cosa cambierebbe? Renderemmo più governabile il paese o il risultato risulterebbe identico?

Andare nuovamente alle urne con questa legge elettorale significa ripetere l’errore, altri simboli nasceranno, altre liste si metteranno in mezzo a destra e a sinistra e altre incognite si presenteranno ai nostri occhi. Noi, cittadini, andremo ancora a votare gli stessi di adesso, o cambieremo di poco. Il risultato sarebbe ancora peggiore. Approfittiamo del momento topico, ora esiste la soluzione di un’Europa che ha paura dell’Italia, noi possiamo essere l’esempio per altri paesi di un’Europa ormai superata e al soldo di una Germania oppressiva, come in altri tempi oscuri. Ora l’Europa ha paura che, quanto successo da noi, succeda anche altrove.

Perché c’è una labile speranza che per cambiare questa Europa serva proprio una “rivoluzione” come quella elettorale in Italia. Ecco, allora, che abbiamo fatto la cosa giusta!

Il PD ha trasmesso la direzione nazionale in streaming, i grillini si sono presentati fra loro in streaming e anche il PDL si è "autocastrato" davanti al Tribunale di Milano in streaming. Oggi c’è più trasparenza di ieri, e questo è già un cambiamento. Almeno oggi sappiamo che c’è un problema d’ingovernabilità mentre prima, quando c’era Monti, che contava su larghe maggioranze, quasi bulgare, non sapevamo nemmeno che eravamo messi così male. Infatti, fino a pochi mesi fa Monti diceva che c’è la "luce in fondo al tunnel."

E oggi ci lamentiamo dell’ingovernabilità?

Ecco la luce in fondo al tunnel! La speranza che il cambiamento abbia inizio, indipendentemente dalle difficoltà.

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