Il decalogo per fare buon sexting. E non fare la fine di Weiner
I fatti che hanno portato alla ribalta le vicende di Anthony Weiner, di cui abbiamo parlato qui, hanno portato in primo piano e regalato all'uso comune, un termine conosciuto anche se desueto e ancora pieno di tabù: sexting.
Per i meno affettati, il sexting è, cito Wikipedia: "La crasi delle parole "sex" (sesso) e "text" (testo), neologismo per indicare l'invio di immagine sessualmente esplicite e testi inerenti al sesso, attraverso mezzi informatici".
Al di là della questione dell'irritualità lessicale, però, le statistiche dicono che un adolescente su quattro lo praticata quotidianamente e ormai le "zozzerie", soprattutto sul cellulare, sembrano aver contagiato tutti: coppie consumate (e non solo dal tempo), amanti separati dalla geografia, casalinghe ciabattate, quadri dirigenti. Gente perbene, sia chiaro da subito.
E allora sulla larga scia sonora di Eco e seguendo un processo from global to local, si potrebbe riportare tutto alla provincia italiana - quella della mia Umbria, per esempio - attualizzare e trasfigurare la situazione, riflettere e internazionalizzarci: anzi, meglio, ispirazione per un rapido manuale che può comunque avere principi sovrannazionali. Con tutta la modestia del caso.
Dare regole, a qualcosa che facciamo, abbiamo fatto o forse faremo, tutti: senza vergogna, con autoironia, senza superare limiti - che vanno superati di per sé, ma vanno prima capiti.
Il provincialismo bacchettone perugino, della Perugia bene e meno bene, sarà turbato da questo? Non credo. Anzi, forse qualcuno troverà il modo di essere meno ridicolo, più ficcante e più sexy - valido con rapide sostituzioni anche per tutte le altre realtà un po' grette come la nostra.
In dieci chiari punti, per non fare "la fine di Weiner" inteso come monito, limite del contesto, qualsiasi esso sia.
Ecco come fare un buon sexting, mirato soprattutto ai maschietti (ma non solo), timidi, imbarazzati, orsi, ancora incastrati in reminiscenze sociali d'altri tempi:
-
Iniziare la conversazione con un saluto delicato e intimo. "Oh! Com'è" non è un saluto delicato, né intimo: quello vale per gli amici, nello spogliatoio del calcetto. Lo scopo del sexting è essere sexy. Accattivanti, eccitanti: nessuno si eccita dal fruttivendolo, anche se non conosco le vostre fruttivendole e non voglio sapere cosa pensano dei cetrioli. Il ghiaccio può essere sciolto anche semplicemente con una battuta, ma andare dritti al punto: mai!
-
Mai nemmeno usare termini tipo "cocco, ciccio, stellino" (valgono anche i femminili, ma su quelli dovremmo essere salvi) o amenità simili: la semantica delle nonne di solito non è sexy.
-
Le abbreviazioni di qualsiasi genere sono da evitare: "nn cé nnt d – sexy" di una roba del genere. Per capirci, quello che sembra normale nei messaggi uozzappati quotidianamente, non lo è se devi far eccitare qualcuno. Mettere le "h" al posto giusto e gli accenti dove servono: la grammatica è sexy, parlare con uno che scrive come vostro nipote di 2° elementare, no.
-
Lo sharing delle immagini va solo su richiesta. Per evitare a) denunce penali b) il pubblico ludibrio c) il crollo vertiginoso dell'entusiasmo: accertatevi di chi avete davanti. L'effetto Weiner è dietro l'angolo, per ogni angolo di mondo, e di piano.
-
Meglio qualche parola in più, che la tragica realtà. Non si tratta di scrivere i foglietti dei Baci Perugina, ma ilToblerone può aspettare e non è detto che debba per forza arrivare. Soprattutto poi se poi alla fine è un Togo.
-
Rispondere ad un'eventuale immagine inviata dalla vostra lei (o peggio dal vostro lui, prendendo una posizione di difesa di genere) con un "lassa gi'" - remember Togo? - non è educato (per chi non è umbro, sostituire il "lassa gì" con il modo di dire per "lascia perdere") e nemmeno sexy - anche se siete arrivati al "lassa gì" dell'essere sexy ve ne frega ormai poco.
-
Col sexting l'educazione non conta, è vero: ma il rispetto vale per primo. Non preoccupatevi di essere troppo espliciti, ma fatelo al momento giusto. Vale comunque che "lassa gi' " non si dice, anche per una questione di rispetto del creato.
-
I primi piani da seminario di ginecologia o andrologia, non piacciono a nessuno.Tenete a mente dunque, che l'analisi anatomica delle vostre parti intime non è eccitante.
-
Giocare con le parole, trasmettere le proprie sensazioni, vendersi. Non c'è nessun bisogno di dire che state in mutande - bianche, magari! - sul divano con birra e patatine a guardare un'amichevole di precampionato. Anche perché, vi sembra sexy un'amichevole precampionato? L'immagine da tenere a mente per raccontarvi, è un mix tra la morbida concupiscenza dell'harem e la delicata promiscuità di una fumeria d'oppio vittoriana. Così centrerete di sicuro il risultato, non di certo con la sagra della torta al testo.
-
Alla fine di tutto, non rileggere mai - poi mai! - quel che si è scritto dieci minuti prima. Nemmeno l'ipnosi basterebbe per cancellare dalla memoria l'imbarazzo.
Ci sarebbe anche un'undicesima nota, che sembrerà superflua, ma ha un ruolo rilevante: esistono piani tariffari per cellulari, in grado di garantire ampie quantità di traffico dati, quindi non correte il rischio di restare a secco di credito sul più bello: il sexting interruptus è roba da manicomio.
Serve anche una chiosa moralistica, visti i tempi: fatelo e rifatelo, con il sorriso, prendendovi poco sul serio, senza inutili freni inibitori. Ma fatelo tenendo sempre ben in mente chi e cos'è il vostro partner e che lui o lei sia vostro complice: la pedofilia e lo stalking sono cose serie ed abominevoli. Davvero: sennò ci risiamo con quei tempi record di raggiungimento dei parossismi.
Nel caso, è vero che Weiner è l'impersonificazione del parossismo: ma l'emulazione non è per niente sexy!
Commenti all'articolo
Lasciare un commento
Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina
Se non sei registrato puoi farlo qui
Sostieni la Fondazione AgoraVox