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I diritti delle popolazioni indigene

Parlare di “diritti delle popolazioni indigene” potrebbe spingere a chiedersi perché vengano distinti i diritti delle popolazioni indigene da quelli delle altre popolazioni. James Anaya scriveva nel suo rapporto del Seminario sul “ruolo dei difensori del popolo (Ombudsman) in America Latina e sul tema “Il diritto alla consultazione previa dei popoli indigeni”, tenuto a Lima, in Perù, il 25 aprile 2013 , che in qualità di Relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti delle popolazioni indigene, i problemi che arrivano sul suo tavolo sono quasi sempre riconducibili all’assenza di una consultazione adeguata delle comunità indigene da parte degli enti governativi; in particolare riguardo a temi relazionati a progetti di sviluppo o di estrazione industriale delle risorse naturali nei loro territori ancestrali.

È in fase di organizzazione la Conferenza Mondiale sulle Popolazioni Indigene, che avrà luogo a New York il prossimo settembre, e il tema attualmente dibattuto riguarda la partecipazione attiva di Rappresentanti delle popolazioni indigene, non come semplici figure di rappresentanza, bensi come protagonisti del dibattito sulle decisioni che li riguardano. Il rappresentante di Amnesty International all’Onu ha inviato una lettera aperta agli Ambasciatori della Missione all’Onu, appellandosi all’articolo 18 della Dichiarazione Onu dei diritti delle popolazioni indigene, e chiedendo il rispetto dei loro diritti e garanzie per la loro partecipazione alle decisioni che li riguardano, attraverso rappresentanti da loro prescelti secondo le proprie istituzioni.

Per rendere piu comprensibile questo problema in termini concreti, propongo la lettura di un articolo scritto da Dolores Soto, antropologa messicana, attivista di Amnistía Internacional in Messico dal 1986 e responsabile del Gruppo 12 di Città del Messico, che si occupa tra l’altro delle violazioni dei diritti umani delle popolazioni indigene in questo Paese.

IL DIRITTO ALLA CONSULTAZIONE E ALLA PARTECIPAZIONE DELLE POPOLAZIONI INDIGENE

yaquis

I diritti delle popolazioni indigene in Mexico. il caso Yaqui.

Introduzione

Il diritto alla consultazione e alla partecipazione dei popoli indigeni alle decisioni dei governi è stabilito dalle convenzioni internazionali sui diritti umani e nello specifico dalla Convenzione 169 della OIT (Organización Internacional del Trabajo) e dalla Dichiarazione delle Nazioni Unite sui “Diritti delle popolazioni indigene”, ed è da ritenersi obbligatoria per tutte le tematiche irelative ai diritti umani dei nativi.
Le popolazioni indigene, come sancito dalla Convenzione 169, hanno il diritto di decidere autonomamente le priorità del loro processo di sviluppo. La consultazione deve essere attuata dal governo e deve rispettare diversi requisiti: deve avvenire mediante le procedure adeguate alle popolazioni indigene e deve essere di “buona fede”.

La Dichiarazione dell’Onu sui diritti delle popolazioni indigene prevede che questa consultazione sia previa, cioè deve avere luogo prima che le opere vengano iniziate, o prima che una legge venga promulgata; deve essere libera, ossia si deve realizzare senza nessuna pressione coercitiva o mezzi di corruzione; deve contenere informazioni esaustive sia sugli aspetti a loro beneficio, come su quelli che potrebbero recare loro danno.

Progressi e problemi della lotta delle popolazioni indigene del Messico per i loro diritti

La comunità Yaqui, popolazione indigena che abita la regione semidesertica del Sud Sonora, si compone di circa 35.000 persone. I villaggi sono concentrati nella Ribera del Río Yaqui, che da sempre ha costituito per questo popolo indigeno la fonte primaria di sopravvivenza. Questo fiume ha sofferto per diverse modifiche realizzate sul suo corso naturale, che ne hanno diminuito la portata, senza che il popolo Yaqui fosse stato consultato. Le opere realizzate hanno danneggiato gli Yaqui in modo preoccupante. Una fra le più importanti fu la costruzione delle diga El Novillo del 1964, che diminuì in maniera significativa l’acqua destinata ai popoli indigeni.

Nel 2011 il governo di Sonora decise di costruire un acquedotto per portare acqua alla città di Hermosillo, capitale dello Stato di Sonora, che ha sofferto grandi periodi di siccità, soprattutto a partire dal 1995. Il governo di Sonora, nonostante sia assolutamente in grado di approvvigionarsi del liquido vitale senza danneggiare altre popolazioni, ha optato per la riduzione dell’acqua del fiume Yaqui, causando cosi un danno vitale a questa popolazione, poiché il Río Yaqui ha rappresentato la base della cultura e dello sviluppo della popolazione indigena Yaqui fin dall’epoca preispanica.


Il governo statale non ascoltò le loro domande e gli Yaqui si appellarono quindi alla Suprema Corte di Giustizia, che l’8 maggio 2013 pronunciò una sentenza che obbligava il governo federale a realizzare una consultazione, secondo la Convenzione 169 della OIT, al fine di valutare il danno che questa opera aveva causato alla popolazione indigena. Nel dicembre 2012 si era intanto costituito un gruppo formato da organizzazioni di attivisti per i diritti umani e altre figure accademiche, come osservatori e garanti del rispetto degli standard internazionali che prevedono la consultazione previa, di buona fede, libera, informata e adeguata alla cultura indigena.
La Sezione Messicana di Amnesty International partecipa a questo collettivo.

A oggi, sono stati raggiunti due dei quattro obiettivi della consultazione, e sono stati rilevati vari problemi molto preoccupanti. La consultazione non è avvenuta prima, visto che l’opera dell’acquedotto non solo è già conclusa, ma al contrario, da piu di un anno, si sta prelevando acqua dal fiume, senza che sia stato fatto uno studio sull’impatto ambientale. L’informazione che il governo ha dato è parziale e, a oltre sette mesi dall’inizio della consultazione, non sono state date tutte le informazioni sollecitate dal popolo Yaqui.

Gli avvenimenti lasciano supporre che venga ignorato il principio di libertà della consultazione. E' stata annullata o sta accumulando un ritardo importante la consegna delle borse di studio da parte del governo ai bambini e bambine indigene. Attivisti leader di questa lotta sono stati minacciati con vari messaggi minatori. Il governo è intervenuto senza rivolgersi prima alle autorità tradizionali della comunità, e senza rispettare i loro procedimenti tradizionali e autonomi, creando divisioni all’interno della comunità.

Traduzione di Rosi Penna per Segnali di Fumo

Photo: Wikimedia

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