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Kropotkin, la moralità naturale e le immoralità sociali

“La morale anarchica” di Kropotkin è un classico della saggistica per alcuni aspetti paragonabile alla “Teoria dei sentimenti morali” di Adam Smith, Piano B Edizioni, 2011).

 Il noto intellettuale e naturalista russo esaminò la prospettiva anarchica, la libertà individuale e la solidarietà tra gli uomini soprattutto dal punto di vista scientifico. Mise a confronto la solidarietà umana con quella presente tra alcune specie animali più o meno sociali e scoprì che molti animali seguono questo motto: “Fa’ agli altri ciò che tu vorresti che gli altri ti facessero nelle stesse circostanze”.

Secondo Peter Kropotkin in ogni persona compare quasi sempre un sentimento prevalente: o il bisogno di competizione egoista e di lotta che spinge alla separazione e al benessere individuale, o il desiderio di cooperazione e solidarietà che porta al bene comune. Esistono esseri umani più o meno equilibrati e squilibrati, e in Natura l’armonia e l’ordine “si ottengono solo a una condizione, quella di essere un equilibrio liberamente stabilito tra tutte le forze agenti su uno stesso punto. L’armonia non può perdurare che a condizione di essere continuamente modificata, di cambiare aspetto a ogni istante. Il cambiamento continuo è la vita stessa della natura” (La Révolte, 1894).

In genere gli esseri umani sono passivi, pigri e inconsciamente ostili ai cambiamenti e perciò evitano di impegnarsi anche nei miglioramenti sociali, almeno fino a quando si arriva al punto di rottura degli schemi cognitivi conservatori nell’ordine sociale precostituito. Questo avviene quando “la depravazione dei governanti, dei giudici, del clero e delle classi più o meno abbienti diventa allora talmente nauseante, che… La gioventù si emancipa lentamente, gettando a mare i pregiudizi, e la critica torna a regnare. Il pensiero si desta, dapprima presso pochi; ma impercettibilmente questo risveglio si diffonde nella maggioranza. La spinta è avvenuta, la rivoluzione sorge”.

Quindi in ogni epoca un po’ o un bel po' di autodifesa anarchica non fa mai male. E la pacifica e progressiva evoluzione anarchica innescata dal web sta allargando le libertà individuali in tutto il mondo.

È iniziata la fine del servilismo: possiamo dichiarare le nostre simpatie e antipatie autonomamente infischiandocene delle gerarchie e delle vecchie istituzioni malate di ipocrisia e di ladrocinio. Per fortuna sempre meno persone riusciranno a “mutilare l’individuo in nome di un certo ideale che credevano buono”. Le persone libertarie possono dare consigli, precisando però che vanno seguiti solo nel caso in cui gli individui li trovino in linea con le loro situazioni e riflessioni personali.

Inoltre è interessante constatare che il pensiero del filosofo autodidatta russo è molto simile a quello di Adam Smith, il filosofo morale scozzese che ha fondato la scienza economica. In effetti la cultura accademica influenzata dai potentati economici ha sempre promosso il punto di vista del ruolo fondamentale e quasi esclusivo degli scambi economici egoistici, mentre secondo Smith, “per quanto l’uomo possa essere supposto egoista, vi sono evidentemente alcuni principi nella sua natura che lo inducono a interessarsi della sorte altrui e gli rendono necessaria l’altrui felicità, sebbene egli non ne ricavi alcunché, eccetto il piacere di constatarla” (“Teoria dei sentimenti morali”, opera nata nel 1759 e tradotta in modo completo in italiano soltanto nel 1991).

Comunque considerando che per Kropotkin la morale è una forza della Natura, mentre per Mandeville la morale nasce dall’adulazione inconscia e mascherata nei confronti dei familiari e delle classi dirigenti, la domanda fondamentale a cui dovremmo rispondere nelle società multiculturali del nomadismo lavorativo e turistico sarà la seguente: “Qualunque morale dev’essere per forza obbligatoria e generalizzata?”. Sicuramente le diverse scelte di vita a livello sessuale non dovrebbero mai essere penalmente sanzionate. Ad esempio in ogni cultura l'infedeltà non dovrebbe essere considerata un reato, ma un difetto più o meno sopportabile del comportamento umano.

In conclusione si può affermare che i futuri valori morali dovranno rispettare il principio della libertà di scelta comportamentale individuale. Ognuno di noi deve poter decidere con quale tipo di scarpe si trova meglio. D’altra parte se Dio ci avesse voluto uguali ci avrebbe creato uguali. Infine sottolineo che Kropotkin non riuscì a sistematizzare in un saggio la sua idea di etica, forse perché si rese conto che la prospettiva etica dovrebbe sempre essere adattata alle diverse persone, situazioni, culture e sottoculture. Gli esseri umani sono uguali perché sono tutti diversi e “l’uomo di cuore preferisce morire piuttosto che diventare cagione di mali per gli altri”.

 Peter Kropotkin nasce a Mosca nel 1842 da una famiglia aristocratica e diventa uno dei teorici anarchici più significativi dell’epoca insieme a Lev Tolstoj (“Il risveglio interiore”, Incontri Editrice, Modena, 2010) e all’economista Silvio Gesell (“L’Ordine Economico Naturale”, Arianna Editrice, ebook, Bologna, 2011). Di conseguenza viene imprigionato e dopo essere riuscito a fuggire si sposta in diversi paesi europei. Dopo l’abdicazione dello zar rifiutò un posto da ministro nel governo Kerensky e la sostanziosa pensione che Lenin gli offrì. Scrisse molto e morì nel 1921, dopo circa tre anni dal suo ritorno in Russia. Tra i saggi più noti segnalo “Il mutuo appoggio” e “Scienza e anarchia”, ripubblicato nel 2011 dalla casa editrice www.eleuthera.it di Milano.

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