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I parlamentari guadagnano poco: parola di Giorgio Stracquadanio del PDL
"Se i parlamentari lavorano, e sottolineo lavorano seriamente, dovrebbero essere meglio retribuiti".
"Se i parlamentari lavorano, e sottolineo, lavorano seriamente, dovrebbero essere meglio retribuiti". L’esponente ex Fi spiega che lo stipendio andrebbe aumentato per due motivi: "In primo luogo, perchè i deputati e i senatori che lavorano veramente hanno una responsabilità enorme ogni volta che schiacciano un pulsante per votare. In secondo luogo, perchè vorrei che concorressero alla vita pubblica i migliori che, invece, oggi, anche per una giusta ambizione economica, preferiscono puntare a dirigere imprese, a diventare imprenditori essi stessi o a intraprendere altre carriere ben piu’ remunerative, come, ad esempio, i tanti alti funzionari dello Stato. Insomma, avverte Stracquadanio, va premiata la meritocrazia in Parlamento: "La politica deve vedere protagonista il meglio della classe dirigente e non deve essere un refugium peccatorum, cioè un luogo dove cerca di far carriera chi non ha ne’ arte ne’ parte...".
Gli italiani sono gli onorevoli più pagati dell’Occidente: una busta di oltre 144 mila euro (più spese), contro gli 84.108 di un loro collega tedesco, gli 81.600 di un inglese, i 62.779 di un francese, i 35.051 di uno spagnolo e i 7.369 di un polacco, fanalino di coda delle indennità parlamentari in Europa.
E’ proprio così.
Ha ragione Stracquadanio, alla vita pubblica dovrebbero concorrere i migliori, che invece oggi, anche per una giusta ambizione economica, preferiscono dirigere imprese.
La politica italiana avrebbe bisogno dei vari Tronchetti Provera (5.664.000 euro all’anno), Montezemolo (5.177.000 euro all’anno), o Marchionne (4.782.000 euro all’anno). (Fonte finanza.it.msn.com)
Ma per convincere codesti imprenditori a rappresentare l’Italia in Parlamento e nel Mondo dovremmo aumentare gli stipendi dei parlamentari.
Mi sembra giusto il discorso di Stracquadanio, non fa una grinza: vuoi mettere l’affaticamento del pollice, il rischio di crampo nella mano, il pericolo di slogarsi un polso ogni volta che un nostro politico ha la responsabilità di schiacchiare un pulsante per votare.
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