• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Scienza e Tecnologia > Intervista al Dr. Hu sulle cellule staminali

Intervista al Dr. Hu sulle cellule staminali

Iintervista al dott. Sean Hu, Chairman della Shenzhen Beike Biotechnologies Co. ltd.

1 –- Innanzitutto, Dottor Hu, grazie per averci concesso questa intervista. Vuole, come prima cosa, dirci qual’è la “mission” della Beike ?

E’’ presto detto : la terapia a base di cellule staminali è il Futuro della Medicina, quindi la mission della Beike è di rendere disponibile ora la tecnica del domani, basata per
l’’appunto sulle staminali. Si è visto che è sicura nel trattamento di malattie finora definite incurabili.

2 –- Puo’ brevemente parlarci della storia della Beike? Di come ha potuto crescere cosi’ velocemente? E poi, vorremmo anche chiederle perché la terapia a base di staminali non è diffusa in tutto il mondo.


Beike è una organizzazione nuova, fondata nel luglio dello scorso anno. Io personalmente, però’, mi occupo (e sostengo) questo tipo di ricerca già dal 2001. Grazie alle risorse economiche messe a disposizione di varie università ho avuto la possibilità di seguire un numero molto alto di pazienti. E’ dal 2004 in avanti, in particolare, che ho notato notevoli miglioramenti…… in pazienti che erano stati definiti incurabili. Ecco perché ho deciso di dar vita a un’azienda il cui scopo fosse promuovere questa terapia.

Quanto agli ostacoli che le staminali incontrano altrove… beh, prendiamo gli Stati Uniti, per esempio. Mi sorgono spontanee due considerazioni.

La prima è che lì’ l’ostacolo nasce da considerazioni di tipo etico o per il credo religioso. Molta gente pensa che usare le staminali non sia etico, specialmente nel caso di staminali ottenute da embrioni.

Poi c’è da dire che negli Stati Uniti tutto deve passare attraverso la FDA, la Food and Drug Administration. Prima che la FDA dia il suo benestare alle staminali, passeranno da 5 a 8 anni. Ecco, personalmente, ritengo che le cellule staminali non abbiano nulla a che fare con le “medicine” in senso classico. Non sono un medicamento, e quindi non dovrebbero essere regolate in quel modo dalla FDA. Quella a base di staminali è una terapia, come dire… molto personale”, molto piu’ simile a un trapianto. Ci sono un donatore e un ricevente, e in tal senso la nostra terapia è analoga a un trapianto di midollo, semmai.

Rimaniamo negli Stati Uniti: lì’ le staminali ematiche vengono usate da piu’ di sessant’anni per curare la leucemia, e c’’è una lunga storia di successi, quindi è un trattamento sicuro. Se non fosse sicuro, come avrebbero potuto curare quei pazienti con successo? Pertanto, deve poter essere usato per molte altre patologie.

Ciò’ che veramente non è etico, secondo me, è non dare ai pazienti la possibilità di curarsi. Prendiamo, per esempio, i malati di Sclerosi Laterale Amiotrofica,… fra il 70 e l’’80 % di loro muoiono entro 5 anni. Non possono aspettare i tempi della FDA. Devono potersi curare e basta. Ecco, per loro è sicuramente etico, perché noi abbiamo la possibilità di fermare l’’avanzamento delle loro malattie, se non addirittura di farli migliorare!

3 - Quanti pazienti ha curato, e per quali patologie?

Dal settembre del 2001 in poi, quando ho iniziato a occuparmi dei primi casi di Sclerosi Laterale Amiotrofica, piu di ottocento.

Le patologie…, beh,… Paralisi Cerebrale…, Trauma Cerebrale,… Ictus,… Lesioni al Midollo Spinale…, Sclerosi Laterale, Amiotrofica… ma non solo : grazie alle cellule staminali ho visto anche ricrearsi ex novo vasi sanguigni, come nel caso di pazienti affetti da Piede Diabetico. Anche in questo caso, ho riscontrato grandi miglioramenti.

4 –- Ci dica qualcosa in piu’ riguardo ai risultati incoraggianti che la Beike ha riscontrato nei pazienti trattati.



Molti, molti di loro hanno ottenuto ottimi risultati grazie alle staminali.

Per esempio… parliamo di Lesione al Midollo Spinale, di persone che dal petto in giu’ non avevano piu’ alcuna sensibilità… ebbene, recuperano il controllo della loro vescica per un tempo cha va da 10 a 20 minuti, nonché un discreto grado di mobilità negli arti.

Altro esempio, i bambini affetti da Paralisi Cerebrale… dopo la cura possono alzare la testa, dicono piu’ parole, hanno il controllo delle proprie mani. Molti… molti miglioramenti!

5 –- Cosa puo’ dirci del futuro della Beike e dei suoi trattamenti?

Noi abbiamo una gran fiducia in cio’ che stiamo facendo, e questo grazie ai miglioramenti nelle condizioni dei malati. Ma guardate i casi di persone malate da anni e anni! Tante diverse cure convenzionali, con tanti dottori… e niente. Poi tentano con le cellule staminali e grazie a noi molti,
ma molti di loro migliorano. Ecco… quindi è chiaro che ho una gran fiducia nelle nostre tecniche.

Ora la Beike è l’azienda leader in campo clinico, siamo i numeri uno al mondo, certo… ma… ma sarà difficile mantenere questa leadership per sempre. Dipende anche dai fondi a disposizione. E comunque non basta essere i numeri uno dal punto di vista della ricerca scientifica.

Invece di investire tutto nella ricerca, cioò che davvero conta, secondo me, è creare una sorta di piattaforma operativa, un vero e proprio network. Io penso a una grande rete che associ laboratori, centri di cura e ospedali, dottori. Una piattaforma che –- una volta creata - possa collaborare anche a livello internazionale con altre aziende di biotecnologia e con le università… e tutto questo affinchè i risultati vengano subito resi disponibili ai pazienti.

Ecco cosa conta davvero… essere al numero uno per il lavoro sui pazienti.

6 -– Le cellule staminali che impiegate sono per uso clinico? Voglio dire… come le ottenete e le coltivate?

Il tutto è rigorosamente secondo gli standard internazionali. Una volta isolate, le staminali (che possono essere tratte dal sangue del cordone ombelicale, ma anche dal sangue del paziente stesso o dal midollo spinale) vengono inviate alla Banca Statale del Sangue.

Qui tutto viene sottoposto a un primo screening, alla ricerca di eventuali malattie infettive o genetiche. Se le cellule superano questo primo severo controllo, allora le
isoliamo e le coltiviamo nei nostri laboratori.

In ogni caso, non le lasciamo certo crescere oltre la quinta generazione: le staminali che trapiantiamo nei nostri pazienti non hanno mai piu’ di 7/10 giorni di vita.

Commenti all'articolo

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares