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Hector Zazou "Oriental Night Fever"

Hector Zazou, Barbara Eramo, Stefano Saletti, "Oriental night fever" (Materiali Sonori)

E’ uno dei lavori lasciati incompiuti – l’ultimo album che ha potuto seguire in prima persona fu In the house of Mirrors, uscito proprio immediatamente dopo la sua scomparsa, l’8 settembre 2008 – da Hector Zazou. Ideato assieme alla cantante Barbara Eramo e al polistrumentista Stefano Saletti, il progetto che unisce elettronica e strumenti della tradizione mediterranea (oud, bouzuki, mandola) e orientale (tabla, pakhawaj, bansouri), reinventando la disco anni ’70, è nato per caso, spiegano Eramo e Saletti nelle note di copertina.

“Hector voleva fare un lavoro insieme a noi, ma senza un’idea precisa”. Finché, con in mano il CD Disco inferno “con il quale avevamo ballato a Capodanno in un tuffo negli anni ’70, andammo nello studio di registrazione e arrangiammo I feel love di getto, come se non avessimo ascoltato altro fino ad allora”.

Prima di inserirlo nel lettore eravamo alquanto dubbiosi sulla efficacia di una rilettura World di alcuni classici della disco music. Ma già il primo ascolto ha dissolto ogni perplessità, al punto che il risultato è apparso subito rinfrancante e convincente. Sin dalle note iniziali di I feel love, grazie alla voce accattivante e al modo di svilupparla di Barbara Eramo, sostenuta da una serie di strumenti della tradizione orientale, le canzoni che ci hanno tormentato negli anni ’70, persino le più banali ed ossessive, acquistano una freschezza impensabile, grazie anche all’ottima qualità della registrazione.

Mentre Zazou coordina il tutto, restando per così dire in disparte ad occuparsi della componente elettronica, salgono alla ribalta oltre alla Eramo, Stefano Saletti, capace di suonare con abilità un numero considerevole di strumenti di tradizioni apparentemente distanti dall’occidente europeo. E poi alcuni ottimi musicisti, tra i quali il tablista indiano Rasmi Bhatt, l’israeliano Eyal Sela, impegnato al flauto bansuri e il violinista Carlo Cossu.

Sembra strano che un disco di ben 11 cover – l’unico brano originale è il brevissimo Oriental Night della coppia Saletti – Sela – che vanno da I feel love di Donna Summer a Y.M.C.A.,dei Village People, a Stayin Alive e Night Fever dei Bee Gees, a Ring My Bell di Anita Ward, Disco Inferno dei Trammps, Heart of glass dei Blondie, You make me feel di Sylvester, I want your Love degli Chic, per finire con I will survive di Gloria Gaynor, abbia ancora qualcosa da dire.

Invece, ripetiamo, proprio per la bravura, l’attenzione e l’affiatamento tra gli interpreti, tutto questo si avvera. E i respiri e i sussurri della Eramo, avvolti dal suono dell’oud, dei tabla, del violino, del bouzuki, ci ipnotizzano, immersi in una moderna danza del ventre, che ha però radici americane.

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