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Interno Familiare: Teatro Musicale a Napoli

Al Ridotto del Teatro Mercadante dal 29 gennaio al 3 febbraio 2013, Paolo Coletta è andato in scena una piccola opera di teatro musicale tratta dal racconto “Il mare non bagna Napoli” di Anna Maria Ortese.

Tutto si svolge nel giorno della vigilia di Natale. In una casa nel quartiere di Monte di Dio, un’adulta zitella di trentanove anni, Anastasia Finizio, scopre che, dopo anni di assenza, è tornato in città un giovane di cui è stata innamorata.

Una notizia che le risveglia i sogni sopiti, le fa immaginare la possibilità di una “vita nuova” aprendola a un amore che la schiodi dalla sua quotidianità di casa e lavoro, lavoro e casa.

Un viaggio nell’immaginazione che ella intraprende seguita da quattro donne della famiglia, che la accompagnano, la pungolano, la giudicano, e la compatiscono in una specie di accerchiamento. Con l’arma della persuasione o forse per il solo semplice fatto di esisterle accanto, guidano il percorso interiore di questa donna che non ha mai conosciuto l’amore, definendone il ritratto di una perdente assoluta.

La musica, composta da Paolo Coletta, trasforma in lingua scenica le parole dette e pensate del racconto, dando voce alle cinque attrici-cantanti, soprattutto in quei momenti in cui sembra che i personaggi non sappiano dire o non vogliano dire.

Monica Assante di Tatisso, Daniela Fiorentino, Ivana Maione, Antonella Romano, e Peppa Talamo, coadiuvate e guidate con perfetto sincronismo dal fonico Diego Iacuz, offrono non solo un saggio del personale talento, ma interpretano una drammaturgia corale di ottima fattura.

Nei vari contesti di riferimento, con motivi e temi ricorrenti, la musica riesce a far cogliere la figura decorosa ed elegante di Anastasia Finizio, che assapora nell’arco di una giornata l’ardore della passione per un uomo ritornato dal passato; la Madre e l’amica confidente Dora, la sorella minore Anna e la Zia Nana creano l’Interno Familiare, che tra discrezione e ardore, sentimenti e convenzioni sociali raggirano la profonda amarezza insanabile di un’illusione.

Uno sguardo sulla famiglia, dove spesso, recluso tra mura domestiche, nell’inconsapevolezza più totale, il dolore può abitare per sempre, trasformandola in luogo di solitudine. Anna Maria Ortese, in questo romanzo scritto nel 1953, narra con passione di queste icone di un’effimera felicità domestica, che come in un presepe raccontano di una vita “interna” e di una vita che fuori della “capanna” ha un sapore di libertà. I pastori sono liberi di fermarsi alla taverna, il pescivendolo di vendere la sua “spasella”, di incontrarsi con gli amici…

Gli egoismi e le invidie, spesso trasformano la famiglia, in un luogo in cui si condannano i personaggi a una solitudine amara e incosciente.

Interno Familiare è una piccola opera di teatro musicale, quasi un’opera buffa, che ha trasformato un bel romanzo in una partitura per cinque voci attrici e cantanti.

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