• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Società > Insegnamento di religione: la miglior scelta è quella di non (...)

Insegnamento di religione: la miglior scelta è quella di non avvalersi

La migliore scelta educativa per i bambini? Non sottoporli all’insegnamento della religione cattolica (Irc), che per legge è «impartita in conformità della dottrina della Chiesa» da insegnanti però scelti a insindacabile giudizio dei vescovo.

È questa l’opinione dell’Uaar in merito al messaggio a studenti e genitori che la presidenza della Conferenza episcopale italiana ha rivolto loro lo scorso 9 gennaio — alla vigilia dell’apertura delle iscrizioni per l’anno scolastico 2015/2016 (dal 15 gennaio al 15 febbraio) — per incoraggiarli ad «avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica».

La Cei sottolinea che «questa scelta non è una dichiarazione di appartenenza religiosa, né pretende di condizionare la coscienza di qualcuno» ma che «la storia da cui veniamo è un dato immodificabile e le tracce che in essa ha lasciato e continua ad offrire la Chiesa costituiscono un contributo evidente ed efficace per la crescita della società di tutti».

Comprensibile che la Chiesa faccia leva su questi argomenti ma la verità, secondo l’Uaar, è che ciò di cui questo Paese ha davvero bisogno è una scuola laica nella quale possano trovare spazio tutti e tutte, quanti si riconoscono in altre confessioni religiose e quanti non si riconoscono in nessuna.

L’istituto dell’Irc è una ferita ad una scuola che dovrebbe essere inclusiva. Lo sa l’Uaar e lo sa persino l’Onu, il cui Comitato sui diritti dell’infanzia, nel 2011, ha espresso il timore che «la libertà dei minori di ricevere o meno un’istruzione religiosa nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie possa essere compromessa nella pratica dalla mancanza di valide alternative di insegnamento», chiedendo che lo Stato intensifichi «gli sforzi per garantire nella pratica l’effettivo carattere facoltativo dell’istruzione religiosa».

Raccomandazioni, sottolinea l’Uaar, tuttora disattese. Perché, nonostante la legge lo preveda espressamente qualora gli studenti e le famiglie ne facciano richiesta, molte scuole non hanno affatto organizzato attività alternative.

Insomma, l’Insegnamento della religione cattolica grava sulle casse dello Stato, che però non ha facoltà di scegliere gli insegnanti, e lede il principio di laicità delle istituzioni: la miglior scelta è quella di non avvalersi.

Foto: Ramble22/Flickr

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità