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Il volo di Icaro: in Campania proliferano la pale eoliche. Perché?

Le pale eoliche invadono la Campania. Il caso della provincia di Salerno.

La Campania rischia di volare. Non è uno scherzo. Con tutti gli aerogeneratori installati nel territorio regionale ci sono così tante pale eoliche, che si ha quasi l’impressione che qualcuno voglia sfidare la legge di gravità. Per il momento le uniche leggi che permettono di fare miracoli sono quelle dello Stato italiano. L’ultima, in ordine di tempo, è la 99 del 2009 che ha introdotto nuove norme per lo sviluppo dell’energia rinnovabile. Secondo l’articolo 43 chi vuole installare aerogeneratori con una potenza inferiore a 1 Mw non ha bisogno della Valutazione d’impatto ambientale. Il Via era, di fatto, l’unico deterrente contro il proliferare di centrali eoliche. Un ostacolo spesso superabile, e accentrato nelle mani degli uffici regionali. Con i contributi che prevede lo Stato, una centrale eolica di media potenza (20 Mw) può fatturare anche 500mila euro all’anno. Merito di un’altra legge, la 488/1992 che concede agli imprenditori anche 200 euro a Mw/h.

In provincia di Salerno ci sono poche centrali rispetto alla provincia di Avellino e Benevento. Eppure da due anni aumentano le richieste e le istruttorie per i piccoli impianti, che appesantiscono le scrivanie dei dipendenti provinciali. Per le centrali più grandi se ne occupa la Regione. Proprio tra qualche giorno saranno resi noti i progetti approvati dalla Provincia che riguardano il settore energetico. Sul Bollettino regionale sono state già pubblicate le autorizzazioni per due aerogeneratori da 900 Kw. Le due mini pale saranno costruite nel comune di Altavilla Silentina. Impianti proposti da due società: una con sede legale a Montecorvino Rovella e l’altra a Napoli.

Non c’è solo l’eolico. Tanti anche i progetti per il fotovoltaico ed energia da biomasse. Tutte concentrate nelle aree interne: ci saranno pannelli a Sicignano degli Alburni, a Serre, a Battipaglia. Ovunque è possibile, si fa una richiesta. Basta poco. Un capitale sociale da 10mila euro, le carte in regola e uno studio che attesti che il vento soffia. Una parcellizzazione, tanti funghi che sbucheranno su tutto il territorio. Per il momento solo per gli impianti inferiori a 1 Mw saranno installati pannelli per un potenziale complessivo di 11 Mw; due impianti a biomasse per un 2 Mw complessivi; e altri 2 Mw per le mini pale eoliche. La provincia di Salerno ha bisogno di tutta questa energia? E soprattutto si riducono le emissioni di Co2 in atmosfera? Di sicuro ad aumentare sono i conti correnti di chi investe. La Provincia non può opporsi; non ha un Piano Energetico. Come non ce l’ha la Regione e nemmeno lo Stato italiano. E allora si continua a cercare l’oro. Come i pionieri del Far West.

 

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