Il discorso di Mirabello: le cose giuste dalla parte sbagliata?

Fini fa un discorso tecnicamente perfetto. Parlando a braccio per più di un’ora, cavalca una ad una tutte le argomentazioni che in questi anni sono state rappresentate dalla sinistra
Di Pietro ammette di condividere il discorso al 100%. "Sono le stesse cose che io dico da 15 anni" dice. E tutti noi pensiamo che è vero: Di Pietro lo ha detto in maniera meno elegante, affidandole ad una sintassi spericolata, ma le ha sempre dette quelle cose, chi può negarlo?
E, in un certo senso, Fini ha parlato anche come Travaglio. Alcuni passaggi del suo discorso sono autentiche rasoiate inferte all’immagine del leader, capolavori di sarcasmo.
"Berlusconi ha tanti meriti, lo dico senza ironia..." ha iniziato.
Ma poi di quei meriti non ne ha indicato nemmeno uno (se non quello di aver fermato, nel 1994, la "gioiosa macchina da guerra di Occhetto) dedicando invece molte battute ai suoi demeriti: stalinismo, metodi "infami", atteggiamenti da padroncino d’azienda, promesse mancate.
Il suo discorso vuole sottrarre indecisi alla sinistra, vista l’impossibilità di fare il pieno a destra come ai bei tempi (per lui!) di An.
Ecco quindi questo abilissimo discorso che disorienta tutti:
Altra ambiguità: Fini crea un soggetto politico nuovo senza ancora battezzarlo partito. Finge di parlare come chi è stato esiliato ingiustamente da una purga staliniana e si aggrappa a questo stato di esiliato (come se fosse pronto a tornare!)
Insomma Fini l’inafferabile.
Molti a sinistra godono comunque del fatto nuovo perché pensano che, quali che siano le motivazioni di Fini, comunque la sua mossa rimuoverà una situazione stagnante.
Ma è presto per dire se la sinistra sarà in grado di cogliere le opportunità di una situazione come questa.
Soprattutto sapendo che ci sono in giro un irriducibile (Berlusconi), un noto illusionista (Fini) e una volpe che sfugge sempre alla pellicceria (Bossi)
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