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Il comico & il giullare

L’uomo che si è candidato per il PD ha una sessantina di anni e viene da Genova. Nasce in tv, dalla tv passa alle piazze e ai teatri, ed oggi è indiscutibilmente la storia dei blog.

Il blog per antonomasia.
Il n° 1.

Anzi per la precisione il numero 7 al mondo, per Forbes.

Molto probabilmente la storia dei blog in Italia forse inizia con il suo blog. Da quel 26 gennaio 2005 di blog ne saranno nati tanti.

Alcuni l’hanno palesemente imitato, altri evitato, altri deriso.
Alcuni l’hanno imitato non dimostrandolo ma forse contemplandolo.
Alcuni l’hanno anche ignorato.

Ma blog in Italia vuol dire assolutamente Beppe Grillo.

Se Facebook attualmente è disponibile in 64 lingue, al BeppeGrillo’s blog al massimo ne bastano 2: l’Italiano e l’Inglese.

Dal NewYork Times, all’Herald Tribune, al Time, non esiste un giornale al mondo che non abbia parlato del suo blog. Ma non di lui: del suo blog.

Bisogna fare attenzione a questo piccolo particolare che sembrerà marginale, ma io definirei sostanziale, per capire le differenze e le similitudini tra l’one man show di Genova e quello di Arcore. Il NewYork Times, El Pais, il The Guardian ed il Time che da mesi parlano di Silvio Berlusconi, hanno sempre parlato solo ed esclusivamente di Silvio Berlusconi.

Berlusconi ha le sue vicende e le sue tv.
Grillo ha le sue idee ed il suo blog.

Contrappongo Beppe Grillo a Silvio Berlusconi, perchè da quando ho saputo della candidatura di Grillo alle primarie del PD è inevitabile pensare all’insolito dualismo che si verrebbe a creare: da un lato Beppe, nato in tv, vissuto tra piazze e teatri, ed esploso sul web, dall’altro Silvio, nato in tv, vissuto tra piazze e teatri, sopravvissuto solo grazie alla tv.



Paragonare Berlusconi a Grillo è d’obbligo se si vuole immaginare solo per un istante il comico genovese come il principale leader dell’Opposizione.

Ma il mio principale sospetto è questo: Grillo sarebbe ottimo contro Berlusconi, ma sarebbe pessimo per il PD.

Parliamoci chiaro, Grillo non potrebbe mai guidare il PD.

Né i vari Fassino, i vari D’Alema, i vari Veltroni, i vari Franceschini si farebbero guidare da lui. Le Serracchiani e i Matteo Renzi forse sì, ma tutto il resto assolutamente no.

Grillo non può candidarsi come leader di un partito già vecchio, con uomini vecchi ed idee già vecchie. Un partito che farebbe al suo caso c’è, e paradossalmente è proprio il suo: le sue liste civiche, fatte delle sue idee e dei suoi cittadini, che però già si sa che non gli basterebbero mai per vincere.

Ma contro Berlusconi permettetemi di dire che sarebbe proprio l’ideale.
Berlusconi è l’uomo della Tv, Grillo è l’uomo del web ma lo è stato anche della Tv.

Il comico di Genova vincerebbe contro il giullare di Arcore per 2 a 1.

Il rapporto di Berlusconi col web è fatto di tante apologie, tanti fans ma di pochissime idee. Molto probabilmente nel web Grillo ha molti più nemici di Berlusconi, ma sono nemici reali, che non odiano i suoi dvd e i suoi spettacoli a priori, sono nemici fatti di ideali.

La parte di cittadini che gli mancherebbe, Grillo la riconquisterebbe tra piazze e Tv, tra teatri e cinema, riuscirebbe a ridurre gli spazi di Berlusconi e non viceversa.

Ma Grillo contro Bersani, Fassino, D’Alema, Veltroni, Franceschini etc. perderebbe sicuramente a tavolino.

Però arriverà anche il giorno che il PD dovrà ammettere che i comici avrebbero potuto far ridere molto di più dei giullari.

Perchè i democratici, si sà, le barzellette non le sanno raccontare.

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