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L’Agente Americano e il misterioso manoscritto della congiura

Nel libro “La congiura. Il romanzo della crisi” (www.alibertieditore.it, 2009), si descrive l’ascesa dell’egemonia culturale della destra liberista, che ha portato il mondo occidentale a reificare quel “pensiero unico” che ha sterilizzato l’economia mondiale.

Per la prima volta mi sono trovato di fronte ad un libro molto misterioso che contiene numerosi spunti di riflessione. L’autore del libro sarebbe un anonimo banchiere finito in galera come capro espiatorio per tutta la categoria. In carcere avrebbe sviluppato e lasciato una confessione significativa, la cui sostanza è questa: l’economia non è morta, ma l’attuale sistema è stato ucciso dall’egoismo finanziario di poche persone. E la cosa paradossale è che questi casta finanziaria ha utilizzato l’arma preferita dal comunismo: l’egemonia culturale. La nozione sviluppata da Gramsci negli anni Venti, stabiliva la necessità di imporre una visione del mondo e delle idee per poter leggere e interpretare la società. I nuovi guru del pensiero unico disumanizzante hanno semplicemente venduto delle idee di felicità a breve termine per imporre una determinata visione della realtà, che in pochi anni è diventata dominante grazie al contributo delle classiche figure accademiche ben prezzolate: i professori universitari (i loro rapporti orali sono i più pagati).

 

La regola principale di questo tipo di filosofia liberista è la seguente: “Ciascuno è libero di fare del bene, ma a sue spese” (Milton Friedman, premio Nobel nel 1976). Che è come dire che siccome siamo quasi tutti buoni si può fare a meno di spendere soldi nelle forze di polizia. Invece il concetto fondamentale di questa politica era quello di Margaret Thatcher: “La società non esiste, esistono solo gli individui” (quelli che comandano e quelli che s’incazzano). Del resto ci furono molti premi Nobel tra gli economisti liberisti: vinse Hayek nel 1974 (a mio parere il più creativo e serio tra tutti) e l’ultimo premiato fu probabilmente Vernon Smith nel 2002. Con tutti questi economisti che originarono il pensiero unico e il tabù dell’inviolabilità delle Banche Centrali, è un miracolo che si sia arrivati al 2009. In effetti fino al 2009 ci si è arrivati solo grazie ai vari camuffamenti finanziari e ai giochi matematici che solo dei “grandi luminari” potevano ideare.

Tutti hanno preferito non pensare alle implicazioni del Teorema dell’incompletezza di Godel che ha dimostrato che la verità di un assioma non è la sua dimostrazione logica, nel senso che è impossibile dimostrare la non contraddittorietà di un sistema logico-matematico con il linguaggio dello stesso sistema. Quindi, se si vuole indagare il mondo con sistemi logico-matematici, sorge la necessità di utilizzare altri linguaggi e sistemi per descrivere accuratamente questo mondo.



Cioè l’economia e la finanza non si possono ridurre solo a delle semplici o a delle complicatissime formule matematiche. In realtà in molti sapevano benissimo che vendere e rivendere debiti travestiti da titoli “sani” (insieme a titoli sani), avrebbe portano alla batosta finale, ma l’importante era levare le tende prima dello scoppio della bufera finanziaria e popolare. Però Reagan aveva ragione, ma non nel senso che intendeva lui: “Lo stato non è la soluzione ai nostri problemi, ne è la causa”, perché ha lasciato andare la barca alla deriva. Infatti la società che naviga in un’economia è come una barca: se non viene governata prima o poi si incaglia, si spiaggia o affonda speronando un’altra barca o degli scogli. E purtroppo in quasi tutti i paesi si lasciano governare dei vecchi stolti molto impreparati: anche quando riescono a prendere la decisione giusta è ormai troppo tardi.

Nelle nostre società piene di leggi inutili e inapplicabili tutti gli esseri umani si tanno dimenticando le regole fondamentali di vita. Nelle tribù di cacciatori-raccoglitori, la formula di società da cui ci siamo evoluti e che ancora esiste in alcune parti del mondo, si distribuivano a tutta la comunità i frutti della caccia. Il cacciatore capo villaggio e il cacciatore che aveva ucciso direttamente la preda decidevano le parti da fare e i pezzi di carne da distribuire. Ma mangiavano tutti quelli che avevano partecipato alla battuta di caccia per riuscire a catturare gli animali, compresi naturalmente i loro familiari. Le nostre aziende e i nostri capi politici si sono dimenticati completamente di questa regola fondamentale della convivenza umana. Chi si fa il mazzo per otto ore al giorno, ha tutto il diritto di chiedere la condivisione dei successi dell’azienda. E chi non ha avuto l’opportunità di lavorare perché non c’è lavoro a causa della crisi economica, deve comunque sopravvivere (anche se non ci sono prede da cacciare).

Tutte le concessioni statali su materie prime, acqua, telefono ecc., dovrebbero essere improntate per avere una quota rilevante e minima da destinare alla Ricerca e Sviluppo: ne trarrebbero vantaggio le aziende, i privati, lo stato e i cittadini. Solo così si aumentano il numero di lavori a disposizione: solo così si possono aumentare il numero di prede da cacciare. Molte imprese trarrebbero molti vantaggi a trasformarsi in “equa impresa”: la MaGna International che ha soffiato l’affare Opel alla Fiat, è un’impresa di questo tipo. I profitti annuali della MaGna invece di andare ai soli soci-investitori, vengono suddivisi anche fra i dipendenti. Questo tipo di rapporto favorisce un maggior contributo e una maggiore energia e creatività da parte dei lavoratori, oltre a mantenere equilibrata la crescita economica: sia i ricchi che i meno ricchi aumentano il proprio livello di vita.

Comunque Karl Marx diceva che il capitalismo è una forza di distruzione e di creazione continua. E il turbocapitalismo è il mito e il virus che pian piano ha colpito tutte le popolazioni umane e che a breve scatenerà un circolo vizioso di eventi nefasti che imploderà in un casino apocalittico. Ci sarà chi non lavorerà e chi lavorerà e non guadagnerà. E chi vivrà vedrà.

P. S. Nella vita esistono i cattivi e i molto cattivi (Fritz Lang), e nel mondo della politica gli uomini sono lupi per gli altri uomini (Thomas Hobbes). Per cui per aiutarvi a difendervi al meglio vi consiglio anche la lettura di un ottimo testo sui meccanismi per manipolare l’opinione delle persone: “L’opinione pubblica” del giornalista e politico americano Walter Lippmann (1922).

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