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Il caso Stamina tra falsità e accuse

Il nuo­vo af­fon­do di Na­tu­re al me­to­do Sta­mi­na ela­bo­ra­to da Da­vi­de Van­no­ni ha ri­por­ta­to al­l’or­di­ne del gior­no il caso. Ac­cu­se pe­san­ti quel­le del­la ri­vi­sta scien­ti­fi­ca: uso di im­ma­gi­ni e dati fal­la­ci, pre­si da un vec­chio stu­dio, e cri­ti­ca una tec­ni­ca giu­di­ca­ta inef­fi­ca­ce. Già due mesi fa Na­tu­re ave­va con­te­sta­to il me­to­do Sta­mi­na: ne ave­va­mo par­la­to in un post in cui sot­to­li­nea­va­mo come Van­no­ni di­spo­nes­se di con­tat­ti im­por­tan­ti e fa­ces­se leva sul caso me­dia­ti­co per ot­te­ne­re fi­nan­zia­men­ti pub­bli­ci.

Un’in­chie­sta su L’E­spres­so trat­teg­gia il con­tro­ver­so per­so­nag­gio così: non è uno scien­zia­to ed è in­te­res­sa­to a espor­ta­re il bu­si­ness. Le pro­te­ste del­la co­mu­ni­tà scien­ti­fi­ca sono tut­ta­via ri­ma­ste fi­no­ra ina­scol­ta­te e ri­schia­no di es­ser­lo an­che in tale oc­ca­sio­ne, no­no­stan­te sia­no emer­si par­ti­co­la­ri sem­pre più in­quie­tan­ti. Si po­treb­be an­da­re co­mun­que avan­ti con la spe­ri­men­ta­zio­ne, per­ché una vol­ta in­ne­sca­to il mec­ca­ni­smo sem­bra non es­ser­ci nes­su­no che ab­bia vo­glia di fer­mar­lo. Così fa­cen­do, di­ven­ta però sem­pre più dif­fi­ci­le fer­mar­lo.

Sil­vio Ga­rat­ti­ni, a capo del­l’I­sti­tu­to Ma­rio Ne­gri, ha ri­ba­di­to che “la spe­ri­men­ta­zio­ne non è eti­ca e non va fat­ta: non si de­vo­no sot­to­por­re per­so­ne a trat­ta­men­ti per i qua­li non ci sono evi­den­ze di ef­fi­ca­cia”. Due­cen­to ri­cer­ca­to­ri han­no chie­sto uno stop im­me­dia­to. La mi­ni­stra del­la sa­lu­te Bea­tri­ce Lo­ren­zin si è di­chia­ra­ta pre­oc­cu­pa­ta e ha chie­sto a Van­no­ni di pre­sen­ta­re un pro­to­col­lo “ad un co­mi­ta­to com­po­sto da pro­fi­li di al­tis­si­mo li­vel­lo” in gra­do di fu­ga­re dub­bi, “sen­za fare trat­ta­ti­ve che nul­la han­no a che fare con la co­stru­zio­ne di co­mi­ta­ti scien­ti­fi­ci”.

Il se­di­cen­te lu­mi­na­re, che si at­teg­gia or­mai a guru, se ne è com­ple­ta­men­te fre­ga­to, con­trat­tac­can­do e lan­cian­do a sua vol­ta un ul­ti­ma­tum al mi­ni­ste­ro. Pro­prio quel­l’en­te che do­vreb­be ga­ran­ti­re l’u­so cor­ret­to dei tre mi­lio­ni di euro che il Par­la­men­to ha in­cre­di­bil­men­te stan­zia­to per te­sta­re il me­to­do. Ce ne sa­reb­be ab­ba­stan­za per fer­ma­re que­sta as­sur­da far­sa re­ci­ta­ta sul­la pel­le e le spe­ran­ze di tan­ta gen­te. Ma non ac­ca­de.

In­te­res­san­te no­ta­re come al­cu­ni de­gli spon­sor in Par­la­men­to di Van­no­ni ora gli fac­cia­no ter­ra bru­cia­ta pren­den­do le di­stan­ze. Come Pao­la Bi­net­ti, de­pu­ta­ta del­l’U­dc nota per le po­si­zio­ni in­te­gra­li­ste, che sul sol­co del­la con­sue­ta stra­te­gia va­ti­ca­na vol­ta a va­lo­riz­za­re le ri­cer­che sul­le sta­mi­na­li adul­te a sca­pi­to di quel­le em­brio­na­li ave­va dato lar­ga cre­di­bi­li­tà an­che a Van­no­ni. Ma ora fa mar­cia in­die­tro.

Pro­prio il pa­tron del me­to­do Sta­mi­na si è sfo­ga­to su Fa­ce­book de­fi­nen­do­la “deus ex ma­chi­na, che, dopo aver spin­to al­l’in­ve­ro­si­mi­le per fare una spe­ri­men­ta­zio­ne far­ma­ceu­ti­ca con un me­to­do adat­to per i tra­pian­ti, oggi, pri­ma an­co­ra che sia con­se­gna­to il me­to­do stan­dar­diz­za­to, chie­de l’in­ter­ru­zio­ne del­la spe­ri­men­ta­zio­ne”.

Ri­ca­pi­to­lan­do. Ab­bia­mo un per­so­nag­gio im­pro­ba­bi­le pri­vo di cre­den­zia­li nel cam­po in cui ope­ra, ma che ri­ven­di­ca l’as­so­lu­ta ve­ri­di­ci­tà del­le pro­prie tesi. Non por­ta al­cu­na pro­va a so­ste­gno, anzi, pare pro­prio che vi sia­no sta­te ma­ni­po­la­zio­ni im­por­tan­ti nei po­chi ele­men­ti di­spo­ni­bi­li, che con­terrebbero evi­den­ti fal­si­tà: pare che vi sia per­si­no del pla­gio del­le tesi di al­tri pre­ce­den­ti e si­mi­li per­so­nag­gi. Non fa nul­la per di­ra­da­re i dub­bi. Fa in­ve­ce leva sul­la di­spe­ra­zio­ne di mol­te per­so­ne. Cio­no­no­stan­te (o pro­prio per que­sto) rie­sce a ra­du­na­re un se­gui­to bel­li­co­so e vo­cian­te, fa lar­go uso di vit­ti­mi­smo, crea ami­ci­zie im­por­tan­ti nel­la so­cie­tà che con­ta. Le au­to­ri­tà co­min­cia­no a pren­der­lo sul se­rio, ad ac­cre­di­tar­lo e a con­ce­der­gli so­ste­gno eco­no­mi­co. Il se­gui­to con­ti­nua per­tan­to a cre­sce­re.

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