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L’Anti-AMBIENTE per l’innovazione di significato Design-Driven

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Gli Organismi previsti dalla procedura strategica aziendale Design-Driven per ideare nuovi beni e servizi sono il Circolo radicale e in una fase successiva e il Laboratorio degli interpreti.

Ciascuno dei due gruppi ha funzioni diverse, che portano al risultato finale di produrre un bene o servizio innovativo dal punto di vista del significato che questo assume per il cliente finale.

Un paper del Professor Mark Federman il cui titolo è Creating a Culture of Innovation (Creare una cultura dell'innovazione) assume una prospettiva molto interessante e la sua dissertazione potrebbe dare notevoli spunti.

Vorrei citare alcuni passi del documento:

"Ci sono quattro semplici principi che vorrei farvi presente oggi: quattro semplici principi che sono cruciali per creare una cultura dell'innovazione. Eccoli:

• Vedi ciò che non c'è.

• Pensa a ciò che nessun altro può pensare.

• Fai ciò che nessun altro osa fare.

• Moltiplica la tua mente donadola a tutti.

...

Quindi, come possiamo vedere cose che non ci sono e pensare cose che nessun altro può pensare? Per iniziare a sviluppare le nostre menti indipendenti, iniziamo con una domanda molto semplice: cosa non hai notato ultimamente? Cosa NON HAI notato ultimamente?

C'è una storia carina su un uomo che, durante la guerra, arrivò al confine del Paese con una carriola piena di terra. La guardia di frontiera guardò i documenti dell'uomo e tutto era in ordine e gli permise di attraversare. Ma la guardia era certa che l'uomo stesse contrabbandando qualcosa con la carriola.

La guardia prese anche una pala, frugò nel fango, ma non trovò nulla. All'uomo fu permesso di attraversare.

La settimana successiva, l'uomo arrivò ancora una volta al confine con una carriola piena di terra.

Di nuovo, la guardia di confine vide che i documenti erano in ordine e pur scavando nella terra, non trovò nulla. E ancora, all'uomo fu permesso di attraversare. Settimana dopo settimana, era la stessa storia: l'uomo si avvicinava al confine con una carriola piena di terra. La guardia non trovava nulla di interessante e l'uomo attraversava.

Alla fine della guerra, la guardia vide l'uomo e gli chiese: "Ascolta, so che stavi contrabbandando qualcosa oltre il confine, ma non ho potuto mai trovare niente di nascosto nella terra. Cosa hai contrabbandato nel corso di quegli anni? L'uomo rispose: "Carriole".

La guardia di confine non è stata in grado di percepire ciò che era stato lì, sotto il suo naso per anni, semplicemente perché non corrispondeva alla sua concezione. La guardia era stata così ben addestrata a cercare un qualcosa che fosse altro , che ciò che era veramente contrabbandato 'non compariva'. Così la guardia non poteva vedere cosa, in effetti, non c'era. L'ometto, d'altra parte, aveva imparato a pensare a quello che nessun altro poteva pensare. In particolare, pensava che, in effetti, la cosa potesse essere contrabbandata in bella vista perché proprio questa la avrebbe reso effettivamente invisibile. Innovativo? Sì.

E l'innovazione ha avuto origine dalla comprensione di una teoria degli effetti.

...

Come la guardia di confine in questa storia, noi siamo completamente incapaci di percepire tutte le dinamiche del nostro ambiente perché la nostra concezione limita la nostra percezione. La nostra massima attenzione si focalizza su ciò a cui siamo stati addestrati a fare, e controlla ciò in cui crediamo.

E ciò in cui crediamo controlla ciò che siamo in grado di vedere.

...

Sfortunatamente, è quasi impossibile ottenere la necessaria consapevolezza di cosa non abbiamo notato se siamo immersi in un ambiente confortevole, o per lo meno abitudinario. Siamo tutti soggetti alle regole di base, cioè alle regole e agli effetti non percepiti che governano il nostro terreno o contesto.

È come chiedere a un pesce di diventare improvvisamente consapevole dell'acqua.

...

È solo quando viene tirato fuori dall'acqua che il pesce diventa effettivamente consapevole del suo ambiente precedente.

La sfida, nel raggiungere la consapevolezza di notare il pregresso inosservato - ciò che chiamiamo 'ottenere la consapevolezza integrale del nostro ambiente totale' - è creare un appropriato "anti-ambiente".

Tale concetto di anti-ambiente è utile per generare delle linee fondamentali per la creazione di innovazione.

Pertanto vorrei continuare con altre citazioni dello stesso documento che teorizza le leggi dei media:

"Le leggi dei media: sono precisamente quattro aspetti o effetti che si applicano senza eccezioni a tutte le creazioni dell'umanità - a tutto ciò che concepiamo o creiamo. Nel lessico di McLuhan, "medium" non è semplicemente limitato alla nostra idea convenzionale di mass-media: radio, televisione, stampa, Internet. Piuttosto, un medium si riferisce a qualsiasi cosa da cui emerge un cambiamento. E poiché una sorta di cambiamento in noi o nella società accompagna qualsiasi cosa che concepiamo o creiamo, tutti i nostri strumenti e le tecnologie, le politiche e le pianificazioni, la tazza di caffè o un colpo di Stato, sono tutti media per McLuhan.

Le leggi dei media si applicano indipendentemente dal fatto che la creazione sia tangibile o intangibile, astratta o concreta e servono a rivelarci la natura e gli effetti delle nostre innovazioni.

Ora per Marshall McLuhan, le domande erano sempre più importanti, e anzi, più rivelatrici delle risposte. Pertanto, le quattro leggi dei media sono presentate come quattro domande o indagini.

La prima indagine viene posta in questo modo: che cosa fa la cosa (l'artefatto, il mezzo): estendersi, migliorare, intensificare, accelerare o rendere abili? Possiamo porre questa domanda su qualsiasi prodotto, servizio, qualsiasi iniziativa, qualsiasi politica.

...

Una seconda indagine: quando viene spinto o esteso oltre i limiti del suo potenziale, la nuova cosa, tenderà ad invertire quelle che erano state le sue caratteristiche originali? In che cosa cambia il nuovo medium? Le persone in genere hanno difficoltà a pensare alle caratteristiche della legge di inversione, spesso perché tutti tendiamo ad essere molto concentrati su ciò che una nuova idea o creazione ovviamente farà per noi.

...

La terza legge-indagine dei media è: se qualche aspetto di una situazione o di una cosa viene migliorato o ingrandito, simultaneamente, qualcos'altro viene spostato. Che cosa viene messo da parte o reso obsoleto dalla nuova cosa, dal nuovo medium? Ora, quando dico obsolescenza, non intendo dire che la forma più antica viene eliminata, per non essere più vista di nuovo. In realtà, è proprio l'opposto: un segno sicuro di un mezzo in obsolescenza è la sua ubiquità.

...

E l'ultima legge-indagine dei media: cosa recupera il nuovo mezzo dal passato che era stato precedentemente oscurato? Questo riflette l'aforisma che, "non c'è nulla di nuovo sotto il sole", e in sostanza chiede: "Come abbiamo reagito, come società, l'ultima volta che abbiamo visto un mezzo con effetti analoghi?

...

Le leggi dei media sono uno strumento importante e potente che ci aiuta a creare un anti-ambiente cognitivo, dal quale possiamo acquisire nuova consapevolezza e intuizione delle complesse interazioni nel nostro mondo.

Senza una tale ricomposizione sia della percezione che della cognizione - vedere e pensare - la nostra capacità di prendere coscienza di tutte le cose che abbiamo 'smarrito', è limitata"

Il documento in esame presenta alcune considerazioni finali sul processo di creazione di innovazione, che sono assimilabili ai principi della teoria Design-Driven.

Proseguirei con la citazione:

"L'innovazione è in netto contrasto con tutti i buoni principi di gestione del controllo, della contabilità e della responsabilità. L'innovazione rifiuta le burocrazie gestionali, le procedure amministrative, la gerarchia delle relazioni. L'innovazione si basa su un principio di fare ciò che nessun altro oserebbe fare ..."

Questa affermazione non va fraintesa, nel senso che le forme gestionali tradizionali sorgono per ragioni di regolazione del rapporto del lavoro aziendale, ma ciò che dovrebbe essere compreso ed evitato è esplicitato così:

"Negli ultimi cento anni circa, ci sono stati molti approcci inventivi per risolvere questo problema (il rapporto lavorativo) attraverso vari mezzi di coercizione, motivazione, incoraggiamenti, incentivi e minacce. Tutte le strutture della BAH - burocrazia, controlli amministrativi e gerarchie (in inglese bureaucracy, administrative controls and hierarchies) - sono state costruite e perfezionate con un alto grado di sofisticazione per risolvere questo problema perenne.

Ma all'insaputa sia dei manager che dei lavoratori, il problema è passato dall' indeterminatezza del lavoro, all'indeterminatezza della conoscenza. Piuttosto che tentare di misurare e controllare la quantità di lavoro produttivo che andrà a beneficio dell'organizzazione, i manager stanno ora cercando di misurare e controllare la quantità di lavoro di conoscenza - pensare, creare e innovare - che avviene a beneficio dell'organizzazione."

Un riassunto finale dei 4 punti di partenza è così offerto:

"Se schieri i primi tre - Vedete cosa non c'è; Pensate a ciò che nessun altro può pensare; e fate ciò che nessun altro osa fare: finite con un consiglio molto banale e ordinario: Vedere. Pensare. Fare. Ma inserendoli attraverso lo strumento tetradico che migliora ed estende la nostra percezione e cognizione, otteniamo un'inversione: Vedete - ciò che non c'è, ciò che siamo stati condizionati a ignorare perché la nostra attenzione è stata diretta altrove per così tanto tempo. Un'estensione - pensate - ciò che nessun altro può pensare, in altre parole, oltre le restrizioni mentali imposte che limitano la cognizione creativa. Un superamento: fate ciò che nessun altro osa fare, perché il terreno sociale in cui una volta le loro azioni avevano un senso è ora superato. E il quarto principio - moltiplicate la vostra mente 'regalandola'- è il recupero: la modalità dominante della tetrade."

Io proporrei dei criteri di selezione di alcuni membri del Circolo radicale o dei membri del Laboratorio degli interpreti, che possano avere un maggior grado di autonomia cognitiva e percettiva, in modo tale da essere soggetti in grado di generare innovazione, secondo quanto descritto fino ad ora, considerando delle ricerche di psicologia applicata alla realtà virtuale.

Allo stesso modo, questi criteri potrebbero essere utilizzati anche dopo la formazione dei due gruppi di lavoro, per comprendere se ciascun gruppo al suo interno, abbia intrapreso un percorso efficace ai fini dell'innovazione.

Lo studio di psicologia a cui vorrei riferirmi è Individual Differences in the Sense of Presence (Differenze individuali nel senso di presenza) (2005) - traduzione mia, redatto da Ivan Alsina Jurnet, Cristina Carvallo Beciu e José Gutiérrez Maldonado dell'Università di Barcellona.

In questo documento si focalizza anche sulla peculiarità dei soggetti introversi che mostrano le maggiori capacità cognitive.

Lo studio vorrebbe provare che, il cosiddetto "senso di presenza" nella realtà virtuale, cioè la capacità di ogni persona di riuscire a 'capire' e 'fare' in prima persona, sia influenzato dai fattori umani individuali:

"Sebbene non esista una definizione comune di presenza ed è un concetto piuttosto difficile da definire e misurare, esiste un consenso per definirlo come un costrutto multicomponente influenzato da fattori tecnologici da un lato e da fattori umani dall'altro ."

Nel mondo reale, 'il senso di presenza' non può essere studiato: "L'assenza di un quadro in cui descrivere il senso di presenza nel mondo reale rende estremamente difficile spiegare la situazione applicata a un ambiente generato da un computer." (R.S. Kalawsky - Delft, Olanda 2000); ma credo che i riscontri che si hanno nella realtà virtuale possono essere utilizzati per conoscere ed agire anche nel reale.

Tornando allo studio dei docenti spagnoli:

"Lo scopo di questo studio è la ricerca dei fattori umani (intelligenza spaziale, personalità, stile cognitivo, esperienza nell'uso del computer e ansia) che possono determinare uno specifico senso di presenza in ambienti progettati per trattare gli studenti con ansia da esame. Questo (studio) è ... pioniere perchè utilizza un sistema di realtà virtuale immersiva per indagare la relazione tra le caratteristiche della personalità degli utenti (misurata attraverso il questionario ... ) e la presenza."

Viene inoltre dichiarato che i problemi d'ansia che possono causare ostacoli alla capacità cognitiva possono essere curati efficacemente tramite la Realtà Virtuale (RV): "Successivamente, uno studio pilota (C. Carvallo, I. Alsina, J. Gutiérrez Maldonado - Settembre 2004) ha mostrato i benefici nel trattamento dell'ansia da test, utilizzando la tecnica di esposizione a questi ambienti virtuali, ottenendo una riduzione dei livelli di ansia dei partecipanti e un aumento delle loro prestazioni scolastiche. Questi studenti hanno anche diminuito il loro tasso di rinvio degli esami."

La cosa importante che vorrei evidenziare, di questo studio psicologico è il comportamento delle persone introverse, perchè questi dimostrerebbero maggiore capacità di riflessione:

"Per quanto riguarda le caratteristiche di personalità degli utenti, gli introversi tendono a sperimentare un più alto grado di presenza.

Questa relazione potrebbe essere spiegata dal fatto che le persone introverse sono più in grado di selezionare le informazioni rilevanti dagli stimoli a cui sono esposte. Quindi, i partecipanti introversi probabilmente erano più capaci di sopprimere gli stimoli di distrazione e focalizzare la loro attenzione sugli ambienti virtuali, aumentando il senso di presenza." (T. Schubert, F. Friedmann, H. Regenbrecht 2001; B.G. Witmer, M.J. Singer - Presence,7, 225 - 240. 1998).

L'individuazione delle personalità introverse, all'interno dei gruppi (Circolo radicale o Laboratorio degli Interpreti), potrebbe essere effettuata ai fini selettivi della formazione degli stessi gruppi. Questa possibilità di individuazione può scaturire o da dichiarazioni delle persone stesse o da test psicoattitudinali, magari con l'uso della realtà virtuale.

Ricorderei l'esempio già riportato, del Prof. Federman dell' ambiente del pesce e del relativo anti-ambiente al di fuori dall'acqua e mi permetterei di paragonare le persone più introverse ai 'pesci fuor d'acqua'.

Queste persone, poiché raggiungono un maggior senso di presenza, in quanto meno legate a tutti i fattori di distrazione e quindi all'ambiente generale, sarebbero, per il loro atteggiamento estraniante, appunto dei 'pesci fuor d'acqua' e quindi forse, maggiormente capaci di promuovere analisi.

In sostanza, le persone introverse sono più slegate all'ambiente e più propense ad indagare l' 'anti-ambiente'.

Un Gruppo di Lavoro, se nota che tali soggetti, magari in una prima fase individuale e poi in una fase iniziale di lavoro di gruppo, riescano a stimolare gli altri componenti, potrebbe ipotizzare che il processo di innovazione intrapreso possa raggiungere più facilmente il traguardo desiderato.

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