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Cina, il ritorno dell’aviaria, salgono a 9 le vittime

Oltre alle mascherine per proteggersi, andate letteralmente a ruba in queste ultime settimane, i cinesi si dovranno inventare nuove soluzioni (e piatti tipici anche) per combattere la paura di un nuovo contagio. Calo di vendite di pollame e tanta preoccupazione.

Salgono a 9 le vittime accertate per il virus H7N9 a causa del nuovo ceppo di influenza aviaria esploso recentemente in Cina. Si parla di 28 casi infetti concentrati soprattutto nella zona di Shanghai e nelle province di Zhejiang, Anhui e Jiangsu.

Secondo le autorità si tratterebbe di un virus che si trasmette solo dai volatili all’uomo, si esclude quindi l’idea del contagio diretto tra esseri umani. Ma avvertono, bisogna monitorare la situazione perché il virus potrebbe evolversi. Intanto Liu Yandong, vice premier, durante una visita al Centro Cinese per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie tenutasi lunedì ha ribadito di prestare attenzione ai pazienti contagiati e di intensificare gli sforzi per evitare che l’epidemia si espandi.

Niente panico verrebbe da dire, i casi riscontrati sono tutti concentrati nel territorio cinese. Ciò non tranquillizza sicuramente il mercato del pollame locale, come ci si poteva aspettare: calo delle vendite dal 20 al 50 per cento in alcune zone (Shijiazhuang) e stop temporaneo al commercio, senza una chiusura effettiva.

La FAO (Food and Agriculture Organization) non manca anch’essa di raccomandazioni, la Nigeria e le altre regioni farebbero bene a controllare le misure di sicurezza per evitare un contagio. Intanto aggiunge, rivolgendosi alle autorità cinesi, di provvedere immediatamente alla notifica di nuovi contagi dal momento che il nuovo virus non produce, o comunque manifesta in maniera lieve, sintomi di malattia negli animali.

E la Nigeria non dovrebbe esser la sola a prendere precauzioni, con più di 18milioni di tonnellate prodotte lo scorso anno e il 20% di esportazioni, la Cina è tra i primi paesi per consumo pro capite di pollo con una media di 10,59 kg all’anno. Le autorità, stando anche ad alcuni scandali scoppiati a causa di false notizie per spaventare i consumatori, rassicurano che la carne di pollo, così come le uova, sono al sicuro se cucinate correttamente.

C’è chi invece trova che la preoccupazione vada combattuta in altro modo: abbassando il prezzo dei propri prodotti. La multinazionale McDonald’s, leader nei fast food, rilancia i suoi McNuggets applicando uno sconto di quasi la metà, per invogliare i consumatori all’acquisto, proprio un paio di giorni dopo dell’annuncio dei primi casi di infezione. Prezzo che scende, prezzo che sale. Tempestivo anche quello dei prodotti complementari: ortaggi e pesce, giusto perché a guadagnarci ci siano un po’ tutti, una volta per ciascuno.

E gli effetti sulla paura derivante da contagio si ripercuotono anche a livello sociale. E proprio contro la paura che il dipartimento di polizia di Jiangsu ha pubblicato una serie di post per chiamare l’attenzione dei cittadini contro le frodi derivanti da panico. Tra queste ci sono alcune organizzazioni che chiedono fondi e donazioni per prevenire la malattia, produttori di farmaci che vendono medicine spacciandole come “rimedi all’influenza”, finti rappresentanti governativi che si rivolgono direttamente alle farmacie, ufficiali del reparto educativo che chiedono alle scuole una tassa per “la prevenzione”… Insomma, se ne vedono di ogni. Come dire oltre al danno, la beffa.

Commenti all'articolo

  • Di GeriSteve (---.---.---.117) 10 aprile 2013 17:28

    In realtà la "beffa" è già in corso da anni:
    il pericolo di nuove epidemie è reale, ma viene amplificato a beneficio delle grandi case farmaceutiche che lucrano sulla paura e vendono vaccini agli stati e agli individui.

    Diciamolo chiaro: i laboratori in cui si studiano questi nuovi virus e si preparano vaccini NON lavorano per prevenire le vere epidemie: loro guadagnano - e ci hanno guadagnato bene- nel prevenire epidemie che non ci sono, ma soprattutto guadagnerebbero tantissimo se ci fosse un’epidemia vera.

    Diciamo che i loro interessi sono in forte contrasto con quelli dei cittadini, e questo costituisce un pericolo non da poco.
    GeriSteve

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