• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Keynesiani o liberisti?

Keynesiani o liberisti?

Non v’è mattino che “Rai news”, nella persona del suo direttore Corradino Mineo e della redazione politica, non annunci che i problemi dell’Italia siano dovuti a trent’anni di Liberismo. Fantastico! Non un esempio per dimostrare l’assunto, in verità azzardato.

Dall’avvento del centrosinistra, anni sessanta, la filosofia politico-economica che ha guidato l’azione di tutti i governi della Repubblica è stata quella catto-comunista, cioè ispirata all’economia sociale di mercato della Chiesa e della sinistra democristiana e a quella statalista, dirigista e collettivista della sinistra socialcomunista.

Lo Stato italiano oltre a pagare la burocrazia centrale e locale, un’armata senza confini, assicura la sicurezza e la difesa, paga la scuola, la sanità, i beni culturali, la ricerca, i trasporti, la viabilità ,la manutenzione del territorio. In più fornisce assistenza, spesso scadente e costosa, nei più svariati settori, sostituendosi anche a soggetti privati. Di qui l’infinito elenco di imprese, sindacati, organizzazioni con o senza fine di lucro, clientele a cui per decenni sono stati erogati soldi dei contribuenti.

Quali governi centrali o locali di questo paese hanno promosso con il metodo liberale vere privatizzazioni o liberalizzazioni dei servizi, tanto da poter essere definiti liberisti? I governi Andreotti, De Mita, Craxi? O quelli dei vari Amato, Prodi, D’Alema? E Tremonti, Berlusconi e la Lega sono liberisti o dirigisti, colbertisti, corporativisti e protezionisti, non avendo prodotto una sola riforma liberale in nessun campo, che potesse almeno avviare una qualche forma di ammodernamento del paese?

E non si sono forse opposti tutti i partiti in Parlamento a più di un tentativo di riforma, in senso più liberale, tentata dal governo Monti? Mineo et company predicano una politica keynesiana, senza accorgersi che essa in Italia è la regola da 40 anni. Senza più una lira in cassa oggi neppure Keynes sarebbe keynesiano. E loro, lottizzati della Rai, sono esempio di keynesismo o di liberismo?

Per difendere interessi di bottega, la propria, o “tirare la paga per il lesso”, molti stravolgono verità acclarate da tempo. Che strano paese!

 

 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.190) 21 novembre 2012 15:03

    Corradino Mineo è un professionista preparato ed una persona di grande cultura. 

    Comprendo il suo punto di vista sulla mancanza, in Italia, di serie politiche liberiste ma è del tutto evidente la speculare assenza di qualsiasi <

  • Di (---.---.---.190) 21 novembre 2012 15:05

    coerente politica keynesiana. Forse, come dice lei, oggi neanche Keynes sarebbe più Keynesiano (bella battuta) ma, se in Italia ci fossero le risorse per applicare una vera politica di sostegno alla domanda, anziché di supporto alle spese correnti e agli sprechi (come si è fatto negli ultimi 40 anni), la via d’uscita dalla crisi sarebbe più breve.

    In ogni caso, a livello internazionale, le politiche liberiste si sono applicate senza scrupoli, ne è un esempio il trattato del WTO che ha fomentato il fenomeno della globalizzazione che a sua volta ha prodotto la delocalizzazione delle industrie, e

  • Di (---.---.---.190) 21 novembre 2012 15:09

    il risultato, sebbene abbia prodotto degli effetti positivi livello globale, nel senso che oggi paesi del terzo mondo sono diventate nazioni in via di sviluppo, è stato molto penalizzante per le economie industriali dell’occidente e per la loro popolazione. Penso che il Direttore Dott. Mineo intenda mettere in risalto questo aspetto del liberismo. 

    Mi permetta una sola critica. Quando leggo la parola catto-comunista, non posso esimermi dal commentare che la figura di Gesù non è mai stata un’icona della politica, perché la carità cristiana non ha nulla a che fare con il senso di eguaglianza tipico delle idee comuniste. 

  • Di (---.---.---.190) 21 novembre 2012 15:11

    Il gesto di carità del cristiano è individuale, e indipendente dal convincimento che il resto della società dovrebbe fare lo stesso. San Francesco si spoglia dei propri beni per darli al povero, mentre il comunista li mette a disposizione della società, solo se lo fanno anche tutti gli altri, o per sostenere quella che, una volta, veniva chiamata la rivoluzione proletaria, che non mi sembra sia mai citata nel vangelo. Catto-comunista, per me, è una parola che offende sia la religione cristiana che le idee della sinistra democratica, ed è tipica di una cultura di destra, non liberale e liberista, ma cinica e prepotente.

    • Di (---.---.---.65) 21 novembre 2012 15:36

      Caro Amico, il tuo commento anche se redatto in più parti reca i segni della gioventù, dell’inesperienza e di un po’ di confusione.

      Mineo, quando sostiene che i guai politico-economici dell’Italia sono dovuti al liberismo, fa propaganda politica "pro domo sua". Il liberismo nella azione politica italiana non è mai esistito, anzi abbiamo avuto dosi massicce di statalismo dirigistico, con grande invadenza dei pubblici poteri, che porta con sè corruzione e sperpero.

      Con l’espressione catto-comunista si indica una prassi politica, in voga prima del berlusconismo, volta alla collaborazione tra cattolici e comunisti in politica, al cosiddetto "compromesso storico" . Credimi Gesù, s. Francesco e la religione non c’entrano nulla.

      Un’ultima considerazione. La grave crisi che stiamo attraversando è conseguenza di gravi debiti accumulati dagli Stati e quindi di natura keynesiana. Perciò lunga e difficile da sanare e superare.

    • Di (---.---.---.190) 21 novembre 2012 15:49

      Che catto-comunista non centri niente con Gesù l’ho spiegato anch’io.

      Che il Keynes pensasse che la sua politica economica si realizzasse nonostante un rapporto debito/pil del 126% mi sembra molto strano. Credo che anche il dirigismo statalista all’italiana non fosse tra i suoi principi cardine.
      Che da questa crisi se ne uscirà (forse) nel lungo o lunghissimo periodo (come diceva Keynes, per allora saremo tutti morti) è possibile, o probabile.

  • Di antonio251039 (---.---.---.65) 21 novembre 2012 17:09
    antonio cianci 251039

    Caro amico, per concludere Keynes fu un grande economista liberale che non disse mai molte delle cose che vogliono fargli dire politicanti, che la pensano diversamente da lui, per comoda convenienza politica. Come fanno i molti ex fascisti, ex socialisti, ex comunisti, che oggi si professano liberali e mirano solo a mantenere i propri privilegi e posti di potere. Cordiali saluti

  • Di (---.---.---.108) 21 novembre 2012 18:39

    Egregio, credo che lei abbia preso un grosso abbaglio a proposito di Mineo. Questi sostiene ripetutamente una politica Keynesiana di uscita dalla DEPRESSIONE (non dalla crisi). Ascolto quasi tutte le mattine 15/20 minuti de Il Caffé e mai ho sentito Mineo o gli altri giornalisti di Rainews difendere lo "statalismo" di cui hanno tutti le palle piene, unitamente a tutti i monopoli di fatto (mafiosi o massonici) esistenti in Italia.

    Ora se essere convinti che dalla crisi depressiva europea, non solo italiana, si possa uscire con politiche di investimenti sul tipo Keynesiano per lei equivale a essere statalisti ( difensori di indegne politiche che la destra italiana ha praticato nell’ultimo mezzo secolo) allora i problemi sono solo suoi e non di Mineo.

  • Di (---.---.---.194) 21 novembre 2012 22:40

    Beh direi che Mineo sostiene la politica e gli indirizzi economici statunitensi da Obama in poi.
    Che questa crisi natat dalla finanziarizzazione della societa’ sia la crisi dell’ iperiberismo e’ un fatto oggettivo.
    la ricetta per la soluzione e’ ancora lontana e non e’ detto che si possa peggiorare ulteriormente.

  • Di (---.---.---.100) 21 novembre 2012 23:19

    Ma quale iperliberismo?

    la scuola privata che campa grazie al sussidio dello Stato alle famiglie NON E’ LIBERISMO
    le televisioni di Berlusconi - che le puo’ fare solo lui e poi nessun altro e si é fatto fare la legge ad hoc NON E’ LIBERISMO
    la sanità pubblica dove i medici possono esercitare la libear professione all’interno di ospedali costruiti con i soldiu delle nostre tasse NON E’ LIBERISMO.

    Ci vorrebbe molto piu’ liberismo, ma di quello vero ovviamente.

    Il problema di Keynes é che é stato preso alla lettera: lui (sapendo credo di fare una battuta, un paradosso) diceva che se non c’é lavoro, piuttosto che nulla é meglio far scavare delle buche di notte e riempirle di giorno. E questo viene fatto da anni ad esempio in Regione Sicilia (30.000 dipendenti) che non combinano nulla tutto il giorno e forse neppure per colpa loro. Con quei 30.000 dipendenti, se lavorassero e se fossero flessibili si potrebbero migliorare enormemente le condizioni di vita. Ad esempio -tanto per dirne una - potrebbero sistemare il catasto (di tutta Italia) che ora é un disastro: non c’é neppure la certezza per chi acquista di dove inizia e dove finisce il suo appezzamento. Potrebbero pulire i boschi e le spiagge e questo lo chiamo UTILITA’ e BENESSERE. Il lavoro, se non porta utilità é inutile. L’economia che crea é un’economia fittizia, é un motore che gira... ma in folle!
  • Di (---.---.---.140) 18 dicembre 2012 07:58

    Il liberismo ha fallito, la crisi che stiamo vivendo ne è la prova.


  • Di (---.---.---.252) 29 gennaio 2013 21:37

    Certo che le avevo sentite tutte ma unire: Gesù di nazareth, karl Marx e John Keynes, e metterli come i 3 che hanno portato l’italia al fallimento è la cosa più ridicola che abbia mai sentito. Quando sento che c’è stata troppa spesa pubblica per scuole e ospedali mi chiedo, e se non ci fosse stata sei sicuro che ora staremmo meglio??? La verità è che il nostro debito pubblico è causato da ben altre ragioni non dall’ospedale costruito o dallo stipendio della prof. perchè, forse tu non lo sai ma a circa metà di ogni manuale di economia politica II viene destritto il moltiplicatore fiscale, cosa scientificamente provata secondo il quale un euro di spesa statale al netto delle tasse può portare un movimento di consumi e investimenti tale che può far recuperare l’euro, naturalmente se gli investimenti sono puntati alla crescita ci sono molti moltiplicatori non solo 1!!Se fai 100000 migliardi di debiti e gli dai in mano a berlusconi non è che crei crescita e li recuperi con le tasse! A meno che lui non gliinvesta e crei occupazione, industrie e strutture, esattamente quello che dovrebbe fare uno stato keynesiano in periodo di recessione, investire. Oggi date le tensioni del mercato per via del progetto ovviamente fallimentare dell’euro non possiamo più farlo perchè se si aumenta un po’ il debito pubblico, i mercati si cagano addosso e hanno anche ragione siamo un’economia debole, con istituzioni deboli e PIENA DI MONOPOLI E INEFFICIENZE, e lo diceun non liberista.

  • Di (---.---.---.252) 29 gennaio 2013 21:41

    cmq il libero mercato non ha fallito, il credere che tagliando la spesa pubblica si risolva qualunque problema ha fallito

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares