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Kuwait, inasprita legge anti-blasfemia: si rischia pena di morte

Il Parlamento del Kuwait ha votato il 12 aprile un emendamento al codice penale, che prevede pene anche la pena di morte per blasfemia e “insulti” nei confronti del profeta Maometto (e delle sue mogli).

A dire sì la maggioranza dei deputati, 46 sunniti, col sostegno del governo. Contrari i quattro sciiti, perché volevano la tutela speciale nel nome dell’integralismo islamico anche per i 12 imam, sacri per la confessione sciita perché ritenuti successori di Maometto – ma non dai sunniti.

La decisione di inasprire la normativa, dopo la scoperta di post su Twitter ritenuti offensivi verso Maometto, alcuni suoi compagni e la sua sposa-bambina Aisha. Attribuiti ad uno sciita, Hamad al-Naqi, che è stato arrestato, che rischia di essere tra i primi a ’sperimentare’ la nuova normativa. L’avvenimento ha suscitato le ire di diversi religiosi, che hanno invocato una condanna esemplare, con tanto diproteste di piazza contro il blasfemo. 

Anche nel piccolo emirato mediorientale, sulla scia di una primavera araba ormai al tramonto, la libertà di espressione viene limitata e prende sempre più piede l’integralismo religioso.

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