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Isis, il terrore dietro l’angolo

Il terrore corre doppio in questi giorni; l'Isis minaccia di giungere in Italia, di riuscire a innalzare il suo tetro vessillo perfino in piazza San Pietro, cuore della cristianità. Gli uomini neri stanno battendo palmo a palmo la Libia conquistandone i villaggi e le città. 

Sono a trecentocinquanta chilometri di distanza dalle nostre coste; ciò fa emergere e diffondere scenari apocalittici in cui i tagliagole si aggirerebbero per le nostre strade uccidendo senza pietà. 
Il terrore, dunque, corre doppio in questo frangente. 
Paralizza ancora più efficacemente perché questa volta si ipotizza che i video, in cui poveri ragazzi vengono sgozzati, arsi vivi, quindi giustiziati nei modi più atroci, non sono una realtà distante, un film horror, un teatrino costruito ad arte, sono una possibile e tremenda realtà dietro l'angolo di casa nostra.
In questo tentativo di diffusione del terrore gli uomini dell'Isis sono maestri assoluti, tanto che si è ipotizzata l'esistenza di studi, paragonabili a quelli cinematografici, dove verrebbero realizzati con assoluta cura i video delle decapitazioni poi messi sul web.
 
A nulla serve informare gli italiani che le milizie jihadiste non posseggono armi evolute e non sono organizzate come i moderni eserciti, la paura è destinata a crescere rischiando di generare un isterismo collettivo.
 
Certamente il pericolo non può essere sottovalutato e la popolazione sarebbe, forse, meno preoccupata se arrivassero segnali forti dal nostro governo. Attualmente il timore è in aumento perché i terroristi islamici minacciano di utilizzare i migranti come arma, lasciandoli andare alla deriva verso il nostro Paese su numerosi barconi. Per noi significherebbe il collasso.
 
Occorre immediatamente scongiurare il rischio di una nuova crociata che coinvolgerebbe tutto il mondo occidentale. Mantenere la calma e adoperarsi da parte del nostro governo per arginare immediatamente il rischio è auspicabile e necessario ma per questo l'Italia dovrà urgentemente cercare accordi a livello internazionale perché l'Isis non paralizzi totalmente il nostro già squinternato Paese.
 
©DeniseInguanta
Questo articolo è stato pubblicato qui

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