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John Holloway, Pavans and Fantasies from the age of Dowland

ECM New Series. 

Il violinista inglese John Holloway (1948), dai primi anni ’70 specializzatosi nello strumento barocco, si è volute misurare con ‘Lachrimae Pavans’ (1604), una raccolta di Pavane, pensate in origine per liuto, viola o violini, di John Dowland (1562-1626), che ha in sé una bellezza ipnotica ed è considerata una delle più grandi opere della musica da camera inglese.

Basate sulla sua famosa canzone, ‘Flow my teares’, le sette Pavane, “Seven Teares” secondo la denominazione dell’Autore, presentano una straordinaria esplorazione delle possibilità armoniche e di contrappunto offerte dal tema. Furono iniziate in Danimarca verso la fine del XVI° secolo, durante il periodo trascorso da Dowland come liutista alla corte del re Cristiano IV°, e dedicate alla regina Anna: “nonostante il titolo prometta lacrime” le scrive l’Autore "non sono sempre lacrime di dolore, ma aprono talvolta alla gioia e alla contentezza”.

Le chiama “Pavane appassionate” e, di fatto, dai maestosi movimenti di danza lenta, affiorano le passioni. Holloway ha avuto l’idea di creare un programma di concerto attorno alle “Lachrimae Pavans”, inserendo tra l’una e l’altra, opere di grandi compositori contemporanei a Dowland: Henry Purcell (1659-1695), William Lawes (1602-1645), John Jenkins (1592-1678), Thomas Morley (1557/58-1602) e Matthew Locke (1621/23-1677).

In tal modo, chi ascolta è in grado di rendersi conto della grande fioritura della "Consort Music" nell’Inghilterra del XVII° secolo. Con questo termine si designava un complesso strumentale da camera di 4-6 elementi, a sua volta indicato come ‘Whole Consort’, se si trattava di strumenti della stessa famiglia o ‘Broken Consort’, se di strumenti di tipo diverso e perciò timbricamente non omogenei. Mentre le ‘Lachrimae’ vedono impiegato un quartetto di viole e un violino basso, negli altri brani l’ensemble si riduce a quartetto, trio ed anche duo, utilizzando sia viole che violini. Nelle note stilate da Holloway contenute nel libretto del CD, viene presa in considerazione, attraverso una facile programmazione, la possibilità di ascoltare in sequenza le ‘Lachrimae Pavans’, che durano più o meno mezz’ora.

Una malinconia, verrebbe da dire, gioiosa, si insinua nell’animo dell’ascoltatore, catturato da un’indicibile dolcezza. Non c’è tristezza, sono assenti pensieri cupi, anche se l’Autore aveva un concetto tragico della vita, secondo un percorso personale che dalle lacrime passa al dolore, all’oscurità, alla morte. Tra le composizioni degli altri autori, ‘Fantasy for 2 Trebles and Bass’, di Matthew Locke, rappresenta un esempio di ‘Broken Consort’. Intrisa inizialmente di malinconia, si sviluppa in una danza gioiosa che ricorda il Minuetto, danza francese in ¾. Tornando alla Pavana, protagonista del CD, è da ricordare come essa sia una solenne danza di corte, in ritmo per lo più binario. L’origine del nome, controversa, per alcuni è da mettere in relazione con lo spagnolo “pavo” (‘pavone’, quindi, ‘danza del pavone’); per altri con la forma dialettale “pava” (‘Padova’. Quindi, ‘alla pavana’, ‘alla maniera padovana’).

Diffusa in Europa, fu molto coltivata in Inghilterra come forma strumentale dai madrigalisti. Aveva un carattere cerimoniale, un andamento grave e dignitoso e soleva essere seguita da un’altra danza più vivace a tempo ternario. Oltre all’ottima qualità sonora che sempre contraddistingue l’etichetta tedesca, va segnalata la precisione e l’espressività del quintetto, completato dalle violiniste e violiste Monika Baer, Renate Steinmann, Susanna Hefti e dal violoncellista e violista da gamba Martin Zeller.       

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