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Il corteggiamento a Bloomberg e le dimissioni del portavoce gay di Romney

Il sindaco di New York, Michael Bloomberg, corteggiato sia da Obama che da Romney per riceverne il sostegno politico. Nel frattempo il candidato repubblicano fa dimettere il portavoce gay.

Michael Bloomberg è molto famoso a New York. Oltre ad esserne il sindaco, il re dei media economici statunitensi è un politico molto astuto e molto potente, ma è indipendente dai partiti.

 

Quattro anni fa, durante le elezioni che portarono Obama a diventare il 44esimo presidente degli Stati Uniti, il sindaco della Grande Mela non appoggiò nessuno dei due candidati alla Casa Bianca, oggi si dice disposto a farlo. Per questo motivo il presidente in carica e il suo avversario alle presidenziali, Mitt Romney, hanno sguinzagliato i loro uomini migliori pur di averne l’appoggio politico.

L’endorsement di Bloomberg porterebbe non solo voti, che sono tanti, ma anche molte donazioni alle casse mai sazie dei due candidati. Partendo da questo assunto Obama ha inviato il vicepresidente Joe Biden e il segretario della Difesa Leon Panetta a giocare a golf col sindaco newyorchese. Romney invece ha preferito incontrarlo personalmente a colazione.

Bloomberg è l’undicesimo uomo più ricco al mondo (proprietario dell’omonimo colosso dei media finanziari), è un ex repubblicano fuoriuscito dal partito per divergenze su molti temi, ma vicino, soprattutto in economia, a Romney. I due, a quanto riferisce il blog politico del New York Times The Caucus, si sarebbero incontrati martedì scorso nella fondazione del sindaco di New York a Manhattan, e avrebbero parlato di argomenti cari a Bloomberg: economia, immigrazione (il magnate dei media proviene da una famiglia ebrea di nazionalità russa), controllo delle armi ed educazione. Quest’ultimo è il punto cruciale su cui si baserà prevedibilmente la scelta di sostenere l’uno o l’altro candidato alla Casa Bianca. Il sindaco della Grande Mela è molto sensibile al sociale, proprio per le divergenze su aborto e matrimoni gay le posizioni tra il partito repubblicano e Bloomberg sono molto distanti. Di contro Romney non è ben visto dal partito perché molto moderato e mormone. I due, a quanto si apprende, non sono poi così distanti.

Obama naturalmente non poteva essere da meno. Ha prima inviato i suoi due più fidati collaboratori per una partita a golf; alcuni giorni dopo ha invitato Bloomberg a pranzo alla Casa Bianca. I rapporti tra i due non sono idilliaci e spesso sono stati molto tesi. Come quando, ad esempio, Obama aveva accusato Wall Street di non fare gli interessi del paese prendendosi poi le critiche di uno stizzito Bloomberg. Restano comunque molti punti in comune tra i due, adesso bisognerà solo capire quale prevarrà.

Nel frattempo Romney ha un’altra gatta da pelare. Sempre secondo The Caucus, il portavoce della campagna elettorale di Mitt Romney, Richard Grenell, si è dimesso a sole due settimane dall’assunzione perché la base repubblicana era molto ostile nei suoi confronti essendo gay dichiarato.

Romney aveva assunto Grenell come portavoce per gli affari esteri e la sicurezza nazionale. Il candidato del Massachusetts si è detto dispiaciuto per le dimissioni del collaboratore, ribadisce però che l’unico screzio tra i due era motivato dal fatto che tutto lo staff cercava di farlo smettere di fumare. Sia Romney che il suo capo dello staff, Matt Rhoades, avevano cercato di far cambiare idea a Grenell, ma quest’ultimo non ha voluto sentir ragioni confermando le dimissioni.

L’accaduto è stato subito sfruttato dallo staff di Obama: «Oggi abbiamo appreso che nel 2012 un candidato repubblicano alla Casa Bianca non può avere un portavoce gay», ha scritto su Twitter Teddy Goff, il direttore digitale della campagna per la rielezione di Obama.

Anche l’ex portavoce della Casa Bianca Bill Burton ci è andato giù pesante: «questi sono gli estremisti bigotti e anti gay di cui una amministrazione Romney diventerebbe ostaggio».

Questo articolo è stato pubblicato qui

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