• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tempo Libero > Recensioni > Jobs: imprenditore, innovatore, artista, buddista. Sogni e desideri che (...)

Jobs: imprenditore, innovatore, artista, buddista. Sogni e desideri che creano futuro

“Steve Jobs” di Walter Isaacson, è la biografia di un grande cervello narrata da un grande biografo (Walter Isaacson, Mondadori, ottobre 2011, 600 pagine di lettura effettiva, euro 20).
“Ricerca di mercato? La gente non sa ciò che vuole, finché non glielo fai capire tu”. Steve Jobs

Steve Jobs è morto a 56 anni, il 5 ottobre 2011. Il cofondatore di Apple Inc. era stato adottato da genitori della classe popolare. Naturalmente questo americano figlio biologico di padre siriano e di madre americana di origine tedesca, si è poi innamorato della magia creativa della tecnologia.

Probabilmente le origini popolari, la curiosità ben disciplinata e il buon senso, gli hanno permesso di fare cose molto utili e alla portata di tutti, rielaborando i prodotti e le idee dei tecnici più specializzati e degli scienziati più addottorati. Il suo motto? La bellezza è la massima felicità. E seguiva anche il cuore del pensiero di Leonardo da Vinci: “La semplicità è la massima raffinatezza”.

Raramente nascono delle persone capaci di porsi all’intersezione tra il mondo umanistico e quello scientifico. Quando questa predisposizione si combina con una grande intelligenza e una grande personalità ne derivano inevitabilmente numerose combinazioni di creatività. Infatti le intuizioni di Jobs “hanno rivoluzionato sei settori del business: computer, cinema d’animazione (Pixar), musica, telefonia, tablet, editoria elettronica”. Il grande imprenditore condivideva la filosofia di Picasso: “I buoni artisti copiano, i grandi artisti rubano”. E non si è mai vergognato delle belle idee sottratte.

Comunque il pensiero più forte e realista di Jobs è il seguente: “la Morte è la migliore invenzione della Vita. Fa piazza pulita del vecchio per aprire la strada al nuovo. Ora come ora “il nuovo” siete voi, ma un giorno non troppo lontano, gradualmente, diventerete “il vecchio” e sarete messi da parte. Mi dispiace essere così drammatico, ma è la verità. Il vostro tempo è limitato, perciò non sprecatelo vivendo la vita di qualcun altro” (Discorso ai laureati dell’Università di Stanford, 2005).

Quindi reinventare e reinventarsi è fondamentale per ogni imprenditore e questa lettura rappresenta un buon corso intensivo e atipico di management. Steve ci fa capire che “la creatività è un prodotto degli incontri spontanei, delle conversazioni fortuite. Ci si imbatte in qualcuno, gli si chiede che cosa sta facendo… se un edificio non incoraggia questo, molta dell’innovazione e della magia che nasce dalla fortuna va perduta”. Jobs non pensava che le e-mail potessero contribuire più di tanto alla creatività e strutturò la nuova sede della Pixar in modo “che la gente, uscendo dall’ufficio, si mescolasse nell’atrio centrale con altra gente che altrimenti non avrebbe visto”.

Tra le altre cose che possono stupire noi italiani straipocriti e ultraconformisti, c’è pure questo fatto: “Jobs non ha imposto nessun vincolo sul testo né ha preteso di leggerlo prima della pubblicazione. E non ha posto nessun filtro, incoraggiando anzi i suoi conoscenti, familiari e rivali a raccontare onestamente tutta la verità”; nonostante i numerosi attriti interpersonali privati e non.

Steve non aveva un carattere facile. Del resto è molto difficile avere un buon carattere se si ha una grande personalità. Però persone come Jobs non potrebbero ottenere successo in Italia, poiché troverebbero il solito muro burocratico, costruito dalla politica e dal vecchio capitalismo familista (un regime fondato sullo status quo più che si può). Perciò mollate questo Stato, voi che create.

Walter Isaacson è un pezzo grosso: è stato caporedattore della famosa rivista www.time.com, e amministratore delegato e presidente della CNN. Attualmente dirige l’Aspen Institute. Ha scritto anche la biografia di Einstein, di Kissinger e di Franklin.

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.216) 16 novembre 2011 13:01
    Damiano Mazzotti

    Piccola nota: ho appreso da poco, in un’intervista al fondatore del Web, Tim Berners-Lee, che il Web è stato creato lavorando su un computer Next di Jobs, il computer che era stato progettato per le Università e i grandi Centri di ricerca.

    Penso che l’operato e la soddisfazione del creatore del Web, siano la conferma razionale e obiettiva del grande lavoro mentale, culturale e tecnologico di Steve Jobs.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares