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Il sesso come gioco privo di significato

Under the skin del 2013 di Jonathan Glazer ci racconta la storia di un alieno che ha le sembianze di una bellissima donna. Grazie al suo corpo molto attraente l’alieno adesca vari uomini incontrati per strada, i quali, una volta sedotti, vengono intrappolati in una dimensione onirica. Il film tra l’altro offre una visione del sesso abbastanza vuota e banale: l’alieno seduce tanti uomini con fin troppa facilità procurandosi diverse avventure sessuali.

 

In Don Jon del 2013, di Joseph Gordon-Levitt, invece possiamo osservare la vicenda di un ragazzo italo-americano per cui sono importanti solo la messa, la palestra, la discoteca e le ragazze. La sua più grande passione è però il porno per mezzo del quale rovina anche una storia d’amore. In questo film, in varie scene, si offre tra l’altro una visione del sesso come momento svuotato di ogni senso, un sesso ridotto a puro godimento, un sesso fine a se stesso.

Adesso facciamo riferimento a Nymphomaniac, un film del 2013 diretto da Lars von Trier. In questo film Joe, la protagonista, descrive le sue esperienze sessuali da quando era una ragazza fino all’età in cui racconta la sua vicenda. Joe ha un problema con il sesso: lo vive come una malattia, come un’ossessione, non riesce per niente a smettere di fare sesso. La sua è una vera e propria mania, una pratica alquanto banale che sconfina con la catalogazione dei diversi partner con cui consuma le sue esperienze sessuali. Joe è una ninfomane e il regista nel raccontare questa malattia offre anche una visione critica della società contemporanea. Il regista ci trasmette anche la sua percezione del sesso come viene vissuto nella nostra società: un sesso spesso banale, vuoto, privo di significato, un sesso come gioco ripetuto e ripetuto più volte e mirato solo alla libidine dei sensi, alla più sfrenata concupiscenza.

I tre film citati sono molto recenti e come tanti altri offrono una panoramica sul sesso nella società contemporanea: il sesso, come il discorso e il messaggio dell’odierna società dell’immagine e dell’apparire, è svuotato di ogni significato, è patina senza spessore, è una dimensione onirica in cui si rimane intrappolati e attoniti come succede nel primo film citato.

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