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 Home page > Attualità > Cronaca > Il Cristo che vorrei...

Il Cristo che vorrei...

Se penso a quella bella Chiesa che eravamo quando ci riunivamo, a quel Dio mio padre Onnipotente e Onnipresente, a quel Cristo suo figlio e mio fratello, a quella Maria mia madre, a quelle Suore mie sorelle, a quel Parroco mio zio: ecco, se penso a quella bella famigliola che eravamo, se proprio stasera mi stessero aspettando tutti a casa sul divano, allora questa sarebbe la sera giusta per urlare alla mia famiglia: "Mamma, Papà... io e mio fratello ci fumiamo le canne!"

Ah, e poi altro che Coca Cola liscia. "Senza Jack Daniels o Havana chi se la beve quello schifo!"

Se poi se mi resta un po’ di tempo, mi metto anche a fare un po’ il blasfemo al telefono, per carità, sempre senza mai bestemmiare.

Senza rinnegare non il mio Dio ma il loro.

Telefonerei allo Zio Angelo per ricordargli che il mio Dio da oggi in poi non è più il suo: lo zio, così apprensivo e ansioso qual è, l’altro giorno dall’alto del suo pulpito si è messo a farneticare con i sogni. Da lì in alto guardò in basso, proprio lì tra il pubblico dov’erano seduti i vari Casini, Mastella e Binetti, e dichiarò "Sogno una nuova classe di politici cattolici".

Già, se poi mi resta un po’ di tempo, vorrei spiegare allo Zio Angelo Bagnasco perchè il mio Dio da oggi non è più il suo: se i suoi sogni si chiamano Silvio Berlusconi, allora il mio Dio da oggi in poi si chiama Padre Alex Zanotelli.

Sì, Padre Alex. Quel padre comboniano che oggi vive a due passi da casa mia, in un campanile nel Rione Sanità. Quel sacerdote che invece di spassarsela nei salotti televisivi a parlare di reality e di Sanremo, dopo essersela spassata per anni tra Sudan e Kenya, oggi rompe le palle tra piazze e congressi a parlare di acqua pubblica e a diffondere la cultura della pace.

Sì, Padre Alex. Quel vecchietto con la barba e con gli occhiali, con quelle magliettine stravaganti, che sta sempre in giro con una crocifissino di plastica al collo tra tossicodipendenti e mariuoli.

Sì, Padre Alex. Quell’uomo che onorò me e la mia famiglia, con la sua presenza e la sua speranza, quando l’estate scorsa morì mia nonna e ce lo ritrovammo ai piedi del letto di morte.

Sì, Padre Alex. Quel missionario che non sogna né generazioni di politici cattolici, né forse ha mai sognato di fare il Papa. Quell’uomo di Chiesa nella Chiesa e per la Chiesa, che vive di piccole elemosine senza quel blasfemo 8 permille, e che quando sogna al massimo lo fa non sotto una coperta di lana merinos, ma sotto una bandiera della pace.

Sì, Cari amici della Chiesa, mentre voi oggi perdete tempo a sognare nuovi Casini e aspiranti Mastella, io già da un bel po’ ho conosciuto un vero figlio di Dio.

Si chiama ALEX, proprio come me.

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