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Il giornalismo investigativo in Italia

“Dentro l’inchiesta. L’Italia nelle indagini dei reporter” è l’ottimo saggio molto istruttivo di Gerardo Adinolfi, un giornalista alle prime armi, ma "ben armato” (www.edizionidellasera.com, 2010).

Giornalismo è diffondere quello che qualcuno non vuole che si sappia. Il resto è propaganda.

Horacio Verbitsky

Per essere un bravo giornalista bisogna essere una persona perbene.

Ryszard Kapuscinski

Innanzitutto bisogna precisare che è molto “difficile trovare un confine che divida il giornalismo dal giornalismo investigativo, perché il buon giornalismo è sempre, in qualche modo investigativo… Ogni reporter diventa investigativo quando la sua storia non si limita a essere narrazione dei fatti ma diventa un’analisi più profonda del contesto in cui si è sviluppata… investigare significa porsi delle domande” (p. 19). Di solito questo tipo di giornalismo è basato sul lavoro di gruppo, “che richiede un team, un project editor e una conoscenza specializzata in vari settori e campi… richiede più tempo perché non si basa solo sul raccontare un fatto, ma cerca di scoprire cosa si nasconde dentro una notizia”.

Purtroppo il tallone d’Achille del giornalismo italiano è proprio il lavoro di gruppo: “si lavora poco in team, e solo con due o tre colleghi che sono amici o provengono da esperienze simili, mentre un vero e proprio team dovrebbe essere formato da giornalisti con capacità diverse” (Leonida Reitano, presidente dell’Associazione di Giornalismo Investigativo).

L’altra problematica principale del giornalismo italiano è il rapporto con le fonti: “è di uso comune modificare o riassumere una dichiarazione”, mentre nel giornalismo americano “ciò non è possibile, in quanto l’esattezza delle informazioni è radicata in un sistema di rapporti di fiducia tra il giornalista e il lettore, che altrimenti si sentirebbe tradito” (p. 35).

Comunque le principali regole del giornalismo d’inchiesta solo le seguenti:

1) Bisogna trattare a fondo un personaggio, un avvenimento o un argomento.

2) L’argomento deve suscitare molta attenzione e avere un’utilità sociale.

3) Il giornalismo investigativo è un processo lungo e complesso su più livelli.

4) L’inchiesta deve essere originale e pianificata in base al tempo e alle risorse.

5) Si devono produrre delle informazioni dettagliate e circostanziate.

6) Meglio utilizzare più fonti e documentazione non anonima.

Naturalmente per realizzare un buon lavoro di investigazione occorrono notizie vere e “verificate scrupolosamente, tenute in un luogo sicuro e confermate, in modo da non poter essere confutate, distrutte o modificate”. In genere il mezzo migliore per diffondere gli approfondimenti del giornalismo d’inchiesta è il libro.

Infatti la casa editrice Chiarelettere si è specializzata nella saggistica di inchiesta e molti altri editori stanno investendo molto denaro in pubblicazioni di questo tipo. Ma anche la Tv e i settimanali possono rendere un ottimo servizio: Milena Gabanelli, Riccardo Iacona (Rai Tre), Fabrizio Gatti (L’Espresso), Toni Capuozzo e Sandro Provvisionato (Canale 5), sono alcuni dei migliori esponenti del giornalismo investigativo di oggi.

Del resto ultimamente le inchieste sono sempre più rare, per una variegata serie di motivi: questo genere di giornalismo necessita di professionisti preparati, liberi, indipendenti e disposti a spendere tempo e fatica, e giornali liberi disposti a investire molto denaro per ottenere dei buoni risultati a medio e lungo termine (Giampaolo Pansa).

A dire il vero, “l’informazione libera si ha quando si ha la possibilità di poter cambiare idea. Se appartieni a una cordata imprenditoriale o politica, la tua libertà finisce nel momento in cui vai contro l’editore, perché devi conformarti” (Claudio Messora, blogger, www.byoblu.com, Premio Ischia 2010). Perciò oggigiorno le vere inchieste sono più che necessarie, poiché nelle democrazie più mature il senso del giornalismo è anche quello di informare su “come vengono spesi i nostri soldi” (Milena Gabanelli).

Nella seconda parte del libro Adinolfi sintetizza le principali inchieste che hanno fatto la storia d’Italia, dalla morte del bandito Giuliano al piano Solo, dalla strage di Ustica al G8 di Genova, per arrivare ai giorni nostri con i servizi di “Terra!”, “Le Iene”, Rai News, “Exit”, Current Tv, il crowdfunding (le inchieste finanziate dai lettori), il Computer Assisted Reporting (definizione di Andrea Cairola), ecc.

Bisogna però essere onesti con se stessi e considerare che l’operato dei buoni giornalisti viene svalutato dalle reazioni incomprensibili dell’opinione pubblica italiana che “considera normali, o tutto sommato accettabili, comportamenti che, in tutte le altre democrazie occidentali, determinerebbero la fine istantanea di qualunque carriera politica” (Giovanni Maria Bellu).

D’altra parte è giusto puntualizzare che chi sbaglia deve pagare per l’eventuale superficialità o errori, anche se, “negli ultimi anni la consuetudine di querelare per diffamazione l’autore di un articolo ha lasciato il posto alla causa civile per il risarcimento del danno. Un rischio per il giornalista, in quanto con la causa civile, a dispetto del processo penale che serve a valutare se quanto detto in un’inchiesta corrisponde al vero o al falso, si può essere condannati anche dicendo cose vere ma usando un tono ritenuto eccessivo” (p. 32). Inoltre, se si arriva alla condanna, “perfino i migliori editori non garantiscono più il pagamento di tasca propria” (Pino Nicotri, membro del Consiglio generale dell’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani).

In conclusione si può quindi affermare che il primo dovere del giornalista è quello di “chiedere, avere dei dubbi e diffidare delle risposte ufficiali. E poi vedere e riferire con onestà e coraggio… perché il conformismo umilia la libera informazione” (Giangiacomo Schiavi, Corriere della Sera).

Gerardo Adinolfi ha conseguito la laurea triennale in Scienze della Comunicazione ad Urbino (ha ottenuto la lode). Frequenta la Scuola di Giornalismo “Ilaria Alpi” di Bologna, dove sta svolgendo il praticantato giornalistico sul settimanale on-line www.lastefani.it.

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