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Il carattere repressivo del mondo contemporaneo

Herbert Marcuse e altri esponenti della “Scuola di Francoforte”, combinando Marx e Freud, evidenziano il carattere repressivo del mondo borghese contemporaneo. Le riflessioni degli esponenti della Scuola di Francoforte hanno avuto anche un enorme influsso sulla contestazione giovanile del 1968.

Riprendendo Marx, essi pongono l'attenzione sul concetto dell'alienazione: l'individuo è alienato dal suo lavoro (in quanto il prodotto finale non gli appartiene), lo è dal processo produttivo (perché esegue compiti che prescindono dalla sua creatività) ed è estraniato anche nella società in cui vive perchè essa è basata su rapporti sociali che spesso si fondano sul profitto e sull'interesse.

Riprendendo Freud, essi evidenziano il fatto che la società contemporanea porta alla nevrosi e all'infelicità perché reprime gli istinti e le pulsioni.

Il carattere repressivo del mondo contemporaneo, messo in evidenza dagli esponenti della “Scuola di Francoforte”, è un tema molto attuale, anche oggi: lo sviluppo della tecnologia con l'uso di “macchine” sempre più evolute come computer, tv e telefoni, cellulari ipertecnologici ha permesso ai neoliberisti contemporanei di esercitare controllo e coercizione sempre maggiori.

La “società dell'immagine”, espressione del capitalismo neoliberista, si serve di un “bombardamento mediatico”, mai attuato fino ad ora in queste proporzioni: grazie ad esso esercita manipolazione e controllo rendendo, sempre più, gli individui passivi e impotenti.

Dopo le ultime riflessioni possiamo giungere alla conclusione che il carattere repressivo del mondo contemporaneo, contro cui tanti giovani hanno manifestato nel '68, non solo è uscito vincitore “sul tavolo della storia” ma, in questo periodo, è estremizzato ai massimi livelli.

Il sistema-società contemporaneo, neoliberista e capitalista, si pone come l'ultimo totalitarismo, quello “perfetto”, dopo che la storia ha condannato nazismo, comunismo, fascismo e quant'altro. 

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