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L’Aquila, qual è l’identità del contesto: bunga bunga o arte contemporanea?

Tre eventi di arte contemporanea si svolgeranno nel centro storico del capoluogo distrutto, “per ridare uno slancio dal punto di vista artistico ad un luogo che è sempre più abbandonato e dimenticato”. Con queste parole Simona Iavone (PD) ha illustrato ieri mattina in conferenza stampa presso il bar Nero Caffe, gli appuntamenti che fanno parte dell'evento “L'Aquila l'identità del contesto”, a cura di Francesca Referza e Maria Rosa Sossai, organizzato dal Dipartimento Cultura PD.

Ogni opera è frutto del lavoro di artisti che parlano un unico linguaggio, quello dell'arte contemporanea, “un linguaggio particolarmente utile alla città e anche fortemente politico” - afferma Francesco Verducci responsabile del Dipartimento Cultura PD - “perché attraverso le istallazioni nel corpo vivo della città si coinvolgono e risvegliano i cittadini”.

Per mettere in evidenza “la discrepanza tra l'immagine che l'Italia ha della città e la realtà vera”, dice la curatrice dell'evento Francesca Referza, il progetto si articola in tre esibizioni. La prima “Il Mostro di Castelvecchio”, domenica 15 maggio ore 18:30 a P.zza Duomo, di stampo “festoso-ludico-popolare” è un'opera della veronese Anna Galtarossa e prevede la passeggiata di un 'mostro' per la città. La seconda “Mattoni”, sabato 25 giugno ore 18:30 in centro storico, invece di stampo più politico è frutto del lavoro del salentino Francesco Arena che propone il parallelismo tra la città bombardata e la città distrutta da traumi naturali, come L'Aquila. Il terzo evento “Progetto per L'Aquila 001” è della livornese Margherita Moscardini, giovane artista che, con un approccio poetico-documentaristico, riproduce in 7 punti della zona rossa le visioni che lei ha avuto venendo all'Aquila. Quest'ultimo appuntamento è previsto per il 9 luglio alle ore 18:30, proprio nell'ambito della Festa Democratica della Cultura, che si svolgerà dal 5 al 10 luglio 2001 come l'anno scorso all'Aquila, scelta che per il responsabile del Dipartimento Cultura Francesco Verducci “rivela la priorità che il PD da alla ricostruzione dell'Aquila”. La Festa Democratica vuol essere un'occasione per riaccendere i riflettori sulla città, “un luogo metafora di come vanno le cose nel nostro paese” - aggiunge Verducci - “tanta propaganda, tanti lustrini, e poi pochissimi fatti sulla ricostruzione e nessuno su quella dei beni culturali. Gli unici interventi sono stati fatti solo grazie alle donazioni dei privati”. Ricorda il Sen. Giovanni Lolli (PD) che “su un centro storico di tre milioni di metri quadrati, un terzo è tutelato dalla Sopraintendenza. Su di esso non sono previsti finanziamenti e norme specifiche”.

Per voltare pagina il PD chiede di devolvere l'intera somma di cui gode l'Arcus (Società per lo sviluppo dell’arte, della cultura e dello spettacolo S.p.A.) alla ricostruzione dei beni culturali e del rilancio del sistema culturale della città. Ma gli emendamenti presentati in tal senso, dice Lolli “sono stati bocciati”.

L'iniziativa dal titolo “L'Aquila l'identità del contesto”, vuol essere a detta della curatrice Referza soprattutto “un auspicio per l'Aquila di entrare nella sua identità originaria”, ritrovare quindi se stessa. La parola d'ordine è, dunque, identità.

Ma qual è l'identità di una città come L'Aquila in cui il 14 aprile nello stesso luogo in cui questa mattina il PD ha presentato il progetto culturale, si è svolto un evento dal titolo: “Bunga Bunga in centro storico”? (locandina nella foto, ndr). È questa “l'identità del contesto” aquilano più autentica oppure lo è l'iniziativa culturale del PD? I luoghi, sono scrittura geografica, connotati antropologicamente e socialmente e dunque portano con se dei significati specifici. Per cui alla domanda sull'opportunità di realizzare la conferenza del PD nel luogo in cui si loda il “bunga bunga” e per giunta “in centro storico”, tutti i politici del PD hanno detto di non saperne nulla e hanno assicurato: “non lo faremo più in questo luogo”. Verducci ha subito mostrato la propria incredulità dicendo: “Provo grande stupore, perché l'Aquila mai come in questo momento ha bisogno di aprire gli occhi e di essere vigile”.

Il Sen. Lolli si è detto “esterrefatto”. E ha aggiunto: “Non sono mai stato un moralista e voglio anche tener conto dell'ironia, ma mettere insieme il centro storico dell'Aquila con il “bunga bunga” è una cosa di cattivo gusto. Ci sono dei luoghi in cui non è possibile scherzare, come in un cimitero”.

“Bunga Bunga in centro storico” ha in sé una duplice aberrazione. Da un lato, proprio nella città che ha ospitato per due giorni (7- 8 maggio) l'incontro nazionale delle donne, si svilisce la dignità femminile e si esalta un modello di donna che valorizza la vendita del proprio corpo. Dall'altro lato, l'evento loda i comportamenti di un Presidente del Consiglio, accusato di prostituzione minorile, che con il processo breve ha ucciso due volte le vittime del terremoto, negando loro giustizia. Ricordo che l'evento è avvenuto il 14 aprile, il giorno dopo l'approvazione del decreto del processo breve e a pochi giorni del secondo anniversario del terremoto, il 6 aprile.

Nel cimitero più grande e desolante d'Italia, il centro storico dell'Aquila, dove il ricordo dei morti è una quotidiana passeggiata di memoria e dolore, l'accostamento tra “bunga bunga” (sinonimo di volgarità) e “centro storico” (sinonimo di morte) è un'ulteriore violenza fatta ad una città già profondamente ferita.

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