• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Società > I killer mediatici

I killer mediatici

Ed ecco che ci risiamo!
Un altro caso di killeraggio politico-mediatico si è materializzato a partire da giovedì sera negli studi di un ignaro Santoro e poi nel programma mattutino di (pseudo)informazione di Canale 5.

La vittima è il giudice civile Mesiano, quello che ha disposto che il gruppo facente capo al nostro presidente del consiglio dei ministri Silvio Berlusconi risarcisca con 750 milioni di euro il gruppo CIR, quello dell’ingegner De Benedetti, per aver "comprato" la sentenza favorevole nel corso della causa d’appello sull’affaire Mondadori.

E’ opportuno ricordare che la corruzione del giudice Metta, quello della sentenza "comprata", è stata accertata definitivamente con sentenza passata in giudicato e che sono stati condannati i corruttori (Previti, Pacifico, Acampora, avvocati di Berlusconi) e il corrotto, appunto il giudice Metta.

Il quale ultimo, facendosi corrompere, aveva consentito l’illecito passaggio della prima casa editrice italiana a Berlusconi, laddove essa avrebbe dovuto divenire di proprietà, in base agli accordi contrattuali intercorsi con gli eredi Mondadori, di De Benedetti. Che, pertanto, ha subito, oltre che lo "scippo" illegale della casa editrice, - quello che i giuristi chiamano danno emergente- , anche una perdita di introiti successivi che avrebbe potuto incassare dalla gestione dell’azienda medesima, e che i giuristi chiamano lucro cessante.

Orbene, dopo anni, a causa dei tempi troppo lunghi della giustizia italiana, il giudice civile, Mesiano, ha quantificato il danno emergente e il lucro cessante, compresi gli interessi, in 750 milioni di euro, meno dei 1000 che chiedeva il gruppo CIR.

Ora, va precisato che una sentenza civile di primo grado, salvo che venga chiesta, come i legali di Berlusconi hanno fatto, e venga accolta, la sospensiva (piano a), è immediatamente esecutiva. Dunque i soldi andrebbero sborsati "cash".

Apriti cielo! Il gruppo di Berlusconi, lui in testa e sua figlia Marina, hanno lanciato fuoco e fiamme contro questa sentenza, buttandola in politica.

Il giudice Mesiano sarebbe una toga rossa che s’è azzardata a condannare il premier per farlo cadere politicamente.

Dopo di che è partito il piano b: distruggere mediaticamente la credibilità del giudice Mesiano che ha avuto l’ardire di...fare semplicemente il suo dovere.
Già Berlusconi l’aveva anticipato a Benevento: sul giudice Mesiano ne sentirete delle belle.



Ed eccole queste belle!
Giovedì sera da Santoro, il vice-direttore de il giornale, house-organ berlusconiano, dice che ci sono testimonianze che nel 2005, in un ristorante di Milano, ad alta voce, quasi come in un comizio, il giudice Mesiano parlava male del Berlusconi politico. O forse era il 2006, lo stesso vice-direttore, non ricordava con precisione.

Poi, su Canale 5, presente come ospite sempre lo stesso giornalista, all’anagrafe Alessandro Sallusti, veniva mandato in onda un servizio in cui il giudice Mesiano seguito e spiato da una telecamera a sua insaputa (e la privacy?) mentre si recava dal barbiere, fumava durante l’attesa del suo turno, si fermava (correttamente?) ad un semaforo rosso, si sedeva su una panchina, veniva qualificato da una voce di donna come "uomo che ci ha abituato alle sue stranezze", "uomo che impazientemente aspetta il suo turno dal barbiere e fuma".

Ed infine, chicca imperdibile, "che indossa un paio di calzini turchese" (orrore!) che non si devono indossare in udienza.

Ultima pennellata in studio, a completare tanto artistico quadro, l’affermazione di Sallusti che questo giudice, che il CSM ha promosso per laboriosità, equilibrio ed imparzialità, invece è uno scioperato se ha fissato qualche giorno fa un’udienza al 2011.

Orbene, chiunque abbia appena appena contezza di quello che accade nei tribunali civili, sa bene che sono già state fissate udienze per il 2012, 2013, 2014, 2015. E ciò perchè è il processo civile di per sé soggetto, normativamente, a lungaggini estenuanti. E, non ultimo, gli italiani sono piuttosto litigiosi tanto da arrivare in giudizio anche per per una bagattella come un tubo rotto, piuttosto che mettersi d’accordo tra privati.

In pratica i sicari di Berlusconi hanno cominciato la demolizione del giudice Mesiano in maniera esplicita. Sallusti, su Canale 5, ha chiesto, coram populo, di inficiare la sentenza del giudice, quella dei 750 milioni di euro.

E’ un lavoro sporco ed infame già riuscito con Boffo, il direttore di Avvenire, tentato con Fini, ed ora con Mesiano.

In questo Paese chi si permette di criticare Berlusconi o più semplicemente di far bene il suo mestiere, come i giudici e i giornalisti, "muore". In senso socio-lavorativo, ovviamente.

E’ un killeraggio politico-mediatico vergognoso che ha preso il posto di quello fisico che usava nelle tradizionali dittature.
L’evoluzione della specie!

Commenti all'articolo

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares