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L’Aquila: “Non vi sono bastati 309 morti?”

“Ecco perché sono io a chiedermi, con costernazione, se 309 morti non sono bastati”. E’ Franco Gabrielli, Capo della Protezione Civile, già Prefetto dell’Aquila, ha sottoscrivere di suo pugno, in una lettera inviata al quotidiano online Abruzzoweb, questo ulteriore schiaffo all’Amministrazione comunale.

“Non posso davvero credere - ha scritto Gabrielli contestando le accuse che gli aveva mosso pubblicamente l’Assessore comunale, Roberto Riga - che un autorevole rappresentante del Comune abbia fatto tali affermazioni, soprattutto essendo informato dallo scorso maggio. Non posso credere che le spiegazioni della Regione siano quelle riportate. Non posso permettere che una iniziativa così importante come “Terremoto – Io non rischio” venga sporcata da falsità simili. Voglio, quindi, ripristinare la verità.”

Roberto Riga aveva accusato pubblicamente Gabrielli di aver tagliato fuori L’Aquila dalle piazze oggetto di una grande manifestazione nazionale sul rischio sismico.

Invece, secondo l’ex prefetto dell’Aquila il 2 maggio 2013 era stata inviata “una lettera a tutti i sindaci dei Comuni che sarebbero stati coinvolti. In seguito, il 23 agosto siamo stati costretti a fare una nuova nota per informare dell’annullamento della piazza prevista nel Comune. Il motivo? Problemi organizzativi dell’associazione di volontariato che non è stato possibile superare poiché da parte degli enti territoriali non è stato garantito alcun supporto.”

“Mi fa specie che quattro anni dopo il terremoto sia necessaria un’iniziativa del Dipartimento nazionale per parlare di rischio sismico a L’Aquila. Ecco perché sono io a chiedermi, con costernazione, se 309 morti non sono bastati”, conclude Gabrielli. Il Capo della Protezione Civile, appena riscossi i successi delle operazioni sulla nave Concordia, usa parole ancora più dure, amare e esplicite di quelle che aveva usato per descrivere le buone policy di ricostruzione post sisma paragonandole alla realtà aquilana: “Gli emiliani hanno reagito meglio”.

Dopo questa ulteriore sberla in pieno viso, l’Assessore Riga ha subito replicato che “non c’è alcun problema, con Gabrielli è tutto chiarito”. D’altronde, che nel nostro Paese la dignità sia un valore in disuso è evidente a tutti i cittadini, aquilani e non.

“Chiedo con forza e con enorme indignazione le dimissioni dell’assessore comunale alla Protezione civile Roberto Riga e del sindaco dell’Aquila Massimo Cialente. Mi batto da anni per la sicurezza in questa città, dopo quello che è accaduto ieri non si può più fare finta di niente”, è invece il parere del Consigliere comunale Vincenzo Vittorini, che della sicurezza ne ha fatto una battaglia in campagna elettorale e che, nel terremoto, ha perso l’amata moglie e la figlia.

Solo una cosa sia chiara: Gabrielli non è un “complottista”, un gufo, un criticone, un No Tav, un neo iscritto al partito del “No”, e quando usa certe parole non si riferisce a L’Aquila o i suoi abitanti. Le sue parole sono chiaramente indirizzate a chi ha avuto e ancora oggi ha l’onere e l’onore di Amministrare questa città. Sono loro che dovrebbero riflettere sul proprio operato. E la finiscano di chiamare a raccolta i cittadini ogni qual volta hanno bisogno di un alibi per i loro fallimenti.

Pochi minuti fa, il vice sindaco dell'Aquila, Roberto Riga, ha restituito al primo cittadino Massimo Cialente, che ha accettato, la delega alla Protezione civile. Riga quindi non si è dimesso, si è solo tolto un "piccio". Da buon "giovane" democristiano.

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