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Il Carnevale di Venezia e la Fenice

Les Chevaliers de la Table ronde, una entusiasmante produzione del Palazzetto Bru Zane Un mirabolante spettacolo nel più perfetto stile Bru Zane: ricerca ed esecuzione musicale impeccabili, estro, eleganza e brio per un successo travolgente. 

C’è una certa effervescenza nel foyer del Teatro Malibran dove vengono distribuiti con generosità i programmi di sala, e ad accogliere il pubblico c’è M.me Florance Alibert, direttore generale del Palazzetto Bru Zane che rinnova la sua collaborazione col Teatro La Fenice presentando l’opéra-bouffe “Les Chevaliers de la Table ronde” di Louis Auguste Florimond Ronger, in arte Hervé, una nuova produzione ideata con la compagnia “Les Brigands” in un trascinante allestimento di Pierre-André Weitz. “Les Chevaliers de la Table ronde” è la prima delle grandi operette di Hervé nella quale l’autore attinge a piene mani dal mondo incantato e immaginario delle fantasmagorie medievali per narrare le note avventure di Lancillotto o Merlino, mettendo in ridicolo con arguzia gli eroi del ciclo bretone. Uno spettacolo vivace nel corso del quale si inseguono situazioni e battute che coagulano i quattro elementi privilegiati del comico in musica: la parodia, l’energia ritmica, il virtuosismo inusuale e la melodia popolare.

Il libretto di sala recita “SINOSSI (che non importa molto)” ed infatti la vicenda è così ingarbugliata che alla fine restano allo spettatore le simpatiche e assai terrene qualità dei personaggi quali l’amore, la gelosia e la cupidigia per quelli femminili e un mite, pallido coraggio cavalleresco da parodia per quelli maschili, con un finale che prevede il doppio matrimonio di Melousine con Orlando e di Angelica con Medoro. Dunque geniale Hervé per la sua musica, arguto e divertente il libretto di Henri Chivot e Alfred Duru, ma davvero spettacolare questa produzione per tredici funambolici cantanti-attori-ballerini della compagnia “Les Brigands” che è un piacere ricordare: Damien Bigourdan, Rodomont; Antoine Philippot, Sacripant; Arnaud Marzorati, Merlin; Mathias Vidal, Médor; Ingrid Perruche, Totoche; Lara Neumann, Angélique; Chantal Santon-Jeffery, Mélusine; Clémentine Bourgoin, Fleur-de-Neige; Rémy Mathieu, Roland; David Ghilardi, Amadis des Gaules; Théophile Alexandre, Lancelot du Lac; Jérémie Delvert, Renaud de Montauban; Pierre Lebon, Ogier le Danois; e dodici strumentisti diretti con divertita ricerca di colori e ritmi da Christophe Grapperon.

Pierre-André Weitz, oltre a scene e costumi, firma la regia che è coerentemente legata al lavoro sul corpo che hanno curato Iris Florentiny e Yacnoy Abreu Alfonso creando un infaticabile rincorrersi di situazioni e gags. Ben concepito il disegno di luci di Bertrand Killy. Platea, palchi, palcoscenico e buca: ci siamo divertiti tutti, il successo è stato pieno.

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