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Il mondo sotto brevetto


In questi giorni ho letto “Il mondo sotto brevetto” della scienziata Vandana Shiva. Il mio odio nei confronti di quelle multinazionali, che rappresentano la parte più sudbola e antidemocratica degli Stati Uniti d’America, è più che triplicato. Al di là dei gusti politici, serve solo buon senso per condividere la critica forte e aspra dell’ambientalista indiana nei confronti di tutte quelle istituzioni internazionali che stanno creando, tramite l’estenzione smasmodica dei brevetti, un potente monopolio a danno, manco a dirsi, dei Paesi del Terzo Mondo. Ormai, le strategie delle multinazionali farmaceutiche o agro-alimentari vanno anche in direzione della brevettabilità della biodiversita’, cioe’ di quei saperi antichi, usanze e costumi dei popoli indigeni, che costituiscono la nuova terra di conquista, la nuova forma di colonizzazione di imprese famose come la Monsanto. Il TRIPS, l’accordo sui diritti di proprietà intellettuale legati al commercio, ha universalizzato le leggi statunitensi sui brevetti minando la possibilità per i paesi in via di sviluppo di provvedere ai bisogni alimentari e sanitari. Il sapere viene rubato, brevettato e milioni di contadini sono costretti a pagare ingenti somme per ciò che conoscono, coltivano e utilizzano da secoli. Un esempio? Le sementi vengono brevettate e manipolate geneticamente in maniera tale che risultino sterili i frutti, obbligando così gli agricoltori a ricomprare i semi dalle stesse multinazionali ogni anno. La proprietà intellettuale si sta trasformando in uno straordinario strumento finalizzato a saccheggiare le risorse naturali del pianeta e a creare profitto a chi è già ricco. A che servono le belle conferenze mondiali se una realtà così lampante è sotto gli occhi di tutti?! E’ l’occidente, e la sua cultura, a far si che i poveri diventino sempre più poveri…

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