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Il mondo ride di noi: non è colpa di Sarkozy

Il nostro è un paese che ha conquistato col lavoro e il sacrificio un posto nel mondo. Una reputazione che la bassezza della politica del presente sta incrinando.

Sgradevole ed inopportuno. Questo è stato il commento del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, al riso sarcastico che il presidente francese Sarkozy ha riservato ad un giornalista reo di aver chiesto un commento sulla serietà dimostrata dal nostro presidente del consiglio, Berlusconi nella gestione della crisi finanziaria europea. Mai in ambito ufficiale un paese membro dell’Europa era stato così volgarmente sbeffeggiato e deriso. D’altro canto il presidente francese, spalleggiato dalla cancelliera tedesca, Angela Merkel, altro non ha fatto che unirsi a quell’esercito di milioni di persone che proprio questo fanno tutti i giorni nella rete. Ridere del nostro presidente del consiglio e del nostro paese. Basta infatti digitare il suo nome su qualsiasi motore di ricerca per scoprire che spopolano sull’web giochini, barzellette, video che ritraggono il gioioso e vitale Cavaliere intento a prodursi nell’ormai planetario “bunga bunga” sventolando fra le mani la bandierina italiana. Un siparietto ed un lessico ormai parte del patrimonio mondiale dell’umanità.

Ma non è colpa di Sarkò se il nostro presidente è il gaudente fondatore del partito forza gnocca, non ha colpe neppure se, sempre il cavaliere, ha la tessera numero uno del partito dell’amore ed è, al contempo, l’unico politico al mondo a mantenere un intero postribolo con tanto di maitresse a libro paga e valenti rappresentanti sia in Parlamento che nei consigli regionali. E non è colpa di Sarkò neppure se non passa giorno che qualche quotidiano internazionale, dal Financial Time al Wall Street Journal dall’Economist a Stern, giusto per fare qualche nome, non dichiari il nostro presidente un “burattino” o un “incapace” per non dire di peggio, o se la fama del cavaliere è ormai così stellare che ha oscurato quella di Totò. Il povero Sarkò non è colpevole neppure del fatto che la reputazione del nostro paese sia al minimo storico, da terzo mondo insomma, avendo il nostro presidente portato in Europa, non tanto azioni concrete contro la crisi, con date, numeri e obiettivi, bensì barzellette, canzoncine di Apicella o, nel migliore dei casi, letterine di buoni propositi per un futuro remoto, stile Babbo Natale insomma. È la classe inconfondibile del piazzista.

Ma, dal momento che in Europa sanno leggere benissimo, e sanno anche dare un peso alla credibilità, si è preteso dal nostro esecutivo un impegno scritto almeno credibile prima di fare ulteriori danni al sistema o, per dirla in altre parole, l’asse franco-tedesco ha delineato con un diktat i precisi contorni delle azioni da intraprendere nel nostro paese, lasciando all’esecutivo italiano il compitino di colorare gli spazi con gli acquarelli, proprio come all’asilo gli scolaretti un più scansafatiche. E non possiamo che costatare come il nostro eroe, anche per fare questo, qualche difficoltà l’abbia avuta. Altro che pugnalata alle spalle del presidente, la Banca Centrale Europea è semplicemente stanca di buffonate, così come i mercati che penalizzano ingiustamente i titoli del nostro debito.

No, tutto questo non è colpa di Sarkò, è colpa di chi questo governo lo ha votato, di chi ha abboccato all’imbonimento becero e volgare della propaganda, è colpa del comportamento basso e strisciante di quei “liberi servi” come suole definirli, e definirsi, Giuliano Ferrara che, accorsi in massa alla mensa del padrone aspettano le loro briciole, quegli opportunisti cioè che macerati nella faziosità lanciano strali e invettive contro i giudici, l’Europa, la Chiesa, Confindustria, i sindacati, i giornali, l’opposizione, gli extracomunitari, Napolitano e tutta quella masnada puzzolente di “comunisti” che vuole il male del loro povero capo, convinti che proprio quella puzzolente masnada non possa ambire ad essere un’alternativa credibile all’attuale governo.

Caro Giuliano, forse ti fa difetto qualche nozione di logica perché devi proprio sapere che qualsiasi cosa è preferibile al peggio e che l’attuale governo sarà ricordato nella storia per aver collezionato la più incredibile serie di record che l’Italia ricordi. Ha aumentato il debito pubblico portandolo al massimo assoluto nella storia del nostro paese, ha raggiunto il più alto livello di tassazione sui redditi dei cittadini, il 44%, con la diretta conseguenza che gli stipendi sono divenuti i più miserabili d’Europa, più bassi della Spagna, forse appena meglio della Grecia, ha messo a segno nell’ultimo decennio il più basso tasso di crescita del vecchio continente, il peggiore di sempre ma, in compenso, siamo riusciti ad avere i giovani più disoccupati del mondo conosciuto con, al contempo, i parlamentari più pagati ed assenteisti. E come ciliegina, non dobbiamo dimenticare di aver raggiunto il picco assoluto di evasione fiscale, dice la guardia di finanza, con l’aiuto di condoni, scudi, sanatorie e tutta un’intera collezione di provvedimenti per favorire gli amici degli amici, depenalizzazione del falso in bilancio in primis. I ricchi sono sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri, proprio come Robin Hood.

Sembra incredibile, eppure c’è dell’altro ancora. Questo governo è stato capace di infangare come non mai la “cosa pubblica” con corruzione, leggi ad personam e ad aziendam, malaffare diffuso, quasi da rivendicare il poco invidiabile record di avere il maggior numero di inquisiti per mafia, corruzione, associazione a delinquere che memoria d’uomo ricordi. Caro Giuliano, mi sto domandando chi, nel mondo intero, abbia fatto peggio. Il fatto è che ormai il nostro esecutivo vive da “cosca”, asserragliato nel bunker come Gheddafi, lontanissimo dal paese reale, una casta boccheggiante ed incapace che si trascina grazie all’ossigeno di uno Scilipoti qualunque, un manipolo di nominati che tira a campare per prolungare il più possibile l’abuso dei propri privilegi incurante dei danni provocati ai cittadini. Qualunque alternativa è preferibile al peggio, e questo, cari “liberi servi”, pagati migliaia di euro al giorno con le tasse dei contribuenti, non potrete certo dirlo voi, non fosse altro che per il naturale istinto di sopravvivenza che è proprio degli esseri viventi. Sarkò può anche ridere a crepapelle di tutte le nostre disavventure, non è colpa sua, ma noi no, noi a ridere non ci pensiamo proprio.

CD per alfadixit.com

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