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L’Aquila, l’Accademia dell’Immagine nel dissesto aspetta il nuovo Cda

L’Accademia dell’Immagine, da tempo immemore, non ha un legale rappresentante e dal 12 marzo 2012, più di un anno, non ha più neanche l’amministratore unico, dopo che l’avvocato Andrea Tatafiore si è dimesso. Una vacatio lunghissima per un ente che ha ancora tanti conti in sospeso. È storia degli ultimi tempi che, in data 10 febbraio 2013, l’assessore comunale Stefania Pezzopane chieda un incontro urgente con Regione e Provincia per ricostituire il consiglio di amministrazione.

Se ieri la preoccupazione era la prospettiva futura, bruscamente interrotta dal terremoto, ma anche dai debiti pregressi, diciamo la verità, oggi, il problema serio è legato alla situazione in cui versano 10 dei 13 dipendenti in cassa integrazione dal 1 maggio del 2009, oltre alla lunga fila di creditori.

1306498760-0903-cinama_bigLa situazione disastrosa dell’Accademia è rimbalzata mediaticamente sulle cronache dei giornali con accuse e rimpalli di responsabilità più o meno velate, tra Comune e Regione. Ma la grande partita sul suo futuro si gioca nella stanza dei bottoni dentro al grande palazzo del Consiglio regionale, dove si decideranno le sorti di quella che è stata forse l’istituzione culturale più odiata della città dell’Aquila.

Grande fibrillazione intorno alla nomina del nuovo Cda. Il nome più accreditato è quello di Beomonte Zobel, ora presidente del Centro Turistico Gran Sasso, ma con l’attuale nomina in scadenza, così come tutte quelle delle partecipate del Comune.

In questi quattro anni, dal giorno del terremoto, sull’Accademia dell’Immagine se ne sono raccontate tante di storie. Un’eccellenza locale di respiro nazionale e internazionale nel campo della didattica del cinema e della comunicazione audiovisiva, fondata nel 1993 da Vittorio Storaro e Gabriele Lucci, che è stata però anche accusata di essere troppo spesso un “carrozzone” politico ad uso e consumo dei soliti "noti".

Sembrerebbe una morte lenta, inesorabile, quella dell’Accademia, che risale, però, a prima del 6 aprile: prima il mancato saldo di stipendi e contributi per i dipendenti. Poi una liquidità di cassa, per i mancati finanziamenti regionali, che non ha permesso all’amministrazione di pagare le tasse e le spettanze ai docenti. Infine, il terremoto del 6 aprile del 2009, che ha colpito duramente anche la sede della scuola, 5.000 mq a Collemaggio, classificata E.

Diventata polo d’eccellenza nel campo dell’Alta Formazione nel settore audiovisivo grazie alla L.R. 100/1997, con la L.R. 9 febbraio 2000, n. 4, la Regione Abruzzo decide di partecipare con un mutuo ventennale e una rata annuale di 222.566 euro, all’acquisto dello stabile sede dell’Accademia del valore di 6 milioni di euro.

Già poco prima del terremoto, tra l’inverno e la primavera 2009 i sindacati Ugl e Cgil sollevano lo stato di crisi dell’Ente che non corrisponde gli stipendi ai suoi dipendenti ed evidenziano una situazione debitoria preoccupante.

Con il terremoto l’attività dell’Accademia viene interrotta, la struttura si insedia nella sede della Scuola Ispettori della Guardia di Finanza a Coppito, mentre i dipendenti vengono collocati in cassa integrazione dal 1 maggio 2009.

In data 27 maggio 2011 è stata stipulata la convenzione per l’istituzione del Centro sperimentale di cinematografia (Csc) per garantire a L’Aquila il proseguimento dell’attività didattica e garantire agli studenti, che avevano interrotto il corso, di riprendere l’attività formativa conseguendo il diploma con l’Accademia dell’Immagine. Il Centro sperimentale di cinematografia beneficia di 550mila euro l’anno da parte dei soci fondatori: Regione (300), Provincia (25), Comune (25) e Mibac (200).È stato espressamente specificato che non era stato possibile erogare il suddetto finanziamento direttamente all’Accademia in quanto la somma sarebbe stata aggredita dai creditori che avanzano, ad oggi, quasi 2.500.000 euro. (Nel 2009 il debito ammontava a 1 milione e 250 mila euro).

A luglio del 2011 viene nominato Andrea Tatafiore, avvocato aquilano, amministratore unico dell’Accademia, ma non legale rappresentante.

TERREMOTO2-4_672-458_resizeL’8 ottobre 2011 l’assessore comunale Stefania Pezzopane risponde alle critiche di un cassaintegrato dell’Accademia, Giancarlo Iannucci, «il Comune non ha alcuna responsabilità sui ritardi nel recupero della sede dell’Accademia a Collemaggio» dice l’assessore che spiega come la scheda progettuale relativa allo stabile sia stata inviata a Chiodi «che non ha mosso un dito». Inoltre, spiega l’assessore, il cosiddetto decreto Bertolaso ha stanziato per la sede dell’Accademia 500mila euro, risorse però insufficienti che Chiodi dovrebbe integrare con altre. L’intervento di recupero, infine, «essendo all’interno di una proprietà della Asl dovrebbe essere programmato in modo integrale insieme agli stabili dell’azienda sanitaria, che è della Regione».

Nel novembre dello stesso anno l’avvocato Tatafiore lancia un project financing rivolto a privati e imprenditori per investire 2,5 milioni di euro per la sede storica, scorporando l’immobile dell’Accademia dalla legge 77 (Decreto Abruzzo n. 39/2009 convertito in legge 77/2009) e rinunciando al finanziamento pubblico per la ristrutturazione dei beni immobili danneggiati dal sisma. «Per questo ho deciso, – dichiara in conferenza stampa – insieme ai soci, di indire un bando rivolto ai privati e agli imprenditori interessati, per investire 2,5 milioni di euro che ricostruiranno la sede storica sulla collina di Collemaggio».

ferretti_l'aquila«Se non ci fosse stato il terremoto del 2009 – ha spiegato – il debito che l’Accademia aveva contratto negli anni e gli stipendi non pagati al personale docente sarebbero stati saldati grazie a un mutuo che avevamo stipulato con la Cassa di risparmio dell’Aquila». «Purtroppo – aggiungeva Tatafiore – il valore dell’edificio, che era di 9 milioni di euro, dopo la tragedia si è vanificato e la banca ha deciso di non concederci più il prestito. In virtù di questo e delle contromisure prese dalla Protezione Civile, siamo stati inseriti nel decreto legge Abruzzo del post-terremoto, che prevedeva la ricostruzione degli edifici che costituivano pubblica utilità. Quando sono stato eletto amministratore – ha detto – la prima cosa che ho fatto è stata azzerare le spese. Questo significa: cassa integrazione del personale, sospensione dei corsi e trasferimento della sede alla Guardia di Finanza».

In data 29 novembre 2011, seduta n. 99 del Consiglio regionale. Interpellanza n. 252 a firma del consigliere Walter Caporale (I Verdi-La Sinistra) sul futuro dell’Accademia dell’Immagine a l’Aquila, l’assessore De Fanis, risponde che i contributi stanziati dalla Regione Abruzzo sono nel 2008 pari a 520mila euro, nel 2009 pari alla rata di mutuo di 222.566, così come negli anni 2010 e 2011. Dall’interpellanza si evince che:

  • la situazione debitoria pari a 2.500.000 euro non è riconducibile alla mancata erogazione dei finanziamenti regionali (contributi dei dipendenti, il pagamento dei fornitori, le tasse, il Tfr dei dipendenti, le spettanze dei docenti).
  • l’Accademia dell’Immagine non ha redatto i bilanci né nel 2009, 2010 e 2011.
  • la Regione partecipa alla quota del mutuo con uno stanziamento ordinario in ogni esercizio finanziario di competenza per un importo di 222.566.
  • in data 10 marzo 2011 si è tenuta l’assemblea dell’istituzione alla presenza dell’assessore De Fanis, dell’avv. Floris, in rappresentanza della Provincia e dell’assessore S. Pezzopane per il Comune, che non hanno saputo rispondere della situazione debitoria dell’Istituzione.

Conclude l’assessore De Fanis «la chiusura non è imputabile alla Regione Abruzzo che continua a sostenere il mutuo di 222.566 annue per l’acquisto dell’immobile con atto di compravendita del 19 dicembre 2000».

Ad oggi, i 10 dipendenti, in cassa integrazione dal 1 maggio 2009, senza retribuzione dal 2008 per i tagli agli finanziamenti pubblici, dal 2003 senza contributi, per effetto della norma che a partire dalla 24ma mensilità riduce l’importo del sussidio del 30%, percepiscono circa 500 euro al mese.

Sulle donazioni ricevute con il terremoto, l’avvocato Tatafiore, ha chiarito che sono state circa 465 mila euro e sono state impiegate per lo sgombero e la messa in sicurezza degli edifici, il ripristino dell’attività e il completamento dell’anno accademico.

A quanto pare non c’è rischio di liquidazione né di default per l’Accademia e la nomina del nuovo Cda sembrerebbe una manna da cielo. Dovrebbe sbloccare le somme stanziate dalla Legge 77/2009 per il recupero dell’immobile, i sindacati lo aspettano per avere un interlocutore al quale fare gli atti per il recupero dei crediti dei dipendenti, mentre la Regione, che continua a pagare il mutuo, non potrebbe vantare alcun diritto in quanto l’immobile di fatto è pignorato con varie ipoteche.  

Senza voler mettere in dubbio la valenza culturale di questo ente forse andrebbero chiarite le responsabilità di una così disastrosa amministrazione, soprattutto se si vuole dare un futuro credibile a questa istituzione. Nessuno, finora, ha chiarito perché tanti debiti senza che nessuno se ne sia mai accorto e, soprattutto, è grave che siano solo i dipendenti a pagare per una gestione a dir poco discutibile. E, di sicuro, non è il terremoto il responsabile di tutto ciò.

Chi verrà dovrà dare nome agli autori di quel disastro, e chiudere i battenti…

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