• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > Il declino troppo lento di Santa romana chiesa

Il declino troppo lento di Santa romana chiesa

Ci ha provato ancora pochi giorni fa, il cardinale Bagnasco, a negare che la chiesa non paga l’Ici. Ovviamente siamo alle solite, lui lo ha detto davanti ad un po’ di microfoni, i tg l'hanno fatto vedere, ma nessuno dei giornalisti presenti, o di quelli che in studio hanno dato la notiza hanno provato a verificare, eventualmente smentire – come piace loro dire e mai fare, “incalzare” l’interlocutore. 

 

A casa ascoltano, forse se la bevono. Un’opinione o una menzogna smettono di essere un’opinione o una menzogna e diventano una notizia, un fatto: per di più legittimato dalla retorica del punto di vista, dalla farsa delle Democrazia. Dopo il geologo di sinistra, adesso sentiamo il geologo di destra.

In Italia funziona così da tempo, ce lo ricorda Stefano Livadiotti nell’inchiesta sul VaticanoI senza Dio (Bompiani); e Berlusconi potrebbe anche prendere un aereo per le Antille solo andata in questo momento: ci vorrebbe almeno un’altra generazione, se si ricominciasse a ridare voce non a chissà quale empito rivoluzionario, ma al buon senso – al caro “buon gusto borghese” di una volta.

Non che nel resto d’Europa i tempi sembrino granché più dignitosi ma almeno le cosiddette autorità di Bruxelles fra le altre cose tengono nel mirino proprio le oscene falistà del Vaticano e le ancor più demoralizzanti concessioni che la politica italiana ha pensato di elargirgli nell’ultimo ventennio (a sinistra, va da sé, prima che dalle parti di Arcore).

C’è il famigerato decreto Prodi-Bersani nel quale all’articolo 39, comma 2-bis si sanciva l’esenzione per gli immobili della Chiesa destinati ad attività “non esclusivamente commerciali”. Un avverbio è una bomba: può rovinare la prosa, può rovinare la vita. Come scrive l’autore “Con il mostriciattolo partorito da Prodi, infatti, qualunque gestore di ostello sia in grado di ricavare una cappella da uno sgabuzzino in disuso può sostenere di non limitarsi a offrire ai suoi clienti un semplice ricovero per la notte”.

D’accordo, sarà impossibile calcolare l’ammontare delle proprietà della Chiesa nel territorio italiano, ma il lavoro scrupoloso di Livadiotti ricostruisce la rete di privilegi della stessa ben al di là del patrimonio immobiliare. Utile alla moltitudine di “non vedo non sento non parlo”. E anche a quelli che ignorano l’articolo 149 del Testo unico delle imposte sui redditi che concede agli enti ecclesiastici la qualifica e la scappatoia fiscale di “enti non commerciali”, prescindendo dalla loro attività reale;

o il fatto che godano dello sconto del 50 per cento sull’Ires (l’imposta sul reddito delle società) perché "enti che operano nella sanità e nell’istruzione". Poi Bagnasco si lamenta dell’evasione fiscale, forse perché i soldi che gli dà lo stato italiano non gli bastano. Hanno quella faccia lì, proprio: Livadiotti ricorda l’”Economist” che la scorsa estate notava come il Vaticano in un certo senso fosse l’Italia, proprio quella di Berlusconi: atteggiarsi a vittima prima di tutto.

Difendersi dalle accuse (in questo caso, la faccenda clerico-planetaria della pedofilia) per attaccare preventivamente. Lo Stato, sarà bene ricordarlo, con il Pil individuale più alto del mondo – bene ricordare molte cose, come fa Livadiotti, ché, tanto per avere un’idea, la Lorenza Lei direttore della rai, in ottimi rapporti sia con Bertone che con Bagnasco (li danno in guerra fra loro, così un “terzo neutrale”, il sedicente “servizio pubblico”, per non sbagliare accontenta doviziosamente entrambi) la Lei insomma della rai fu responsabile del Giubileo 2000.

E irresponsabilmente silente per esempio dinanzi alla processione napoletana del settembre scorso, con il boss Angelo Cuccaro accanto al prete a bordo di una Excalibur decappottabile. Casta fra le caste, per un laico la più insopportabile, la più intollerabile, la più vischiosa. Lo diceva con parole chiare e forti l’ottimo Machiavelli mezzo millennio fa: niente ha contribuito a non fare l’Italia come la Chiesa cattolica. In declino, certo, ma troppo lento.

 

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.16) 21 dicembre 2011 13:15
    Damiano Mazzotti

    Tra poco finiranno i soldi anche per gli uomini religiosi... molti dovranno rinunciare all’autista e più di uno dovrà trovarsi un lavoro al passo coi tempi... Nel 2012 accadrà di tutto e anche cose mai viste da nessun essere umano italiano...

  • Di (---.---.---.235) 21 dicembre 2011 15:50

    piano piano.... senza fretta.... ci vorrà ancora un po’ ma la fine di questi truffatori contapanzane è all’orizzonte.

  • Di (---.---.---.116) 23 dicembre 2011 11:23
    UN ARCIVESCOVO GUADAGNA 13 MILA EURI MENSILI. ALLA FACCIA DELLA CRISTIANITA’ PURA, POVERA E MENZOGNERA. LA STORIA C’INSEGNA QUANTO CI ABBIA GIOVATO QUELLA FAVOLA DI CRISTO (LEONE X, 1513-21)
    Se si rastrellassero ogni anno i 13 miliardi di euro che un sottogoverno confessionale continua a donare alla Città del Vaticano, sottraendoli con la menzogna dalle tasche della povera gente, se si recuperassero tutti gli introiti dell’ICI (il valore degli immobili vaticani ammonta per difetto a 30 miliardi di euro), la smetteremmo di parlare di debito pubblico (altra bufala) , di crisi delle pensioni, di tagli ai rinnovi contrattuali, alla sanità, alla scuola pubblica, all’arte, alla musica e allo spettacolo… Grazie a Berlusklaun il Vaticano, il più ricco Stato del Mondo, non paga più neppure l’ICI, i suoi monumenti privati sono ristrutturati con le tasse imposte ai lavoratori italiani, e gli istituti cattolici sono finanziati con i soldi di noi tutti, non con le offerte dei fedeli o delle aziende di Berlusconi, abbastanza ricche da permetterselo. Siamo il solo caso nel mondo in cui una popolazione multirazziale e multiconfessionale deve obbligatoriamente versare i propri contributi per farsi indottrinare. Atei, non credenti, agnostici, musulmani, ebrei, protestanti ed induisti, le cui tasse statali sono devolute molto benignamente ad una ideologia religiosa che li combatte accanitamente e che se potesse tornerebbe ad accendere nuovi roghi! È come se gli Italiani – il paragone non vi sembri forzato – fossero costretti a finanziare l’Iran per lasciarsi plagiare: è la stessa identica cosa, anche se sembra assurda. Ma come ha detto qualcuno: “Il Vaticano è uno stato! L’Italia no!”. DA: LA RELIGIONE CHE UCCIDE
    COME LA CHIESA DEVIA IL DESTINO DELL’UMANITÀ
    (Nexus Edizioni), giugno, 2010.
    517 pagine, 130 immagini, € 25

  • Di (---.---.---.219) 7 gennaio 2013 17:14

    A me risulta che l’otto per mille viene innanzitutto distribuito non solamente alla Chiesa Cattolica (secondo quanto accordato con i Patti Lateranensi) ma a tutte le confessioni religiose, e che poi ognuno può, secondo le leggi dello stato, rinunziare a darlo. Quindi il problema non si estende all’intera Chiesa, ma al solo cardinale Bagnasco. La Chiesa non paga l’Imu, ma questo è dipeso non dalla legge italiana o dalla tradizione storica, bensì dai governi che non sono in grado di approvare una legge in cui si obbliga la Chiesa a pagare l’Imu. Questo perché è un dato di fatto che in altre nazioni del mondo la Chiesa è tenuta a pagare le tasse. In ogni caso, spero che questo non sia causa di indebolimento della fede: "Tu sei pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa". Per cui a chi dice che la Chiesa finirà risponde questa frase di Cristo. Invito pertanto a non accanirsi su certe questioni economiche, bensì a pensare a ciò cui effettivamente dovremmo pensare: la fede.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares