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Il flop italiano della pillola dei 5 giorni dopo

Au­to­riz­za­ta dal­l’Ai­fa solo al ter­mi­ne di una lunga coda di po­le­mi­che e con li­mi­ta­zio­ni di ri­lie­vo, la pil­lo­la dei cinque giorni dopo stenta però a dif­fon­der­si in Italia. In ge­ne­ra­le nel nostro paese si scon­ta­no in­fat­ti ancora molti pre­giu­di­zi e con­vin­ci­men­ti errati in­tor­no ai con­trac­cet­ti­vi. Come emerge dalla ri­cer­ca sulla con­trac­ce­zio­ne d’e­mer­gen­za pre­sen­ta­ta re­cen­te­men­te a Ve­ne­zia nel corso del quin­di­ce­si­mo World Con­gress on Human Re­pro­duc­tion.

L’in­da­gi­ne su più di 1.200 donne mette in luce per l’I­ta­lia che quasi tre su dieci tra i 16 e 45 anni hanno rap­por­ti a ri­schio gra­vi­dan­za non voluta. L’uso dei con­trac­cet­ti­vi tra le donne è ele­va­to, ma il 45% è con­vin­ta che la con­trac­ce­zio­ne d’e­mer­gen­za porti a un aborto. Senza con­ta­re la dif­fu­sa di­sin­for­ma­zio­ne sul fun­zio­na­men­to dei con­trac­cet­ti­vi d’e­mer­gen­za: il 34% delle donne non sa come agi­sco­no. Tut­to­ra il 15% ri­tie­ne che ab­bia­no ef­fet­ti ne­ga­ti­vi come l’in­fer­ti­li­tà. E il 16% che la con­trac­ce­zio­ne d’e­mer­gen­za serva solo per il primo rap­por­to ses­sua­le.

In pra­ti­ca, solo il 20% delle donne, dopo rap­por­ti non pro­tet­ti, ha scelto la con­trac­ce­zio­ne d’e­mer­gen­za. Ciò non aiuta a di­mi­nui­re il numero degli aborti. Se­con­do dati dei gi­ne­co­lo­gi del 2009 circa sono circa un terzo le gra­vi­dan­ze in­de­si­de­ra­te, per metà delle quali le donne scel­go­no l’in­ter­ru­zio­ne di gra­vi­dan­za. A peg­gio­ra­re la si­tua­zio­ne ci sono le dif­fi­col­tà a ot­te­ne­re la con­trac­ce­zio­ne d’e­mer­gen­za: quasi metà delle donne ha dovuto af­fron­ta­re dif­fi­col­tà per avere il far­ma­co e il 18% si è sen­ti­ta a di­sa­gio o giu­di­ca­ta, oppure è stata cri­ti­ca­ta dagli stessi ope­ra­to­ri sa­ni­ta­ri quando ha chie­sto as­si­sten­za. Ar­ri­va­no però se­gna­li in­co­rag­gian­ti, sia per una mag­gio­re con­sa­pe­vo­lez­za e ri­chie­sta di in­for­ma­zio­ni presso i medici da parte delle donne, sia per la com­mer­cia­liz­za­zio­ne di pro­dot­ti più ef­fi­ca­ci.

Sono quindi ancora molti pro­ble­mi che le donne scon­ta­no nel­l’u­su­frui­re della con­trac­ce­zio­ne di emer­gen­za. La di­stri­bu­zio­ne della pil­lo­la El­laO­ne (o dei cinque giorni dopo) è stata a lungo ri­tar­da­ta per que­stio­ni bu­ro­cra­ti­che e pareri isti­tu­zio­na­li con­tra­ri. Inol­tre sono stati in­tro­dot­ti cri­te­ri molto strin­gen­ti, come la ri­chie­sta del test di gra­vi­dan­za, di­spo­si­zio­ne che non ri­sul­ta nelle altre na­zio­ni eu­ro­pee dove il pro­dot­to è com­mer­cia­liz­za­to. Par­ti­co­lar­men­te in­fluen­te nelle li­mi­ta­zio­ni è stato il pres­sing cat­to­li­co, che tra l’al­tro con­tri­bui­sce a dif­fon­de­re l’idea errata che le pil­lo­le del giorno dopo o dei cinque giorni dopo siano abor­ti­ve.

Per esem­pio, pro­prio il Mo­vi­men­to per la Vita, nota as­so­cia­zio­ne no choice, aveva fatto ri­cor­so al Tar del Lazio contro l’Aifa per bloc­car­ne la di­stri­bu­zio­ne. Anche in Par­la­men­to un in­ter­grup­po bi­par­ti­san aveva pre­sen­ta­to una in­ter­ro­ga­zio­ne al mi­ni­stro della Sanità Bal­duz­zi contro la El­laO­ne. Sempre so­ste­nen­do che fosse un far­ma­co “abor­ti­vo”, no­no­stan­te la co­mu­ni­tà scien­ti­fi­ca ri­ten­ga il con­tra­rio e anzi sia uno stru­men­to per con­te­ne­re gli aborti, come ri­le­va­to dai gi­ne­co­lo­gi. Tra l’al­tro, se­con­do l’Or­ga­niz­za­zio­ne Mon­dia­le della Sanità si può par­la­re di “em­brio­ne” al­l’in­cir­ca solo dopo il quat­tor­di­ce­si­mo giorno dal con­ce­pi­men­to.

Ancora una volta si con­fer­ma come l’in­ter­ven­ti­smo delle ge­rar­chie ec­cle­sia­sti­che e l’in­fluen­za (anche quando par­zia­le) sulla le­gi­sla­zio­ne hanno con­se­guen­ze con­cre­te, che fi­ni­sco­no per porre l’I­ta­lia e la sua po­po­la­zio­ne in una con­di­zio­ne di mi­no­ri­tà ri­spet­to agli altri paesi del­l’Eu­ro­pea oc­ci­den­ta­le. Op­por­si a questa si­tua­zio­ne non è dunque fare del­l’an­ti­cle­ri­ca­li­smo gra­tui­to, è invece bat­ter­si per un paese più mo­der­no e ri­spet­to­so dei di­rit­ti e delle pos­si­bi­li­tà di tutti. Anche delle stesse cat­to­li­che che hanno l’e­si­gen­za di ri­cor­re­re alla con­trac­ce­zio­ne d’e­mer­gen­za.

 

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