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Il potere non logora Cielle

Ciel­le che snob­ba la po­li­ti­ca? O, cir­co­stan­za an­co­ra più in­cre­di­bi­le, i po­li­ti­ci che snob­ba­no Ciel­le, di­ve­nu­ta im­prov­vi­sa­men­te fuo­ri moda? Sono let­tu­re di que­sti gior­ni, in cui si svol­ge il tra­di­zio­na­le mee­ting di Ri­mi­ni. E sono let­tu­re che non con­vin­co­no trop­po, dati alla mano.

L’u­ni­ca voce un po’ scet­ti­ca è sta­ta quel­la di Con­ci­ta De Gre­go­rio su Re­pub­bli­ca. Per con­tro, Ste­fa­no Fel­tri, sul Fat­to Quo­ti­dia­no, ha scrit­to sen­za mez­zi ter­mi­ni che “la ri­le­van­za po­li­ti­ca del Mee­ting è crol­la­ta e, sen­za po­li­ti­ca, del mee­ting non re­sta nul­la”. Quin­di sa­reb­be inu­ti­le an­dar­ci. Per Er­ne­sto Mi­la­ne­si, sul Ma­ni­fe­sto, quel­lo in cor­so è il “mee­ting del­la cri­si”: è cre­sciu­to il dis­sen­so in­ter­no, è ca­la­to il bu­si­ness, e la cre­di­bi­li­tà del­la ga­las­sia ciel­li­na “deve fare i con­ti con in­con­fes­sa­bi­li ver­go­gne, pec­ca­ti mor­ta­li e ten­ta­zio­ni ere­ti­che”. Luca Sap­pi­no, sull’Espres­so, nota tan­te as­sen­ze im­por­tan­ti — a co­min­cia­re da quel­la del pre­mier — e una di­mi­nui­ta in­fluen­za sul go­ver­no. Sul Cor­rie­re del­la Sera Aldo Caz­zul­lo ha a sua vol­ta de­scrit­to lo stes­so fe­no­me­no, ma da buon em­bed­ded l’ha pre­sen­ta­to come una scel­ta di Ciel­le, ov­via­men­te po­si­ti­va: Il mee­ting re­sti lon­ta­no da po­li­ti­ca e af­fa­ri, avrà suc­ces­so. Sul­la stes­sa lun­ghez­za d’on­da Fran­ce­sco Lo Sar­do sul quo­ti­dia­no de­mo­cra­ti­co Eu­ro­paIl Mee­ting ha per­so la bus­so­la po­li­ti­ca. Ma è la sua vit­to­ria e li­be­ra­zio­ne.

La real­tà è un po’ di­ver­sa: o me­glio, non è poi tan­to di­ver­sa dal­la real­tà de­gli ul­ti­mi anni. Cer­to Ren­zi non è an­da­to al mee­ting: ma non è che in pas­sa­to il pre­mier di tur­no ci sia sem­pre ri­tual­men­te an­da­to. E co­mun­que Ren­zi (in gio­ven­tù sim­pa­tiz­zan­te ciel­li­no) ha con­ces­so un’in­ter­vi­sta al pe­rio­di­co del mo­vi­men­to, Tem­pi. Il papa, che qual­cu­no ri­tie­ne sia av­ver­sa­rio di Ciel­le sol­tan­to per­ché elet­to al po­sto di Sco­la, ha a sua vol­ta in­via­to un mes­sag­gio. L’e­sta­blish­ment eco­no­mi­co — quel­lo che con­ta real­men­te — con­ti­nua a es­se­re pre­sen­te in mas­sa, e gli spon­sor (an­che e so­prat­tut­to pub­bli­ci) con­ti­nua­no a fi­nan­zia­re mu­ni­fi­ca­men­te l’e­ven­to, no­no­stan­te i pro­ces­si del­la ma­gi­stra­tu­ra sul­la ge­stio­ne opa­ca dei fon­di.

Quan­to al po­te­re, il ciel­li­no Mau­ri­zio Lupi è sem­pre alla gui­da del po­ten­te mi­ni­ste­ro del­le in­fra­strut­tu­re, e ha scel­to il mee­ting per fir­ma­re l’ac­cor­do per i col­le­ga­men­ti ad alta ve­lo­ci­tà ne­gli ae­ro­por­ti con Mi­che­le Ma­rio Elia, am­mi­ni­stra­to­re de­le­ga­to di Fer­ro­vie del­lo Sta­to (spon­sor del mee­ting). Il ciel­li­no Ro­ber­to For­mi­go­ni, no­no­stan­te il rin­vio a giu­di­zio per as­so­cia­zio­ne a de­lin­que­re e cor­ru­zio­ne, è sem­pre al ver­ti­ce del­l’in­fluen­te com­mis­sio­ne agri­col­tu­ra del Se­na­to. Il ciel­li­no Ga­brie­le Toc­ca­fon­di è sem­pre sot­to­se­gre­ta­rio al­l’i­stru­zio­ne – come se non ba­stas­se la mi­ni­stra Gian­ni­ni, che ha a sua vol­ta scel­to il mee­ting per il­lu­stra­re la sua pro­po­sta di ri­for­ma del si­ste­ma sco­la­sti­co – e con­ti­nua ad agi­re qua­le lun­ga ed ef­fi­ca­ce mano de­gli in­te­res­si del­le scuo­le pri­va­te cat­to­li­che. Se tut­to il go­ver­no non va da Ciel­le, è solo per­ché tut­ta Ciel­le è già an­da­ta al go­ver­no. Ri­ma­nen­do­ci op­ti­me.

Tut­ti con­ti­nua­no a scri­ve­re del mee­ting, e già que­sto at­te­sta co­mun­que il gran­de po­te­re del­la “lob­by di Dio”. Così come lo at­te­sta il fat­to che, sal­vo spa­ru­te e lo­de­vo­li ec­ce­zio­ni, nes­su­no ab­bia il co­rag­gio di scri­ve­re del caso di don Mau­ro In­zo­li, più noto come don Mer­ce­des per il suo amo­re per il lus­so, con­dan­na­to e spre­ta­to per pe­do­fi­lia. Come uno sti­le di vita si­mi­le pos­sa es­se­re com­pa­ti­bi­le con il ruo­lo di fon­da­to­re e pre­si­den­te del Ban­co Ali­men­ta­re, che rac­co­glie cibo da di­stri­bui­re ai po­ve­ri, sem­bra ap­pa­ren­te­men­te un mi­ste­ro. Non lo è più di tan­to se si pen­sa che il po­ten­tis­si­mo Ban­co Ali­men­ta­re è part­ner di tut­ti i più gran­di su­per­mer­ca­ti e grup­pi ali­men­ta­ri ita­lia­ni. E for­se non lo è se solo si pen­sa che il Ban­co Ali­men­ta­re, in To­sca­na, è pre­sie­du­to da Leo­nar­do Car­rai, fra­tel­lo del brac­cio de­stro di Mat­teo Ren­zi. Mar­co Car­rai è tra quel­li che han­no det­to “pre­sen­te” al mee­ting di que­st’an­no. E il Ban­co Ali­men­ta­re, tan­to per chiu­de­re il cer­chio, è ov­via­men­te part­ner an­che del­le Coop e di Ea­ta­ly.

Chis­sà se la gran­de stam­pa na­zio­na­le scri­ve­rà pri­ma o poi di tut­to que­sto. Il pro­ble­ma at­tua­le di Ciel­le è for­se sol­tan­to uno: l’ag­guer­ri­ta con­cor­ren­za. Nel go­ver­no Ren­zi (ex scout cat­to­li­co) ci sono il neo­ca­te­cu­me­na­le Del­rio, una Ma­dia la cui “va­can­za del­la vita” è sta­ta a Me­d­ju­go­r­je, una Bo­schi che in­ter­pre­ta­va la ma­don­na nel pre­se­pe vi­ven­te… Mai vi­sti tan­ti back­ground si­mi­li in una com­pa­gi­ne di go­ver­no del­la Se­con­da Re­pub­bli­ca, a par­te il go­ver­no Mon­ti.

Per una cu­rio­sa coin­ci­den­za, sono an­che i due go­ver­ni che, nati in un’ot­ti­ca di spen­ding re­view, non han­no poi toc­ca­to i co­sti pub­bli­ci del­la Chie­sa.

Raf­fae­le Car­ca­no

 

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