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Il 6 ottobre grande manifestazione nazionale per dire no alle trivellazioni al largo delle Tremiti

Grazie a un movimento ben organizzato e cazzuto sotto ogni punto di vista, il governo Monti e i suoi ministri Clini e Passera, si stanno mettendo contro un intera popolazione, quella pugliese, compresi tutti i suoi rappresentanti istituzionali.

Già trivellare nel Mediterraneo è follia, miriade di studi e di ricerche venuti fuori, quando si prospettavano le trivellazioni della BP al largo delle coste libiche, ma la follia più grande contro ogni logica e idea di presente e futuro è quella che pur di raccogliere qualche settimana di energia, sotto forma di bitume -perché la qualità del greggio è così scadente che più di quello non si può fare - si vuole mettere a rischio un economia legata al turismo, all’ambiente, all’agroalimentare, al cibo e tutto questo per favorire delle multinazionali che niente hanno a che vedere con il benessere dei nostri territori.

Ma in Puglia si stanno preparando le barricate. La prima a rispondere alle sollecitazioni del movimento "no triv" è stata la regione Puglia che con un ordine del giorno chiaro ha dato mandato al Presidente della Regione, l’Assessore all’Ambiente e la Giunta regionale di opporsi con ogni atto necessario alle decisioni del governo nazionale che autorizza prospezioni nel sottosuolo marino e consente qualsiasi attività di sfruttamento del mare e di ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi in Adriatico e nello Ionio.

Riporto l’intero comunicato in quanto è un documento molto importante per far capire l’aria che si respira in Puglia.

“Salvaguardia delle acque antistanti le coste pugliesi e italiane dall'estrazione di idrocarburi in mare" 

Il Consiglio regionale pugliese 

premesso che

• in Italia manca un piano energetico nazionale puntuale;

• le leggi che regolano le attività estrattive di petrolio sono scarse e troppo permissive;

• negli ultimi anni diverse società petrolifere, quasi tutte straniere, hanno presentato al Ministero dell'Ambiente, richieste di autorizzazioni per prospezioni geosismiche e l’eventuale estrazione di idrocarburi nei mari italiani ed in particolare nell’Adriatico;

• lo stesso Ministero ha rilasciato a diverse società petrolifere straniere concessioni per avviare ricerche di idrocarburi in diverse aree italiane ed in particolar modo in Adriatico, Ionio e Mediterraneo;

• l'attività estrattiva di greggio in mare potrebbe compromettere in modo irreversibile le risorse che fanno dell’Italia e in particolare del territorio pugliese, una delle zone d'Europa più turisticamente appetite;

• le prospezioni con impiego di sorgenti energizzanti ad aria compressa (tecnica dell’air-gun), hanno un impatto accertato sui cetacei e quindi ripercussioni sull’intero ecosistema marino;

• il Ministro Clini, sullo spiaggiamento dei capodogli in Puglia non esclude gli air-gun come potenziale fattore di disturbo e/o alterazione del comportamento di questi cetacei;

• i benefici economici che il Governo ritiene di poter trarre dalla “svendita” del proprio territorio sono irrilevanti, se riferiti alla qualità e quantità del petrolio che si intende estrarre, peraltro affatto compensativi dei rischi che il territorio e la salute dei cittadini potrebbero subire;

• il Mar Adriatico e Mediterraneo sono già fortemente inquinati per la presenza di ordigni bellici sui fondali e per il transito giornaliero di diverse imbarcazioni e moltissime petroliere;

• le popolazioni di diverse regioni italiane, ed in particolar modo quella pugliese, hanno in questi anni manifestato in maniera palese, con il supporto delle istituzioni, la propria contrarietà all'installazione di piattaforme al largo di coste dall’importante valore paesaggistico e naturalistico;

 

atteso che

• non possono valere le rassicurazioni del Ministero competente circa il sistema non invasivo della ricerca e della trivellazione dei fondali marini, quando si è a conoscenza di gravissimi incidenti, con danni ambientali irreversibili causati dalla fuoriuscita di petrolio, che si sono verificati negli ultimi anni, dal Golfo del Messico al largo della Scozia e o Brasile;

 

considerato che

• la Regione Puglia ha approvato nell’estate 2011 la proposta di legge alle Camere "Divieto di prospezione, ricerca, e coltivazione di idrocarburi liquidi", per vietare la prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi nelle acque del mare Adriatico prospiciente le Regioni: Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia;

• la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, riunita a l’Aquila il 24.11.2011, su proposta del Presidente del Consiglio pugliese ha invitato il Presidente del Consiglio dei Ministri e il Ministro dell’Ambiente a sospendere ogni procedimento autorizzativo per indagini petrolifere in mare e ad adottare una moratoria di ogni iniziativa di ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi nell’Adriatico e nelle acque al largo di tutte le coste europee

• i cittadini pugliesi in più occasioni hanno già manifestato piena convinzione a favore delle energie rinnovabili, attuate in modo razionale e compatibile;

• sono state presentate da diversi esponenti politici pugliesi numerose interrogazioni parlamentari, una proposta di legge, una risoluzione ed una mozione parlamentare, oltre a diversi ordini del giorno a livello regionale, provinciale e comunale;

 

visto

• l’impegno profuso in questi ultimi due anni dalla Regione Puglia, al fianco della società civile, per contrastare l’installazione di piattaforme petrolifere nei nostri mari e le numerose manifestazioni di piazza della popolazione pugliese: da Monopoli, Ostuni, Fasano, Lesina, Tremiti, Termoli ed ultima quella del 21 gennaio 2012 a Monopoli, quando l’intera Regione Puglia, insieme a rappresentanze di Abruzzo, Basilicata e Sicilia, ha chiaramente ribadito la propria contrarietà a qualsiasi forma di estrazione petrolifera sia in mare che sulla terraferma;

 

preso atto che

• le associazioni e i comitati ambientalisti, auditi oggi dalla Conferenza dei Capigruppo, hanno chiesto ai presenti di “rompere l’assedio, politico e mediatico, in cui è stata isolata la Regione Puglia nella sua battaglia compatta e trasversale contro ogni tipo di ricerca ed estrazione di idrocarburi, impegnando le rispettive segreterie nazionali a prendere una posizione ufficiale chiara e decisa sull’argomento”

 

IMPEGNA

 

Il Presidente della Regione, l’Assessore all’Ambiente e la Giunta regionale ad opporsi con ogni atto necessario alle decisioni del governo nazionale che autorizzano prospezioni nel sottosuolo marino e consentono qualsiasi attività di sfruttamento del mare e di ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi in Adriatico e nello Ionio.”

 

Nonostante i tentativi di dialogo cercati dal Presidente Vendola e gli incontri che ha cercato di organizzare con il movimento no triv,la risposta dei rappresentanti del governo è stata sempre rigida e con nessuna voglia di prendere nella giusta considerazione le giuste analisi poste dal movimento.

Ma la novità e che oltre alla Regione Puglia tutte le Regioni italiane ,grazie all’iniziativa presa dal Presidente del consiglio regionale pugliese Onofrio Introna,si schierano compatte contro le trivellazioni nell’Adriatico e nello Ionio.

Ma vediamola integralmente questa nota dello staff del Presidente del consiglio regionale pugliese;

“Agenzia nr. 4850 del 20/09/2012

» Presidente del Consiglio 

Tutti i Consigli regionali contro le trivelle: odg dei presidenti a Roma

La battaglia della Puglia contro le trivelle in mare vede ora alleate tutte le venti Regioni. Già ad agosto, il Veneto aveva adottato una proposta di legge alle Camere per il divieto dello sfruttamento del mare a scopi petroliferi. L’iniziativa legislativa segue...il modello di quella avanzata dal Consiglio regionale pugliese all’unanimità fin dal luglio 2011, con la richiesta al Parlamento di approvare una legge nazionale no petrolio. Oggi, la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome ha adottato un ordine del giorno “secco e preciso sul bersaglio”, rende noto “con soddisfazione” il presidente del Consiglio pugliese, Onofrio Introna, alla cui iniziativa si deve il documento unanime dell’organismo che riunisce i vertici di tutti i parlamenti regionali.

Condiviso nella plenaria della Conferenza, a Roma, l’odg “impegna i presidenti, le Giunte regionali e gli assessori all’ambiente ad opporsi con ogni atto necessario alle decisioni del governo nazionale che autorizzano prospezioni nel sottosuolo marino e consentano qualsiasi attività di sfruttamento del mare e di ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi in Adriatico e nello Ionio”.

I presidenti dei Consigli convengono inoltre “sull’organizzazione di una Conferenza di tutte Regioni adriatiche e ioniche, italiane e non, da tenersi a Venezia l’ 8 e 9 novembre, con la partecipazione, già confermata, del ministro per l’ambiente Corrado Clini”.

“L’obiettivo è il divieto assoluto di perforare i nostri mari – ricorda Introna - per metterli in sicurezza da ogni rischio di inquinamento, che sarebbe fatale per un’economia fiorente come quella turistica e marinara''.

Veneto e Puglia inviato proposte di legge al Parlamento, l’Abruzzo seguirà presto l’esempio. “L'Adriatico è poco più di uno stagno, il Mediterraneo poco più di un lago - osserva il presidente del Consiglio regionale pugliese – non voglio nemmeno pensare a un disastro ambientale come quello del Golfo del Messico, che ridurrebbe milioni di europei in condizioni invivibili. E vogliamo estendere le norme che vietano ricerche e prelievo di idrocarburi nei mari a tutte le regioni che si affacciano sull’Adriatico, sullo Ionio, su tutte le acque del Mediterraneo europee. Per questo, inviteremo a Venezia, l’8 e il 9 novembre, delegazioni di Paesi adriatici: Croazia, Montenegro, Albania, Grecia''.

Nella parte narrativa che anticipa il dispositivo con le indicazioni “operative”, l’ordine del giorno della Conferenza dei presidenti fa proprie e rafforza oggettivamente tutte le considerazioni sostenute dalle componenti istituzionali, politiche e sociali della Puglia e portate avanti dal Consiglio regionale, con il concorso senza distinzioni di tutte le forze politiche e delle associazioni che si riconoscono in un ampio movimento ambientalista contro il petrolio e per il mare pulito “.

Intanto si attendono le decisioni del Governo che a quanto pare non vuole sentire ragioni di nessun tipo tanto che il Ministro Clini tempo fa ha dichiarato: ”Non sempre vince chi strilla di più” e intanto Monti e Passera si commuovono quando sentono parlare di multinazionali…

In attesa delle decisioni del Governo il movimento no triv ben coadiuvato da Raffaele Viglilante ha organizzato una grande manifestazione nazionale a Manfredonia per dire basta a questa follia delle trivellazioni nell’Adriatico.

Sperando che sia l’ultima volta dove si ascoltino follie del genere.

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