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Guai TAV in pillole

Diciannovesima puntata: “Si vorrebbe spiegare ad uno com’è fatta casa sua”.
Stralci della requisitoria che i Pubblici Ministeri Gianni Tei e Giulio Monferini hanno pronunciato al processo in corso presso il Tribunale di Firenze a carico dei costruttori della TAV fra Firenze e Bologna.

TRIBUNALE DI FIRENZE
SEZIONE MONOCRATICA
 
DOTT. ALESSANDRO NENCINI Giudice
 
Procedimento penale n. 535/04 R.G.
 
Udienza del 10 aprile 2008
 
 
Requisitoria del Pubblico Ministero dott. Gianni Tei
[Stralcio n. 19]
 
 
“SI AFFIDA AL CONTROLLATO STESSO DI AUTOMONITORARE E CONTROLLARE CIÒ CHE FA. [...]
CAVET, NONOSTANTE MOLTI TESTIMONINO COME I MONITORAGGI SIANO INIZIATI SOLO DOPO AVER SUBITO GLI IMPATTI, CERCA DI USARE QUEI MONITORAGGI TARDIVI E INEFFICIENTI A DIFESA, CON EFFETTI PERVERSI, IL CHE, PER LE PERSONE OFFESE, SAREBBE VERAMENTE AGGIUNGERE AL DANNO LA BEFFA.
[...] LA FUNZIONE DEL MONITORAGGIO CAVET È QUELLA DI FARE IL MIRACOLO DI FAR TORNARE L’ACQUA DOVE NON C’È PIÙ.”.
 
 
5) ERA TUTTO PREVISTO E .... E COMUNQUE MONITORATO...
 
 
Comunque anche se non tutto era previsto, tutto era ugualmente e sotto controllo. Tutto monitorato da CAVET.
Vediamolo, questo monitoraggio.
In prima battuta ci dicono che il monitoraggio ante-progettazione non è stato fatto, non c’era. Lo dicono Rubellini, Sargentini, Micheli e soprattutto lo dice anche CAVET.
Viene male, capirlo. La logica parrebbe aver dovuto imporre il seguente iter: prima monitoro, conosco la situazione, faccio dei test, e poi redigo il progetto esecutivo. Ma pare così non sia per gli addetti ai lavori o, quantomeno, per i CC.TT. di CAVET. Infatti il prof. Celico a pg. 538 della sua CT afferma: “Non è stato effettuato alcun monitoraggio ante progettazione perché rappresenta un falso problema”. Uno potrebbe anche voler dar fede al prof. Celico se poi però non riscontrasse che CAVET, a sua volta, ha invece creato problemi, e questa volta veri e non falsi, a tanta gente.
Vediamo come.
Nella conferenza di servizi il monitoraggio diventa una prescrizione specifica per CAVET.
Avvocato Parte Civile - Chi faceva i monitoraggi…
Teste Trezzini Fabio - I monitoraggi li faceva CAVET.
Avvocato Parte Civile - CAVET, ARPAT…
Teste Trezzini Fabio - ARPAT faceva dei controlli. Faceva dei controlli… la consistenza, la frequenza, eccetera.
Avvocato Parte Civile - … dal CAVET?
Teste Trezzini Fabio - Sì. Un monitoraggio previsto dall’accordo era un monitoraggio a cura di CAVET.
E già questo non torna tanto. Si affida al controllato stesso di automonitorare e controllare ciò che fa. Ma la cosa peggiore è che la prescrizione imposta appare di fatto monca. Si dice: “CAVET, fai un monitoraggio preciso”. Ammettiamo, anche se non risulta, che CAVET l’abbia fatto davvero un monitoraggio preciso. Ma poi? Perché il Ministero, la Regione, il deliberato della conferenza dei servizi, non conclude il discorso sulla prescrizione imposta? CAVET deve fare il monitoraggio ma a che fine? E quando l’ha fatto e si leggono i risultati, cosa dovrebbe succedere? Non è dato sapere. Non è dato sapere perché intanto CAVET, finché ha potuto, i risultati del monitoraggio se li è tenuti per sé. Non li mandava nemmeno all’Osservatorio, o meglio li mandava così in ritardo che a quel punto erano inutili.
Pubblico Ministero - Senta, si ricorda per esempio che c’era una contestazione sua molto puntuale sul fatto che i dati del monitoraggio da parte di FIAT e CAVET arrivavano con un ritardo notevole?
Teste Trezzini Fabio - Certo, certo.
Pubblico Ministero - Questa situazione è mutata, è migliorata o…
Teste Trezzini Fabio - Eh, col tempo certo, col tempo è migliorata perché poi piano piano abbiamo…
Pubblico Ministero - Ma questi dati come arrivavano, arrivavano un po’ così alla spicciolata, con una cadenza regolare…
Teste Trezzini Fabio - Adesso non ricordo ovviamente i dettagli ma, insomma, certamente arrivavano i dati delle portate drenate, quindi sull’entità delle interferenze idrogeologiche che erano appunto previste dal progetto di monitoraggio, arrivavano certamente con settimane se non mesi di ritardo per cui quando il fenomeno si era giù svolto da tempo, o comunque da un tempo relativamente alto nel caso in questione, e quindi difficilmente poi potevano essere utilizzate per proporre delle correzioni.
Pubblico Ministero - Cioè, arrivando troppo tardi era quasi inutile, cioè arrivavano a cose un po’ fatte.
Teste Trezzini Fabio - Sì sì, questo sì.
Perché CAVET mandava i risultati in ritardo?
La verità pare essere molto semplice. Alla storia che il monitoraggio dovesse avere una reale e concreta funzione a fini di tutela ambientale non ci ha creduto mai nessuno, e certo non ci ha mai creduto CAVET. Siamo certi e sicuri che CAVET abbia fatto un monitoraggio, ma solo e soltanto quello strettamente necessario alla necessità connesse alla progressione dei lavori in galleria.
Solo così si spiegano, non solo il ritardo nell’inoltrare i dati, ma anche le modalità con cui è stato fatto il monitoraggio e la scelta da parte di CAVET dei punti da monitorare.
Solo così si può rispondere al Sindaco Margheri di Borgo S. Lorenzo che domanda - se qualcuno ha previsto l’impatto di Casa d’Erci - perché nessuno ha presentato ai Comuni un progetto d’approvvigionamento idrico alternativo visto - aggiungiamo noi - che l’unica prescrizione certa data in conferenza dei servizi era quella di salvaguardare i livelli di approvvigionamento di acqua potabile.
Teste Margheri Antonio - No, per quanto ne so, anche per quanto riguarda le, appunto, le sorgenti di Casa d’Erci ribadisco che nella documentazione di conferenze dei servizi del ’95, questo diciamo non era evidenziato. Cioè, se... Allora, molti, diciamo, e non solo il Comune, ma tanti soggetti presero visione di questo, del materiale che poi era depositato in Regione a Firenze. Se ci fosse stato una evidenziazione diciamo specifica di Casa d’Erci, ci sarebbe stato sicuramente una grande attenzione, sensibilità. E sia da parte delle istituzioni, ma anche da parte dei realizzatori dell’opera, se qualcuno fosse stato a conoscenza preventivamente di questo impatto, perché si arriva all’impatto senza che nessun progetto d’approvvigionamento idrico alternativo sia stato presentato ai Comuni?
Solo così si può spiegare come, ancora nel 2002, non risultassero essere state attivate procedure attendibili di monitoraggio e di controllo degli effetti delle interferenze dei lavori con le falde acquifere. Incredibile. I lavori sono iniziati da anni ed il 28.2.’02, quando eppure molti danni sono già stati fatti, con riferimento alla galleria di Vaglia, ARPAT può ancora scrivere, senza scomporsi però più di tanto, che ancora il monitoraggio non è a punto. Si legge infatti: “Nel capitolo relativo al monitoraggio idrogeologico si riportano alcune sorgenti e pozzi da monitorare, molti di questi sono inclusi nell’elenco dei punti attualmente monitorati altri no e viceversa. Per quanto riguarda il monitoraggio delle sorgenti, quindi, si rileva una incongruenza tra quanto scritto nel Programma operativo e quanto riportato nelle schede di monitoraggio (file pervenuto al S.T. in data 20.02.02), in particolare per quanto riguarda le frequenze di monitoraggio (...)”. Questi alcuni passaggi della relazione ARPAT del 2002.
E tutto questo, quando si aspettava a farlo?
È evidente che CAVET del monitoraggio a fini ambientali se n’è occupata solo quando è stata obbligata a farlo, se no avrebbe fatto di meglio e questo sin da subito, dal 1997. Ma ancora dal 2000, se CAVET avesse voluto, avrebbe potuto fare di meglio. Bastava prendere atto delle rimostranze di Mascherini alla data del 22.6.’00.
Mascherini, Sindaco di Firenzuola - “[...] Poi l’ultima questione, e chiudo, è quella della vigilanza e della sorveglianza, cioè il monitoraggio delle risorse idriche, il monitoraggio della qualità dell’aria, il monitoraggio del rumore. Anche rispetto a questo noi dobbiamo cambiare perché molto è stato fatto ma sicuramente del tutto insufficiente perché se un lavoro è stato fatto, è stato fatto unicamente, quasi unicamente, per monitorare la qualità delle acque, e non del tutto, perché il professor Rodolfi mi sta dicendo che da Casa d’Erci ad andare a Firenzuola galleria i piezometri che misurano i battenti d’acqua non esistono ancora. Cioè effettivamente monitorare che cosa succede alle risorse idriche, le sorgenti se diminuiscono eccetera, non esiste un reticolo di monitoraggio sufficiente per capire che cosa esiste prima della galleria e dopo la galleria, le portate delle sorgenti prima e dopo. Tutto questo credo che deve essere fatto con maggiore attenzione perché altrimenti uno non capisce nemmeno che cosa comporta. Si va solo dietro alle sorgenti che alimentano gli acquedotti dei centri abitati, ma non si capisce niente delle sorgenti che alimentano i corsi d’acqua e quindi non si capisce lo scombussolamento ambientale che questo determina. Quindi occorre mettere a punto un monitoraggio della qualità dell’acqua e della quantità di acqua delle sorgenti, e su questo qualcosa è stato fatto, ma del tutto proprio che non si è fatto minimamente è il monitoraggio della qualità dell’aria, del rumore e delle polveri. Tutto questo che era nel programma dell’Osservatorio Nazionale Ambientale, è rimasto nella mente di chi lo voleva fare e quindi questo va recuperato. [...] L’Osservatorio Nazionale Ambientale stanzia tutti gli anni non so quanti soldi, centinaia di milioni che dà ARPAT per fare questo monitoraggio ma ARPAT è uno strumento della Regione che deve svolgere due compiti: quello istituzionale di verificare la qualità dell’acqua e del rumore, più deve svolgere il ruolo di supporto tecnico dell’Osservatorio Nazionale Ambientale per cui c’erano tutte le condizioni perché ci fossero le risorse perché il monitoraggio fosse fatto; in effetti questo monitoraggio è del tutto insufficiente".
 
Comunque, ancora oggi, CAVET difende i suoi studi geologici ed il suo monitoraggio che, per quanto va sostenendo, parrebbe ottimo ed abbondante.
Sulla bontà degli studi a disposizione dei geologi CAVET testimoniano però M., V. ed altri con verbali dagli effetti surreali.
Ricordiamoci cha già il Servizio Geologico nel ’92 aveva sottolineato come gli studi disponessero di “dati frammentari, scarsamente confrontabili", Uno studio ricco di "discrepanze", "lacune o non corrispondenze dei dati" nella cartografia. Mancanza di "riferimenti toponomastici e tettonici" nel profilo geologico della tratta.
E come ancora nel ’95 Broili, a progetto esecutivo redatto, ammettesse di non aver dati per pozzi e sorgenti per ben 21 chilometri di tracciato.
 
Nonostante questa scarsità di dati CAVET cerca di forgiare la realtà secondo i suoi desiderata.
 
A L. M. cercano di convincerlo che la sorgente che gli si è seccata non si chiama “I Sorcelli”, ma in un altro modo. Il perché è semplice, ne hanno monitorata un’altra che non c’entra nulla con la sua.
Avvocato Difesa - Signor L. M., senta, torniamo alla sua sorgente, quella che lei dice essere la sorgente “Sorcelli”.
Teste L. M. - Sì.
Avvocato Difesa - Ha anche un altro nome? Si chiama “Castagneto del maestro”?
Teste L. M. - Che sappia io no.
E questo, fino a prova contraria, che non c’è, dovrebbe bastare a tagliare la testa al toro. Lui abita e vive lì ed usava la sorgente “I Sorcelli“ che si chiama così. Punto. Ma la scienza non guarda in faccia a nessuno e travolge le credenze popolari tipo quella di cui sembrerebbe vittima L. M..
E il difensore lo spiega al giudice:
Avvocato Difesa - Noi abbiamo un problema, signor Giudice, la ragione di queste domande è evidente… noi abbiamo dei monitoraggi, abbiamo dei controlli che sono stati eseguiti, ed abbiamo una certa mappa… quindi la ricerca di queste informazioni serve poi per dire…
E al teste:
Avvocato Difesa - Ora glielo chiedo. Allora, senta, lei sa se la sua sorgente, la sorgente che lei chiama “Sorcelli”, è stata controllata? Se venivano a vedere quanto buttava?
Teste L. M. - Sono venuti dopo il mio intervento in Comune una volta.
Giudice - Dopo che s’era seccata?
Teste L. M. - Sì.
Giudice - No, credo che la domanda fosse prima, no?
E la difesa:
Avvocato Difesa - Prima e dopo, perché c’abbiamo anche i monitoraggi dopo.
“Abbiamo i monitoraggio prima e dopo”. Ma di quali monitoraggi parliamo?
La difesa CAVET indica il nome della sorgente in modo diverso dal proprietario, L. M. dice che l’hanno controllata, non monitorata, solo una volta dopo che si era seccata e ci si ostina a dire di disporre dei dati dei monitoraggi prima e dopo... E si cerca lo stesso di convincere L. M. che invece, ovviamente non si fa convincere di cose che conosce meglio di loro.
Teste L. M. - Prima che si fosse seccata? No.
Avvocato Difesa - Dopo?
Teste L. M. - Dopo son venuti a vedere che c’ero io presente e li portai sul posto e dico ‘Venite un po’ a vedere cosa succede qui’, poi dopo per l’appunto il giorno mi trovavo su vicino alla sorgente, ecco che sono arrivati due giovani che venivano a fare il controllo dell’acqua, e io gli dissi ‘Ah, venite ora?! dopo cinque o sei anni venite a controllare ora la sorgente?!’, perché c’era già in corso questa causa e allora è arrivato… non so se era l’ARPAT o chi fosse a controllare.
Avvocato Difesa - Ci sta che fossero incaricati del CAVET? Perché erano incaricati del CAVET, a noi risulta.
Ancora. Ma risulta cosa? Comunque …
Teste L. M. - Può darsi, può darsi, non mi dissero niente quindi…
Giudice - Viaggiavano su un’autovettura che aveva dei segni, delle scritte, qualcosa?
Teste L. M. - No, vennero a piedi, l’autovettura lassù non ci va.
E già questo potrebbe spiegare abbondantemente perché non c’era il monitoraggio. A camminare si fa fatica... in autunno poi piove e c’è fango, d’inverno fa freddo e nevica, d’estate si suda… In ogni caso:
Giudice - Va beh, ho capito, non saranno arrivati a piedi lì, da qualche parte saranno scesi dalla macchina.
Teste L. M. - Sì, ma io l’autovettura non l’ho vista.
Giudice - Quindi lei fece fare il controllo sull’acqua da persone che non sapeva chi fossero?
Teste L. M. - Loro passarono che io… ci dico la verità, io ero lì che facevo legna a 200 metri dalla sorgente, passarono e dice ‘noi dobbiamo andare a controllare l’acqua di questa sorgente’…
Giudice - Gli dettero un nome loro alla sorgente?
Teste L. M. - No. Dissero: ‘Dobbiamo andare a controllare’, siccome io sapevo che in giro c’era questo problema dico: ‘Andate’. Ci dico anche questo: quando tornarono indietro dico: ‘L’acqua c’è ora?’, dice:‘Ce n’è, ce n’è’, dico: ‘Quanto fa al minuto?’ ‘Trentatré litri’.
Giudice - Quando è successo questo fatto?
Teste L. M. - Anno scorso.
Giudice - Quindi si riferisce al periodo in cui lei dice è tornata l’acqua.
Teste L. M. - Sì. Anno scorso proprio da questi giorni qui perché mi ricordo che ero su a far legna vicino alla sorgente.
Avvocato Difesa - Era il periodo di Natale, è possibile?
Teste L. M. - No, dopo, dopo Natale.
Ed ecco però che il monitoraggio compie finalmente il miracolo tanto atteso.
Avvocato Difesa - Perché verso marzo sembrava che avesse una maggiore portata.
La fonte di cui non si sa il nome, che il teste dice che gliel’hanno seccata e l’hanno controllata una volta solo dopo l’impatto, secondo il miracolo compiuto dal monitoraggio CAVET, a marzo, si riprende ed ha addirittura anche una maggiore portata! Non si sa rispetto a cosa, ma ha una portata maggiore.
 
Ma il fatto, purtroppo non è isolato.
 
Teste C. V. - Quando vennero questi geologi restai sinceramente sconcertato. Perché, pur geologi, non avevano chiara la situazione delle fonti locali. E abbiamo avuto una piccola...
Pubblico Ministero - Ci fu un equivoco?
Teste C. V. - Un equivoco, sì. Un equivoco secondo me antipatico. Niente di che, per carità di Dio. Loro attribuivano il mio deposito, la mia sorgente che io ho fatto, nel senso bambino ho visto costruire ... pensavano che fosse la fonte di approvvigionamento del podere Il pozzo. Altra casa a distanza, sì, di 400 metri, in tutt’altra direzione. Per cui scoprii in quella occasione, anche che pensando loro che quel tubo che era lungostrada fosse quello che da quella fonte andava al pozzo, lo avevano, in occasione dei lavori TAV, per sbaglio troncato e non lo avevano ripristinato, perché tanto sapevano che non c’era acqua. Con questo tagliarono definitivamente l’acqua mia, cioè di Marzano, quella comunale, che veniva di scorta a casa mia.
Pubblico Ministero - Ah, quindi doppio. Lei ebbe sia la sorgente, sia anche l’acquedotto...
Teste C. V. - Sì, perché loro... L’acquedotto fu tagliato brutalmente per errore. E pensando che fosse secco, va bene?, non ripristinarono...
Pubblico Ministero - Quindi...
Teste C. V. - Quindi io restai totalmente... Non avevo neanche la possibilità di agganciarmi all’acquedotto di Marzano per un certo periodo.
Ed infatti ancora oggi Bollettinari e Rodolfi collocano le sorgenti di C. V. in modo diverso tra loro.
 
Questo per dire l’affidabilità degli studi su cui si fonda il monitoraggio.
 
Vediamo poi la tempestività di questo salvifico monitoraggio.
 
Abbiamo già visto come ARPAT, nel 2002, dicesse che il monitoraggio ancora non fosse ancora a punto.
Ma qui ci interessano i monitoraggi dei punti d’acqua usati dai privati. Infatti non basta che i monitoraggi non siano stati fatti, siano stati fatti male o, comunque, se fatti e fatti bene, non siano serviti a nulla visto che gli impatti si sono provocati lo stesso. CAVET, nonostante molti testimonino come i monitoraggi siano iniziati solo dopo aver subito gli impatti, cerca di usare quei monitoraggi tardivi e inefficienti a difesa, con effetti perversi, il che, per le persone offese, sarebbe veramente aggiungere al danno la beffa.


Abbiamo già detto di L. M. al quale vanno a controllare la sorgente solo dopo che gli si è seccata.
Così D. U. del podere “Monacale” che testimonia come il monitoraggio sia iniziato solo dopo che la sorgente si è già seccata. Idem per il pozzo “La Campora” dei sigg.ri T..
Eppure si cerca di usare il monitoraggio per dimostrare ciò che non è. Si fa riferimento a quelle domande della difesa ai danneggiati i quali avevano già risposto per mezz’ora al PM di come, prima dei lavori CAVET, disponessero di punti acqua che buttavano per tutto l’arco dell’anno e di come, dopo i lavori di scavo, non li avessero più. A quelle domande mediante le quali la difesa chiedeva alle persone offese se fossero proprio sicuri di non avere più l’acqua, perché a CAVET risultava una cosa diversa, risultava che dai monitoraggi fatti da CAVET stessa, l’acqua ci fosse. E i danneggiati rispondevano stupiti: “Come c’è l’acqua? L’acqua non c’è più”. E la difesa “Vedremo, vedremo…”. Vedremo cosa? Vedremo quando? Quello sta lì da anni di casa lì, ti dice che prima aveva acqua a sfare, ora va avanti da anni ad autobotti e gli si domanda se è sicuro che l’acqua non c’è, perché i monitoraggi fatti da CAVET stessa dicono di sì?
Torniamo dunque al teste L. M..
Avvocato - Senta, nell’estate del 2003 che è stata un’estate caldissima… lei se la ricorda, no?
Teste L. M. - Sì.
Avvocato - … questa fonte ce l’aveva acqua?
Teste L. M. - No.
Avvocato - E’ sicuro? Lei è sicuro di questo dato, che la sua fonte quell’estate lì non avesse acqua? Perché noi abbiamo la prova con i monitoraggi che l’acqua c’era.
Teste L. M. - Eh, se c’era … esserci ci poteva essere però con la pressione a casa mia l’acqua non arrivava nel 2003. Avevo l’acquedotto del Comune però l’altro era aperto, se arrivava l’acqua la vedevo.
Banale, ma efficace no? Se c’è l’acqua chi abita lì, la vede. Ma i dati dei monitoraggi sono una fede incrollabile...
 
Una per tutti, andiamo a leggere la testimonianza di B. F. il 23.2.’05 in riferimento alla sua sorgente seccata a Paterno di Vaglia.
Avvocato Difesa - Mi scusi signora B. F., la sorgente è sicura che oggi non ci sia più, che non vi sia nessuna portata d’acqua?
E già la domanda è ardita visto che era mezz’ora che B. F. aveva detto che aveva la sorgente che serviva anche gli altri abitanti della zona, che gliel’avevano seccata e che ora andava avanti ad autobotti e si sarebbe dovuta allacciare per forza all’acquedotto, dovendo poi pagare ciò che fino ad allora aveva sempre avuto gratis.
Comunque la teste risponde.
Teste B. F. - Sì, c’è solamente se piove o se nevica come può nevicare adesso, allora forse ricomincia a buttare un po’ di acqua, sono le acque di superficie, questo mi spiegavano anche quando venivano a monitorare.
La risposta è chiara, ma la difesa non demorde. Secondo tentativo.
Avvocato Difesa - Sì, ma è sempre secca o a volte c’è dell’acqua?
E la teste, per la seconda volta.
Teste B. F. - Se ci sono delle precipitazioni abbondanti allora per qualche giorno da dove veniva la sorgente arriva un po’ di acqua piovana.
Quindi quando piove dalla sorgente esce un po’ dell’acqua piovuta. Normale, no? Allora si divaga…
Avvocato Difesa - E quest’acqua dove va?
Non si sa cosa c’entri comunque...
Teste B. F. - Va nel ruscello, va a dispersione.
Avvocato Difesa - Non va più nella sua cisterna?
Teste B. F. - Eh no, tanto non basterebbe! E poi è acqua piovana, non è acqua di sorgente quella eh, è acqua di superficie.
Avvocato Difesa - Scusi, ha cambiato il percorso? Perché non va più nella sua cisterna?
Teste B. F. - Perché io ho un’altra cisterna, quella che mi viene dal pozzo.
Avvocato Difesa - Quindi l’ha scollegata quella.
Teste B. F. - Eh, quella non può servire, cioè questa è una vasca che poi sta vuota per sette mesi.
Avvocato Difesa - Quindi non è più collegata.
Teste B. F. - No, no, no, va a dispersione nel ruscello.
Ma ecco che si arriva al punto. Ecco cosa voleva arrivare a dimostrare la difesa.
Avvocato Difesa - Viene monitorata questa sorgente?
Teste B. F. - Viene monitorata, ora è un pezzetto che non vengono questi ragazzi però.
Avvocato Difesa - È possibile dire… ma mi pare che lei dica una cosa diversa da quella che a me risulterebbe, ma volevo capire, ci sono dei mesi dell’anno in cui viene l’acqua e altri mesi in cui viene?
Teste B. F. - L’acqua non viene mai adesso, se però, mettiamo come ora, ci sono queste precipitazioni, nevica per una settimana, allora prima che il terreno si prosciughi un po’ di acqua…
Quindi chiara la risposta. Se piove, la sorgente dà un po’ d’acqua piovana; se nevica, la sorgente dà un po’ d’acqua via via che la neve si scioglie. Ma è acqua precipitata, di superficie, non di falda. Semplice no? E invece no, si va avanti:
Avvocato Difesa - Ma io non vorrei da lei delle spiegazioni tecniche sul terreno…
Teste B. F. - Eh, ma non gli posso dire viene l’acqua di sorgente io.
Avvocato Difesa - No, se lei vede, questo le chiedo.
Teste B. F. - Ogni tanto vedo un po’ di acqua.
Avvocato Difesa - Eh, questo volevo sapere da lei. Questo ‘ogni tanto’…
Teste B. F. - Per due giorni.
Avvocato Difesa - … accade nel periodo invernale, nel periodo estivo, è indifferente il periodo…
Teste B. F. - Accade quando ci sono delle precipitazioni abbondanti.
E tre! Quando piove o nevica c’è l’acqua, quando non piove, no! Ma deve essere un argomento ostico per la difesa o forse non si vuole intendere.
Avvocato Difesa - Quindi quando ci sono… questo è quello che lei ha osservato e osserva…
E qui la teste un po’ si urta.
Teste B. F. - Sì, ma della serie, può durare un giorno ecco, non è che dura un mese l’acqua per annaffiare l’orto eh, comunque possono monitorare, possono venire a vedere.
Avvocato Difesa - Lei li ha fatti entrare quando sono venuti a fare questi monitoraggi?
Teste B. F. - Sempre, sempre.
Avvocato Difesa - Bene, grazie, non ho altre domande.
Finalmente.
 
Ma come detto, la funzione del monitoraggio CAVET è quella di fare il miracolo di far tornare l’acqua dove non c’è più.
 
G. perde tutta l’acqua, ma CAVET riesce a monitorarne la presenza. Cercano di convincere anche G. che gli è tornato l’acqua nei pozzi, G. che pure sta a S. Giorgio dove è stata una ecatombe, G. che confina con il C. cui è sprofondalo il terreno di sei metri, G. che abita dove tutti i terreni hanno perso l’umidità naturale per cui non possono più coltivare il mais senza innaffiare come prima.
Così anche con S. a cui hanno seccato due pozzi a Cerreto Maggio o per il B. che si era trasferito da Firenze in Mugello cui seccano la sorgente, deve quindi vendere i cavalli che aveva e che alla fine “a malincuore“ come dice lui, se ne deve tornare a Firenze da dove si era trasferito.
Avvocato - Senta, lei ha visto la sorgente di cui abbiamo parlato secca?
Teste Z. B. - Senz’altro, ma non l’ho vista io solo…
Avvocato - Io le ho chiesto se lei l’ha vista perché noi abbiamo dei monitoraggi che dicono che c’è dell’acqua… vedremo.
Ancora questo inquietante “vedremo” e infatti il B. si urta e parte con un:
Teste Z. B. - Allora lei mi dovrebbe spiegare…
Ma il giudice, opportunamente, lo ferma.
 
Ma vediamo il paradossale esame di N.:
Avvocato Difesa - Le chiedo scusa, tutti e due i suoi pozzi erano muniti di motore? o sono muniti di motore?
Teste L. N. - Sì. Di motore.
Avvocato Difesa - E oggi non pesca più questo motore?
Teste L. N. - No, no. No. Addirittura il primo... il pozzo, quello con più portata, mi si è bruciata anche la pompa.
Avvocato Difesa - Sì, ma quello che io vorrei sapere, sono secchi, oppure... a me risulterebbe da alcuni monitoraggi che in realtà un po’ d’acqua ci sia.
Teste L. N. - No, sono secchi.
Avvocato Difesa - Non c’è acqua.
Teste L. N. - No.
Avvocato Difesa - Per quello che lei ne sa.
Come sarebbe a dire “per quello che lei ne sa?”. Siamo al surreale. È CAVET a dire a N. di essere lui a non sapere se a casa sua c’è l’acqua o meno.
Ma il fatto non è episodico, è proprio una strategia difensiva.
Ecco le domande che vengono fatte a P. che è uno che ha fatto lo sciopero della fame per i suoi pozzi davanti al Comune di S. Piero.
Avvocato Difesa - Dunque, il pozzo che è nel giardino ... è quello più vicino al Carza? Le risulta questa circostanza?
Teste S. P. - Come mi risulta, ci abito. Certo!
Già si parte male. Si vorrebbe spiegare ad uno com’è fatta casa sua. Ma si va avanti.
Avvocato Difesa - A noi risulterebbe che la galleria, quando è passata di lì, non abbia intercettato acqua. Né dal Carza...
Teste S. P. - Sa, ognuno può dire quello che vuole, eh.
Avvocato Difesa - No, no, ci sono dei dati, per questo...
Teste S. P. - Eh, ma anche i dati possono essere in qualunque modo...
Avvocato Difesa - C’è un monitoraggio...
Teste S. P. - Quello che dite va bene. Cioè, quello che viene detto va bene. Io non sono nessuno. A me è stato detto ... quando iniziarono i lavori in prossimità di casa mia, furono sospesi per tre o quattro giorni, perché io conoscevo degli operai che ci lavoravano, erano a casa fermi, non potevano lavorare, perché in quel preciso momento avevano intercettato delle falde ...
Avvocato Difesa - Va bene, ci sono i monitoraggi, vedremo.
Vedremo cosa? Ricordiamo che P. è quello che ha fatto lo sciopero della fame, che aveva un pozzo con l’acqua a sei metri di profondità e dopo passata la galleria lì l’acqua è a 60 metri. P. è quello che ha litigato con Longo davanti al sindaco perché si sentiva, testuale detto da lui, “melinato”, e cosa finiscono col domandargli?
Avvocato Difesa - Senta, un’altra domanda: successivamente, dopo il passaggio della galleria e quindi il completamento dei lavori, o comunque diciamo l’avanzamento dei lavori in quella zona ... le risulta che poi il pozzo abbia comunque nuovamente avuto acqua?
Teste S. P. - No. No.
Avvocato Difesa - È sicuro anche di questo?
Teste S. P. - Certo che sono sicuro. Se me lo chiede, le dico...
Avvocato Difesa - Anche per questo ci sono i monitoraggi.
Come dire, stia attento a quel che dice… E qui P., giustamente, si arrabbia:
Teste S. P. - Un dipendente CAVET che veniva a fare le misurazioni mi disse che da 8 metri l’acqua era scesa a 26 metri. L’ultima cosa che io ho saputo poco prima che si seccassero i pozzi. Comunque i pozzi sono secchi e sono visibili a tutti, eh.
Giudice - Perfetto. Grazie.
Teste S. P. - E anche la sorgente.
Giudice - Si accomodi pure.
Teste S. P. - Grazie.

Certo se fanno come da M. a Torricella ci sta che i monitoraggi facciano miracoli. Infatti a M., Agnelli monitora solo la sorgente non seccata. Dell’altra non vuol nemmeno sapere.
 
G. che ne ha viste tante comunque resta dell’idea di non fidarsi dei monitoraggi CAVET.
Teste C. G. - No. Tutto secco. “I Guazzini” sono a tutt’oggi d’inverno secchi. Anche se qualcuno questa estate ha trovato l’acqua per conto di CAVET.
Pubblico Ministero - Ho capito. Senta...
Giudice - No, non ho capito, scusi.
Teste C. G. - Sì, questa è un’altra cosa.
Giudice - Sono secchi d’inverno e d’estate...
Teste C. G. - Sì, CAVET... Siccome questa sorgente “I Guazzini” dopo l’anno 2000 io ho cessato di seguire il monitoraggio, in quanto era secca, perché fino al 2000 venivo... l’EGS si metteva in contatto con me per chiedermi di farlo in contraddittorio questo monitoraggio. Io avevo piacere d’esserci. Dopo il 2000 ci congedammo, dicendo: ’tanto è secca, è inutile che mi richiami’. Poi ho scoperto che anche quest’estate 2004 hanno misurato acqua ne “I Guazzini”. Al che io ho fatto tutta una serie di lettere e tuttora sto facendo monitoraggio con ARPAT e con OAL, tutti i mesi. Proprio per fare, per dimostrare che acqua non c’è. Non c’è d’inverno, ditemi come hanno fatto a trovarla questa estate.
Pubblico Ministero - Cioè, lei non è stato fortunato come loro. Lei d’inverno non la trova, loro d’estate sì, questo vuol dire?
Teste C. G. - No, la trovano questi che fanno il monitoraggio, perché...
Pubblico Ministero - Sì, questo, stavo dicendo esattamente la stessa cosa.
Teste C. G. - Sì, sì.
Pubblico Ministero - Nel senso, i suoi accertamenti successivi sono negativi.
Teste C. G. - Sì. Io li sto facendo mese mese, perché a questo punto bisogna stare attenti a tutto.
 
E a dire il vero anche noi siamo portati a propendere per l’opinione di C. G. di non fidarci tanto dei dati del monitoraggio ...

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