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I guardiani del destino: metafora di una società distopica dove domina il controllo sociale

I guardiani del destino è un film del 2011 diretto da George Nolfi e ispirato al romanzo di Philip K. Dick, “Adjustment Team”. Il film comincia con il parlare di David Norris, candidato alle elezioni per il congresso degli Stati Uniti, per lo Stato di New York.

Una sera David, prima di un suo comizio elettorale, incontra Elise. Tra i due subito nasce qualcosa di importante: si baciano e si piacciono l’un l’altro. Però, succede qualcosa di imprevisto: i guardiani del destino, che sono incaricati di far accadere le cose così come sono scritte e progettate nel “piano divino”, si oppongono alla relazione fra Elise e David.

I guardiani del destino catturano David e gli sottraggono il numero telefonico di Elise, numero che era stato dato all’uomo dalla stessa Elise dopo che si erano incontrati per la seconda volta su un bus. A David viene spiegato che lui ed Elise non possono stare insieme perché la loro relazione non è stata progettata nel “piano divino” e “metterebbe in pericolo” quest’ultimo.

David, per rivedere la donna, prende lo stesso autobus per tre anni finché non la incontra per caso. Si rivedono e nasce di nuovo del feeling fra loro. Essi finiscono a letto insieme ma i guardiani del destino si impegnano ad ostacolare in tutti i modi tale storia d’amore. David ed Elise si amano profondamente e David, in particolare, è pronto a tutto pur di infrangere il “piano divino”.

David, con l’aiuto di uno dei guardiani del destino, riesce a sfuggire agli altri del gruppo e comunica tutta la verità ad Elise. Elise, in un primo momento, è davvero scioccata dalla storia del “piano divino” e dei guardiani del destino. Elise, poco prima nel film, era stata abbandonata da David, il quale aveva seguito le indicazioni dei guardiani del destino.

Verso la fine del film, Elise e David, con il loro amore profondo, riescono a far cambiare il “piano divino” e quindi riescono a fermare i guardiani del destino nel loro tentativo di ostacolare la coppia di innamorati.

I guardiani del destino è un film che parla di libero arbitrio. È un film che parla anche di libertà contro l’oppressione di un destino contrario alla nostra volontà, un destino calato dall’alto, un destino che deve essere assolutamente cambiato…

Il film è anche metafora di una “società distopica” dove ognuno ricopre il suo ruolo sociale ben definito. Un articolo di un mio blog, intitolato “Una gabbia d’acciaio invisibile”, riporta tali parole:

Weber parlando della società contemporanea introduce la metafora della “gabbia d’acciaio”. Egli intende esprimere con questa immagine il concetto che l’uomo contemporaneo è soggetto ad una serie di costrizioni tipiche del nostro tempo a cui non può sottrarsi, costrizioni che provengono dall’economia capitalistica e dalla burocrazia, due invenzioni della società moderna.

La sfera economica e quella amministrativa, insieme alla sfera pubblica, ci obbligano ad osservare una serie di regole, norme e convenzioni che rendono la nostra vita “ostaggio” di una prigione mentale.

Inoltre la nostra società è molto più “repressiva” delle società pre-moderne perchè vi è più alienazione derivata dal lavoro e malattie psicologichederivate dal fatto che la nostra società reprime le pulsioni e gli istinti.

Un altissimo livello di strutturazione sociale oltremodo complesso ci lega tutti in modo indissolubile: ognuno ottiene il suo preciso “posto” nella società assegnatogli da questa ultima.

Il nostro posto nella società è un qualcosa che non esiste in modo concreto ma è una posizione “volatile”, un posto “mentale” che assume anche i connotati fisici in relazione al mondo del lavoro, della famiglia, delle relazioni sociali etc.

Viviamo tutti in una gabbia d’acciaio che non vediamo, volatile, senza consistenza: è come se avessimo delle coordinate precise nello spazio “fluttuante” in cui viviamo.

Quindi, mancanza di libero arbitrio vuol dire oppressione sociale come vuol dire anche controllo sociale. Nella società neoliberista contemporanea, rispetto al passato, il controllo e il condizionamento sociale hanno raggiunto un livello davvero alto, e, in tali condizioni, come non pensare alla nostra società come una società distopica?

Attraverso i media come anche attraverso la strutturazione sociale si esercita una vera e propria “manipolazione mentale”, adatta per rendere l’individuo passivo e controllabile. E un individuo passivo e controllabile non esce dal suo “percorso stabilito” o dal suo “ruolo sociale”: ecco che viene da pensare al “piano divino” del film che non deve essere assolutamente messo in discussion I guardiani del destino può essere visto, allora, come la metafora della nostra società alquanto distopica?!

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