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Iran, prese parte alle proteste: condannato a morte, rischia l’impiccagione

Un altro manifestante della protesta Donna Vita Libertà rischia di essere impiccato tra pochi giorni.

Il 12 ottobre Reza Rasaei, un curdo iraniano di 34 anni, aderente alla fede religiosa yarsan, è stato condannato da un tribunale di Kermanshah per il reato di “moharebeh” (“guerra contro Dio”), avendo secondo l’accusa ucciso a coltellate l’ex capo delle Guardie rivoluzionarie della città di Sanneh, Nader Bayram.

Il 18 novembre 2o22 a Sanneh era in corso la commemorazione di Seyyed Khalil Alinezhad, un importante artista e leader della comunità yarsan deceduto 21 anni prima. Dalla commemorazione nacque una protesta di massa, una delle tante in corso in Iran.

La repressione fu spietata anche quella volta e a guidarla personalmente fu proprio Bayram.

Dopo l’arresto, avvenuto il 24 novembre, Rasaei è stato torturato e costretto a confessare la propria colpa, senza poter essere assistito da un avvocato di sua fiducia.

(La foto è tratta dal portale hengaw.net/en

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