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 Home page > Tribuna Libera > Il fondo salva stati: pro e contro

Il fondo salva stati: pro e contro

Il cosidddetto Fondo salva Stati ha portato a uno scontro fra il Presodente del Consiglio, il Ministro delle finanze e le forze di opposizione. Anche il Movimento 5stelle comunque ha chiesto chiarimenti. Che cosa succede in Europa?

 Matteo Salvini e Giorgia Meloni da qualche giorno hanno richiamato l'attenzione sul fondo salva Stati. Così com'è non fa gli interessi del nostro Paese. All'opposizione si è aggiunto un partito di governo, il movimento 5Stelle, che vuole vederci più chiaro.

Desta preoccupazione la possibilità che i soldi pubblici vengano usati per salvare le banche tedesche. Ci si chiede se - con le regole attuali - l'Italia potrebbe usufruirne in caso di bisogno. L'Italia ha contribuito con quattordici miliardi al fondo salva Stati.

Ma che cosa è il fondo salva Stati? Fa parte della politica monetaria europea.

La politica monetaria comune si regge su alcune istituzioni che si sono sviluppate gradualmente. La Banca Centrale Europea, che ha sede a Francoforte e che ha come obiettivo principale quello di mantenere un basso tasso di inflazione. Ha anche il compito di vigilanza sulle banche.

Dopo gli anni della crisi, 2007/2008 è stato istituito un nuovo organismo: il FESF, un fondo salva Stati. Questo organismo nel 2011 si è trasformato nell'EMS attuale, quello che in Italia chiamiamo MES. Si basa su un trattato costitutivo che è stato approvato e ratificato dai Paesi che ne fanno parte, tutti i Paesi dell'area Euro. Si tratta di un fondo istituito con soldi pubblici. Ha a sua disposizione circa ottanta miliardi di euro versati dagli Stati.

Per intenderci si tratta dell'organismo che è intervenuto in Grecia con dei prestiti, ma anche dettando le linee di politica economica da seguire. Con i prestiti elargiti la Grecia è stata in grado di pagare i debiti contratti con banche - che detenevano parte del debito pubblico greco. Molte di queste erano francesi e tedesche. Per questo motivo molti ritengono che il fondo salva Stati ha aiutato le banche franco tedesche. Ma ha aiutato anche la Grecia dal fallimento.

Accanto a questo esiste una meno conosciuta agenzia europea per l'esercizio delle funzioni di risoluzione, con l'obiettivo di assicurare la gestione ordinata delle crisi delle banche, anche con l'uso di un fondo finanziato dai contributi del settore bancario. Si tratta del Fondo di Risoluzione Unico gestito dal Comitato di Risoluzione Unico. Questa agenzia è stata istituita nel 2014 e - lo ribadiamo -si avvale di un fondo istituito senza soldi pubblici.

Da più di un anno si è aperto un dibattito all'interno delle Istituzioni europee per una modiifica del trattato del MES, il fondo salva Stati.

Come riportato nel sito dell'EMS, quasi interamente in inglese, le modifiche potrebbero portare EMS a svolgere anche il compito dell'agenzia che si occupa delle banche. Naturalmente con denaro pubblico.

In questo momento due grandi colossi bancari tedeschi sono in crisi per svariati motivi: la Deutsche Bank e la Commerzal Bank.

Si teme che i soldi pubblici possano essere usati per salvare le banche tedesche.

A questo va aggiunto che gli Stati che possono far ricorso al fondo sono quelli in regola con i paramatri stabiliti dall'Unione monetaria. L'Italia è ben lontana dall'essere in regola. Quindi pur contribuendo non può usufruirne.

A decidere è un comitato tecnico. Se le decisioni fossero prese da un organismo politico per molti sarebbe meglio.

Al tempo stesso bisogna ricordare il contesto generele in cui ci si muove. Quello dell'Unione.

L'Unione Europea si basa sulla libera circolazione di persone, merci, capitali e servizi. A questo aspetto - che è stato costruito negli anni - si sono aggiunte le politiche dell'Unione Europea, volte a integrare i paesi che ne fanno parte. La politica per l'agricoltura, per l'ambiente, per la salute, il commercio, ecc. La politica estera comune è poco efficace, ma costosa. La politica di difesa comune per il momento è ancora lontana. C'è la Nato.

Una notevole integrazione è stata raggiunta per quanto riguarda la politica monetaria garzie alla moneta comune, l'euro, cui al momento hanno aderito diciannove Stati. In altre parole non bisogna dimenticare la mission di procedere verso una maggiore integrazione.

All'interno dell'Unione l'Italia è fra i paesi fondatori. E' anche il terzo paese per quanto riguarda il peso economico. Nell'organismo salva Stati ha di fatto una sorta di potere di veto. In altre parole è già forte abbastanza.

Attilio Runello

Foto di MichaelM da Pixabay 

 

Commenti all'articolo

  • Di Enzo Salvà (---.---.---.64) 2 dicembre 2019 10:54
    Enzo Salvà

    Lei scrive: A decidere è un comitato tecnico. Se le decisioni fossero prese da un organismo politico per molti sarebbe meglio.

    Io leggo: 22 ott 2019 - La revisione del meccanismo europeo di stabilità (MES) ..... approvato le risoluzioni 6-00076 (Nuova formulazione) Molinari, D’Uva, e 6-00065.

    A pagina 4 del testo PDF della Camera dei Deputati:

    Governance e processo decisionale

    È costituito da un Consiglio dei governatori (composto dai Ministri responsabili delle finanze degli Stati membri della zona euro e presieduto dal Presidente dell’Eurogruppo) e anche da un consiglio di amministrazione (composto da 19 amministratori nominati dai governatori tra persone di elevata competenza in materia economica e finanziaria) e da un direttore generale. Le decisioni più importanti, comprese quelle relative alla concessione di assistenza finanziaria agli Stati membri, sono adottate dal Consiglio dei governatori secondo la regola del comune accordo (unanimità dei membri partecipanti alla votazione, senza contare le eventuali astensioni); tuttavia, al fine di garantire efficacia al sistema decisionale, è previsto il voto a maggioranza qualificata dell’85% del capitale qualora la Commissione e la BCE decidano che occorrono decisioni urgenti in materia di assistenza finanziaria in caso di minaccia per la stabilità finanziaria ed economica della zona euro. Ciascuno Stato membro ha un numero di diritti di voto pari alla quota di contribuzione al capitale versato.

    A me sembra un organismo politico

    Le ultime righe, come può notare, sono …..è previsto un voto a maggioranza qualificata dell’85% del Capitale qualora……

    A pagina 2 del PDF si può notare che l’Italia partecipa al Capitale con il 17,7917 di conseguenza nessuna maggioranza è possibile qualora l’Italia sia contraria.

    Non sono in grado di entrare nelle specificità politiche e finanziarie delle questioni trattate anzi ascoltando tante opinioni sono addirittura più confuso.

    Temo che stiamo subendo tanta, troppa, propaganda.

    Del resto, e di questo sono certo, il polverone sollevato è veramente inconsistente: il Governo Italiano può anche sottoscrivere un trattato, ma nessun Trattato può entrare in vigore senza la ratifica del Parlamento Italiano.

    Personalmente mi sentirei assai più tutelato da un meccanismo finanziario europeo che essere in balia dei mercati finanziari mondiali.

    Sono poi i miei rappresentanti in Parlamento, tutti, senza bandiere, anche questo lo sottolineo, che devono dimostrare di essere in grado di tutelare il benessere degli italiani assieme ai quello di tutti i popoli dell’Unione,

    Un Saluto

    Es.

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