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 Home page > Attualità > Cronaca > I funerali di Stato di un paese morto

I funerali di Stato di un paese morto

Stavo pensando che oggi quasi mi verrebbe di parlare di Gaza.
Del conflitto israelo-palestinese, delle cluster bomb, del fosforo bianco.
Per dispetto, perchè non l’ho mai fatto, se non per invitare, in modo "discretamente" metaforico, TUTTI a stare zitti.

Esiste uno strano fenomeno in Italia, che rende i cittadini tutti uguali:

quando parlano TUTTI delle stesse cose.

Oggi mi piace immaginare l’Italia come uno di quei quartieri di Napoli con quei vicoletti stretti stretti, e mi piace immaginare ogni Italiano come una prostituta ad ogni suo incrocio.

Ogni giorno si apre un corridoio umanitario, ogni giorno si promuove solidarietà, ogni giorni si piange e si fotte, si scrivono blog, si scrivono giornali, si fa politica, ogni giorno c’è qualcosa di cui parlare nelle macellerie.

Ed ecco che Vittorio Arrigoni diventa uno sconosciuto da Gaza, e non più il paladino del giornalismo senza frontiere.

Ed ecco che l’attenzione si sposta dai diritti umani in Tibet al dolore al braccio del Dalai Lama.

Per quanto mi riguarda mi sono rotto di fare il gioco dei parassiti dell’ opinione pubblica.

Oggi sono tutti medici, tutti anestesisti, tutti infermieri, tutti rianimatori, oggi la parola più cliccata su google sicuramente non sarà più "Gaza", ma "Eutanasia".

Mi sono rotto di prostituire la mia opinione.

Per non parlarne, potrei tergiversare parlando dei 4 ragazzi morti nello scontro frontale di Brescia, potrei parlare del romeno ubriaco che ha investito una coppia ed ucciso una persona.

Sempre di morte, possibile che faccia notizia solo la morte!
Possibile che le testate giornalistiche, i blog, i tg debbano speculare sempre su chi muore?

Credo che ancora una volta il miglior modo per rispettare, sia riflettere in silenzio.
E non urlare in lacrime a squarciagola che si tratta dell’ennesima ingiustizia.


Ma cosa o chi volete commentare?

Uno che commenta il provvedimento per incentivare gli acquisti delle auto dicendo:
"Questo è un provvedimento suggerito dal ministro giapponese dei trasporti che
si chiama come sapete tutti Fur-gon-cin"?



60mila posti di lavori a rischio e lui cita il ministro giapponese Furgoncin!
Oppure volete commentare uno che alla domanda di un padre "Cos’altro ha da patire una persona che ha perso un figlio? Quale dolore maggiore potrebbero provocarmi?"

Uno che risponde: "Per me è Eutanasia, potrebbe anche avere figli..."

Mesi fa, in tempi mediatici non così sospetti, in un momento di riflessione scrissi anch’io qualcosa.

Ma ora basta, mettete a lutto i vostri blog, i vostri siti, le vostre case, i vostri Paesi.

Oggi non scriveteci una parola.

Perchè quando un Governo interviene con un decreto legge "urgente" per impedire la morte di una persona che è morta da 17 anni, allora vuol dire che si tratta di un Governo di un Paese Morto.

I funerali di Stato si celebrano in silenzio.

Ed i funerali di Stato di un Paese Morto sono appena iniziati.
Amen.

 

 

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