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Italiani: neoprimitivi rozzi e cibernetici? Cosa cerchiamo sul web

Cosa cercano gli italiani su Internet? Qual è il profilo degli internauti? Quali sono le parole più ricercate del 2010?

E’ un po’ come se usassimo lo Space Shuttle per un viaggio da Roma a Milano. Oppure come se mettessimo una Ferrari nelle mani di un neopatentato. Insomma, un potenziale tecnologico enorme che viene sottoutilizzato. Questa è l’impressione che si ricava scorrendo le 10 voci più ricercate del 2010 sui motori di ricerca (in italiano) di Google e di Yahoo. Perché se è vero che internet è il più straordinario fornitore di notizie e saperi della storia, l’utilizzo di massa che ne viene fatto quest’anno in Italia è lo specchio di un paese beatamente frivolo, fondamentalmente ignorante, notevolmente superstizioso e che coltiva i suoi vizi con quotidiana perseveranza.

Un paese sempre più fieramente accartocciato su se stesso, visto che tra le prime dieci parole più ricercate non ne compare una che riguardi i grandi avvenimenti internazionali, di carattere politico, sociale o culturale del 2010. Non compaiono, tanto per dire, il terremoto di Haiti, la marea nera nel Golfo del Messico, le elezioni di mid term o la riforma sanitaria degli Usa, il ritiro delle truppe dall’Iraq, le elezioni in Afghanistan, le proteste per il voto in Iran e neppure un avvenimento sportivo universalmente noto come i mondiali di calcio in Sud Africa. Di internazionale non c’è un bel nulla tra gli argomenti cercati, a meno che non si debba considerare come tale la ricerca “ Rodriguez” (6° posto nella classifica di Yahoo), a conferma del potere perverso non tanto della bellezza quanto del pettegolezzo. Ma mettiamo pure che l’assenza dei grandi eventi internazionali sia dovuta alla volatilità delle notizie, al loro incalzante susseguirsi che ne impedisce il sedimentarsi. Allora, immaginiamo, andrà meglio con quegli strumenti messi a disposizione dalla rete per accrescere la propria cultura e informazione, da Wikipedia ai principali siti giornalistici, dalle pagine interattive dei grandi musei a quelli delle grandi biblioteche, ecc… Ma anche qui dobbiamo constatare amaramente un fallimento, perché tra i primi dieci non solo non compare il sito Wikileaks o Google Earth ma neppure, ed è davvero clamoroso, l’utopia realizzata di Jimmy Wales.

No, come strumenti di conoscenza gli italiani hanno scelto di usare principalmente le “previsioni meteo” o il “meteo”, (entrambe posizionate al posto n°8 sui due motori) e si sono fatti coadiuvare nelle loro scelte esistenziali dai “tarocchi” (10° yahoo) e dall’ “oroscopo” (3° yahoo). Per correttezza dobbiamo dire che almeno un generico “mappe” (9° posto yahoo) compare, facendo immaginare ai più benevoli interpreti un rinnovato interesse italico per la geografica, a cui tuttavia gli insani critici replicano ipotizzando semplici ricerche di indicazioni stradali.

Tra gli strumenti del sapere più digitati si annovera anche la parola “google” ma viene da chiedersi quanti milioni di geni ci sono in Italia che cercano la parola “google” proprio su google (e devo essere tanti, dato che è al 7° posto). Strumento di condivisione di informazioni potrebbe essere pure “streaming” (9° su google) a cui associare obbligatoriamente lo straripante “youtube” che si piazza secondo nella classifica annuale di google. E mentre con “streaming” l’associazione va immediatamente a tentativi di visionare di straforo film o eventi sportivi – “aggratis”per capirci - “youtube” qualche speranza la concede, dato che (seppure raramente) qualche video di informazione scala la classifica dei più visti ( e pur essendo spesso un riciclo della televisione). Per quanto riguarda le cose di casa - visto che i dati sono relativi all’Italia – non c’è modo di trovare in vetta neppure un evento di un qualche interesse. Non si cercano “150 unità”, non “Pompei”, non “crisi economica”, non “Fiat” o “Pomigliano”, non “lavoro”, non “l’Aquila”, non “euro”, non “rifiuti”, non “Napoli”. E neppure “Italia”. Latitano anche i leader politici, da “Grillo” – il re della rete - a “Di Pietro”, da “Bersani” a “Casini” e neppure “Fini” e “Vendola”, che la rete stanno imparando a sfruttarla. E, sacrilegio dei sacrilegi, nemmenoBerlusconi” compare tra i primi dieci ricercati.

E allora, quali sono gli argomenti italici su cui più si interrogano e si struggono i connazionali internauti? Cosa va oltre la politica, la cronaca e le problematiche quotidiane? Il nostro senso civico e la nostra curiosità intellettuale ci porta ad informarci appassionatamente di “Calciomercato” (7° su yahoo), che non è neppure uno sport ma un mero chiacchiericcio sul calcio. E in un crescendo di impeto culturale in quinta posizione (su yahoo) si colloca il “grande fratello”, finto spaccato televisivo di sociologia e antropologia italica, i cui concorrenti parlano lievemente o incazzosamente del nulla per mesi interi. Ma l’apoteosi dell’interesse, la questione delle questioni italiche per il 2010 è qualcosa di ancora più sconvolgente: gli italiani infatti si interrogano all’unisono sul significato del “superenalotto”, che si colloca in quarta posizione su yahoo e che conferma la sete di sapere che tutti ci anima. O la nostra irriducibile speranza nello stellone, che rovina le nostre vite. Ma si sa, storicamente gli italiani sono un popolo che ama la bella vita e questo è il presupposto per immaginare che nelle ricerche un posto di rilievo l’abbiano “viaggi”e “vacanze”, oppure “monumenti”e “arte” o, alla peggio, “vino” e “cucina”. E invece gli italici internauti se la godono cercando la parola “giochi” che occupa la sesta posizione su google e la seconda su yahoo: il che offre il quadro di quanto sia diffuso l’infantilismo giocherellone in questo paese. A guardare la classifica, non tutto però è perduto, perché in entrambi i motori primeggia l’incontenibile marchio di faccialibro.

“Facebook” è il most wanted italiano, a cui si associa il più dettagliato “facebook login” al quinto posto su google. E, vivaddio, si tratta di una notizia confortante, perché dimostra che la socialità e la condivisione sono ancora fatti importanti, in questo strambo paese. E a confermarlo è anche la presenza (10° posto su google) di "libero mail", unico sito di posta elettronica nelle prime posizioni. Confortante, certo, questa voglia di comunicare, ma anche un poco deprimente, se messa in relazione con gli altri primi 20 risultati: di cosa infatti parleranno questi milioni di utenti di faccialibro, vista la qualità (molto bassa) dei loro interessi internautici? Restano ancora su google due posti vuoti, al terzo e quarto posto: ricerche enigmatiche che spingono ad interrogarsi. La medaglia di legno è occupata da “you”. “You” cosa, vi chiederete. “You” e basta, che milioni di italiani cercano disperatamente. E qui è facile dire che la ricerca era da associare a “you tube” e probabilmente è così, visti i risultati che si ottengono digitando su google. Ma a noi piace, talvolta, pensare diversamente. E vogliamo credere che quel “you” sia contemporaneamente la ricerca dell’altro (di un "tu" che sempre si attende) ma anche la ricerca di se stessi (quel "tu" che sono io)  e che costituisca anche la ricerca di una dimensione internazionale del vivere e dello stare al mondo, che passa necessariamente attraverso la lingua inglese. E anche quel "libero" sul gradino più basso del podio lo vorremmo interpretare con fantasia. Perché è altamente probabile che la ricerca si riferisca al famoso sito generalista italiano, ma noi vorremmo osare l’impossibile.

Vogliamo sognare ad occhi aperti che gli italiani ricerchino l’aggettivo “liberoper scoprire in quante declinazioni e in quanti modi e in quante forme si può realizzare la libertà. E che scoprano quotidianamente e con rinnovata sorpresa che la strada maestra per essere e diventare “libero” è quella tracciata dalla curiosità e dalla conoscenza.

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.126) 4 dicembre 2010 19:35

    Articolo indubbiamente interessante . Viene però da dire che proprio a causa della sua fruibilità sempre più diffusa , in rete si riproducono gli stessi standard di interesse culturale della vita di tutti i giorni .

    Quindi niente di strano che il significato di superenalotto sia più gettonato di you , semmai è la conferma che un numero sempre maggiore di persone si avvicina ad un mezzo di diffusione delle informazioni che, almeno nei suoi inizi era fortemente elitario . E’ chiaro che aumentando il numero dei fruitori diminuisce la percentuale qualitativa della ricerca, esattamente come nella vita di tutti i giorni . 
    Se vai per strada incontri più persone ignoranti che colte e andare su internet oggi è come uscire nella strada , una strada che arriva in tutto il mondo.

    paolo
     
    • Di marco unia (---.---.---.139) 6 dicembre 2010 10:39

      @paolo, c’è una domanda che rimane senza risposta: perchè occuparsi di fatti e notizie italiane/mondiali è meno interessante che occuparsi di tarocchi? Perchè utilizzare il cervello è considerato un peso, specie nel nostro paese? Perchè pensare è male, mentre dovrebbe costituire la nostra essenza? Perchè anche potendo migliorare le nostre conoscenze ci riduciamo a seguire stupidaggini?

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.82) 4 dicembre 2010 19:41
    Damiano Mazzotti


    Gli italiani sono degli strani cristiani con una doppia anima: una legata alla roma dei pagani, l’altra all’antica arte peninsulare Italiota dei ruffiani...

    E chiaro che poi molti si fanno fregare i soldi dai maghi e e si sputtanano i soldi dicendo un sacco di stronzate al telefonino...

  • Di (---.---.---.11) 4 maggio 2012 18:29

    siamo un paese di vecchi ignoranti e bigotti... i programmi più seguiti sono i vari maria de filippi e i giornali più letti quelli di gossip!! il grande fratello vi ha fottuto il cervello......

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