• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Ambiente > Guai TAV in pillole

Guai TAV in pillole

Diciassettesima puntata: “Geologia creativa: l’abbassamento di falda sarà transitorio...”

Stralci della requisitoria che i Pubblici Ministeri Gianni Tei e Giulio Monferini hanno pronunciato al processo in corso presso il Tribunale di Firenze a carico dei costruttori della TAV fra Firenze e Bologna.

TRIBUNALE DI FIRENZE SEZIONE MONOCRATICA
 
DOTT. ALESSANDRO NENCINI Giudice
 
Procedimento penale n. 535/04 R.G.
 
Udienza del 10 aprile 2008
 
 Requisitoria del Pubblico Ministero dott. Gianni Tei [Stralcio n. 17]
 
 
“E LUI M’HA DETTO: ’NO, MA VEDRÀ CHE L’ACQUA RITORNA...’.
PERCHÉ AVEVAMO PERSO ANCHE DELLE SORGENTI.
E LUI M’HA SPIEGATO CHE SCAVANDO IL TUNNEL L’ACQUA ANDAVA IN DIVERSI RIVOLI E CHE PROBABILMENTE LE SORGENTI SAREBBERO RITORNATE, MAGARI NON NELLO STESSO POSTO. E COSÌ SAREBBE SUCCESSO ANCHE PER IL FOSSO.
PERÒ PER IL FOSSO NON... NON SI È ANCORA PRODOTTO NIENTE”.
 
 
2) L’ACQUA TORNERÀ
 
L’acqua, finiti i lavori, tornerà.
È una delle prime carte giocate da CAVET, già in fase di progettazione, e fa parte di una logica che è quella di minimizzare sempre e comunque quelli che saranno gli impatti di questa opera.
Versione criticata da subito nella fase istruttoria da Micheli nel suo parere del 23.1.’95.
Pubblico Ministero - Senta un’altra cosa: si ricorda invece se per caso c’erano alcune ipotesi di valutazione sulla... come si può dire in qualche modo... sulla permanenza o meno del danno? Se i danni erano previsti, se...
Teste Micheli Luigi - Su quell’altro, sull’elaborato successivo, sulla tratta, l’ultimo parere che ho dato, invece, c’erano considerazioni sull’impatto, però considerato assolutamente permanente, una volta realizzata l’opera, si sarebbe ripristinato la situazione idrogeologica ante operam.
Pubblico Ministero - Allora forse non permanente.
Teste Micheli Luigi - Era considerato, sì, temporaneo durante la fase di scavo, l’abbassamento...
Pubblico Ministero - Ah, contestuale col..
Teste Micheli Luigi - Con l’opera. Finita l’opera, finite le opere di impermeabilizzazione, eccetera eccetera, sarebbe ritornata la situazione antecedente. Però tutto su valutazioni molto teoriche, eh. Molto... modellazioni numeriche dove mettere, dare un valore a un parametro cambia moltissimo il risultato finale, insomma.
La progenitura pare sia dell’ing. Lunardi che in conferenza dei servizi, per come testimoniato dal Presidente della Comunità Montana Notaro, avrebbe detto che tutti gli interventi erano in qualche modo reversibili.
Ciò che l’ing. Lunardi dice in conferenza dei Servizi, l’ing. Calcerano lo dice a Castelvecchio. Entrambi dicono che l’acqua sarebbe tornata.
Nel Mugello Calcerano fu un incompreso, visto che il Sindaco Mascherini fece ironicamente mettere a verbale la dichiarazione.
A Roma no, atteso che Calcerano risulta essere stato nominato Capo della Segreteria tecnica proprio presso il Ministero delle Infrastrutture, di cui anche l’ing. Lunardi ha ricoperto l’incarico di ministro.
 
A rileggere la testimonianza di Trezzini sull’impatto di Castelvecchio viene da rabbrividire a pensare come si sia tentato di gestire questa cosa da parte di CAVET. Non solo gli ingegneri di CAVET hanno sostenuto che l’acqua sarebbe tornata, ma si sono spinti fino a formulare teorie di “geologia creativa” per cui l’impatto provocato dallo scavo sarebbe stato puntuale e coincidente con il cavo della galleria, ed i suoi effetti sarebbero diminuiti allontanandosi da esso, secondo un andamento che potrebbe essere simile a quello rappresentato da un grafico ad ali di gabbiano, per poi ricostituire pressoché lo stesso status quo ante, una volta terminato lo scavo ed il rivestimento della galleria.
Morale, dicono a Trezzini che la falda a Castelvecchio è scesa solo di pochi centimetri e andrà a risalire. Trezzini non si fida, fa fare dei sondaggi e l’acqua non la trova neppure a 40 metri di profondità!
Teste Trezzini Fabio - Sì, certo, io quando avvenne Castelvecchio non ero presidente dell’Osservatorio perché non esisteva neppure l’Osservatorio in quanto era quel periodo…
Pubblico Ministero - …era quel periodo di vacanza; lei però fece…
Teste Trezzini Fabio - Andai… voglio dire, ritenni che fosse giusto e opportuno occuparsi di questo aspetto e andai a vedere e facemmo anche una riunione [...] con i tecnici di CAVET in cui fu fornita una possibile spiegazione di questa interferenza non prevista, spiegazione che risultò certamente errata… se vuole le spiego perché.
Pubblico Ministero - Sì sì.
Teste Trezzini Fabio - La spiegazione era errata perché il consulente di CAVET che era presente di cui non ricordo il nome e che tra l’altro poi…[...] … questo consulente dette la spiegazione che in sostanza la previsione di interferenza o non interferenza si poggiava sul fatto che lo scavo penetrando nella montagna in cui c’è acqua causa una depressione del livello della falda; questa depressione è molto acuta proprio in prossimità dello scavo e poi tende a riportarsi sul livello iniziale che aveva la falda nell’arco di 100, 200, 300, insomma, qualche centinaio di metri. E questa era la spiegazione concettuale attraverso la quale era stata definita questa fascia di influenza, cioè la fascia di influenza segnava il confine tra la zona di depressione della falda e la sua progressiva risalita e il raggiungimento del livello preesistente.
Pubblico Ministero - Mi scusi, forse non ho capito, dove c’è l’impatto poi il fenomeno decresceva?
Teste Trezzini Fabio - Dovrei darle un disegno ma, diciamo, il concetto è questo…
Pubblico Ministero - Gli effetti si minimizzavano a distanza?
Teste Trezzini Fabio - Sì, perché è chiaro che… almeno, questa era l’interpretazione che fu data, intendiamoci…cioè che lo scavo deprime la falda in corrispondenza di se stesso, questa falda non scende come se fosse…
Pubblico Ministero - Come se si levasse un tappo e si svuota.
Teste Trezzini Fabio - … come se levassi un tappo dal lavandino che scende tutta giù ma fa una specie di ‘V’, le ali stilizzate di un gabbiano… per cui l’ala tende a risalire gradatamente verso il livello…
Pubblico Ministero - Oh, perfetto. E il risultato di questa geologia creativa era il fatto che sarebbe stato transitorio questo abbassamento di falda? Si ricorda se ci fu un’affermazione in questo senso in quella riunione proprio?
Teste Trezzini Fabio - Diciamo questa è una tesi che si sentiva sostenere, certo, se fosse stato sostenuto in quella riunione no, non saprei dire. [...] Però di questo noi avemmo immediatamente una conferma negativa perché…
Pubblico Ministero - Perché lei non si fidò.
Teste Trezzini Fabio - Io non mi fidai e dissi ‘facciamo dei saggi’…
Pubblico Ministero - Oh.
Teste Trezzini Fabio - ... e quando si fecero questi saggi si vide che contrariamente a quello che era stato ipotizzato e proposto come spiegazione la falda non era a poche decine di centimetri [...] sì, perché si disse che evidentemente questa risalita era stata un pochino più lenta di quello che si ipotizzava ma che comunque quindi la falda sarebbe stata a poche decine di centimetri; e io dissi ‘ma non sarà il caso di verificarlo?’ e allora chiesi a CAVET… suggerii, perché, appunto, non avevo nessun potere… chiesi di fare questo sondaggio e a quanto ricordo a decine di metri l’acqua non c’era… a 30, 40, qualcosa del genere.
Pubblico Ministero - Può essere 40?
Teste Trezzini Fabio - Sì, un ordine di grandezza era questo, cioè, a 40 ancora non c’era, quindi magari era anche più giù insomma.
Quindi non sappiamo nemmeno a quanto è, perché loro si fermano a 40 ma l’acqua non la trovano più. E a Castelvecchio l’acqua non è più tornata.
 
Pubblico Ministero - L’interpretazione che le veniva proposta diceva no, qui ci sarà l’interferenza, qui ci sarà la perdita d’acqua ma con le ali di gabbiano le interferenze vanno sfumando in distanza. Oltre a questo, le domando se si ricorda, se le fu detto o se fu mai oggetto di discussione, che comunque la perdita d’acqua fosse legata alla temporaneità dell’esecuzione dei lavori perché una volta eseguiti i lavori, una volta fatta la galleria, cioè chiusa, la situazione si sarebbe ripristinata come prima.
Teste Trezzini Fabio - No, in quell’occasione fu detto, se fu detto anche altre volte non lo so, ma certamente nel prosieguo dei lavori e delle discussioni quando poi ripresero in termini più organici e strutturati con il supporto dell’ARPAT questa tesi se mai fu riproposta fu certamente rigettata per più di un motivo; e per il fatto che appunto il modello interpretativo secondo gli esperti dell’ARPAT, secondo lo stesso professor Pranzini (1), non era applicabile in questo caso per cui non ci trovavamo in una spugna…
Pubblico Ministero - No, no, che fu rigettata è un discorso ma che fu posta, che fu affermata.


Teste Trezzini Fabio - Diciamo, la possibilità di ricostituire esattamente… no, questo non me lo ricordo.
Pubblico Ministero - Allora le leggo: “Il fatto di Castelvecchio evidenziava come ci fossero interferenze sulle falde anche in ambito esterno a quella che era stata delimitata come fascia di interferenza nel progetto. Anche nella riunione della Regione i professionisti di CAVET ribadirono la volontà degli studi allegati al progetto minimizzando l’impatto e sostenendo da un lato il poco momento dell’abbassamento della falda segnalata e comunque la sua temporaneità dovendo ritenere che una volta esaurita la fase esecutiva dell’opera il sistema sarebbe tornato in equilibrio”.
Teste Trezzini Fabio - Sì.
Pubblico Ministero - Io proposi di fare il sondaggio e invece risultò che…
Teste Trezzini Fabio - Sì sì. Ripeto, feci fare quei sondaggi proprio perché non ero convinto della spiegazione.
 
Ma che l’acqua tornerà non lo dicono solo Lunardi e Calcerano. Lo dice anche Bollettinari. Bollettinari nega, ma lo testimonia L. O..
Teste L. O. - Ma è cominciato nel 2000. Noi abbiamo scritto delle lettere alle quali non c’è stata risposta. E poi ho chiesto a un geologo, ora non mi ricordo... Sì, Bollettinari. Ma così, in modo informale. E lui m’ha detto: ’no, ma vedrà che l’acqua ritorna...’. Perché avevamo perso anche delle sorgenti. E lui m’ha spiegato che scavando il tunnel l’acqua andava in diversi rivoli e che probabilmente le sorgenti sarebbero ritornate, magari non nello stesso posto. E così sarebbe successo anche per il fosso. Però per il fosso non... non si è ancora prodotto niente.
Lo dicono al sig. G. N.. E glielo dice probabilmente Longo, perché parla dell’ingegnere del cantiere [...], comunque glielo dice l’ingegnere, e questo per ritornare al ruolo nell’organigramma di CAVET dove tutti fanno fronte, non è che c’è cedimenti, dicono tutti la stessa cosa, ognuno per il loro grado si va diritto, non ci interessa.
Pubblico Ministero - Ecco, ma come andò il discorso, non le contestarono che loro non ci entravano niente con questo?
Teste G. N. - No, l’ingegnere mi disse: ’stai tranquillo, che noi quando si rincamicia, l’acqua torna...’ . Ma ne è tornata una delle sorgenti, quell’altre due non...
Pubblico Ministero - Allora, ci spieghi "si rincamicia"... cosa s’intende...
Teste G. N. - I camion, quando passano con il cemento, diciamo, chiudano, ha capito?
Pubblico Ministero - Cioè, lo scavo della galleria, fatta la galleria, rincamiciato...
Teste G. N. - Sì, sì...
Pubblico Ministero - ...nel senso... Poi sarebbero ritornate. Le hanno detto questo?
Teste G. N. - Sì, che sarebbero ritornate. E invece due non sono tornate.
Pubblico Ministero - Due non sono tornate.
Teste G. N. - No.
 
Ecco allora come è finita: due non sono tornate.
 
In udienza pare sia risultato che a questa “teoria” non ci abbia addirittura creduto neppure l’oggi assessore del Comune di Firenze, arch. Biagi, e se non ci crede l’architetto Biagi... l’architetto Biagi è il dirigente della Regione che approva quella delibera con i pareri parziali [...].
Teste Biagi Gianni - Sicuramente ci sono alcune situazioni dove l’elemento di depauperamento - almeno secondo le nostre valutazioni poi qui c’è anche una valutazione diversa da parte di altri - potrà essere un depauperamento significativo per lungo tempo, dipende questo dalla organizzazione geologica del suolo, è difficile valutarlo in questo momento; lo studio di impatto ambientale ipotizzava, se mi ricordo bene, che la situazione complessiva si ristabilisse ma non identica alla situazione preesistente in un arco di tempo di qualche anno, otto dieci anni, però questa è effettivamente una questione che forse dovrebbe chiedere…
Pubblico Ministero - Allora le faccio un’altra domanda: lei conosce l’ingegner Calcerano?
Teste Biagi Gianni - L’ingegner Calcerano sì che lo conosco.
Pubblico Ministero - Se si ricorda nei vostri confronti, discussioni o quant’altro, vi fosse un’opposizione di CAVET in relazione alla temporaneità o meno di certi impatti.
Teste Biagi Gianni - Sì sì, questa era una delle questioni che le dicevo, cioè ci furono valutazioni molto probabilmente diverse a seconda delle opinioni dei soggetti in funzione di alcune specifiche situazioni, questo può essere accaduto però per quanto riguarda l’Osservatorio a noi interessava che fossero affrontate comunque e risolte le questioni nello specifico e quindi io mi ricordo che comunque per quanto riguarda per esempio la necessità di fornire approvvigionamenti idrici idropotabili o [incompr.] la questione fu affrontata indipendentemente dalla provvisorietà o meno dell’evento che si verificava.
E allora la domanda è: perché Biagi ha adottato, ai sensi della legge 23/93, la delibera della Regione Toscana con cui dava tutti i pareri favorevoli in Conferenza dei Servizi? Perché [...] la Regione Toscana, su una tesi riportata da tutti che l’acqua tornerà, e che non ci credono, approva tutte le delibere da portare per i pareri favorevoli in conferenza di servizi? Ma di questo tratteremo poi, quando parleremo della Corte dei Conti.
 
Quindi abbiamo “siccità” e “l’acqua tornerà”. E siamo a due.
 
 
3) NON SIAMO STATI NOI.
 
La terza è la più semplice, è “non siamo stati noi”, è sempre valida. Si comincia da piccini: “non sono stato io, qualunque cosa non sono stato io”. Difesa sempre valida a qualunque età. (...) E anche se rivesti un ruolo primario in un azienda leader quale CAVET. E infatti la usa anche l’ing. Silva.
Per non sbagliare l’ing. Silva nella nota a sua firma del 27.1.’99 già citata (doc. 196/10), relativamente all’acquedotto di Castelvecchio e Visignano nega che sia stata CAVET ad impattare le sorgenti, e sostiene che, a dispetto dei residenti che dicevano di essere senz’acqua, l’acqua c’era ancora, che le sorgenti ancora buttavano, che era comunque colpa della siccità. Leggiamo alcuni stralci del testo di questa lettera per capire chi sono i nostri imputati, come si sono comportati, cosa hanno fatto, detto e in questo caso, scritto.
Testo della nota del 27.1.1999:
“Oggetto: Sistema Alta Velocità Linea Milano-Napoli -Tratta Bologna-Firenze Problemi ambientali: Sorgente a servizio Comuni Castelvecchio e Visignano Realizzazione nuovo acquedotto .
Con riferimento all’oggetto lo scrivente Consorzio ritiene necessario evidenziare alcune precisazioni che si riportano di seguito. Non riteniamo corretto che si parli di prosciugamento della sorgente a servizio dell’acquedotto di Castelvecchio e Visignano. La suddetta sorgente è monitorata” - ricordiamoci di questi monitoraggi - “con continuità e dopo una notevole diminuzione di portata verificatasi nel periodo estivo, particolarmente siccitoso, ha cominciato nuovamente fornire acqua, seppure non ancora ai livelli registrati ante operam”. Qui abbiamo la summa, c’è tutto: siccità, l’acqua tornerà, non siamo stati noi. “Al riguardo” - prosegue la nota - “non si giustifica tanta preoccupazione. [...] La richiesta di sostenere il costo dell’adeguamento della rete di distribuzione di Castelvecchio è immotivata ed inaccettabile. Distinti saluti, il Direttore Generale”.
 
Abbiamo tutto, questo è il quadro al ’99.
Quindi palese negazione di ogni responsabilità e difesa ad oltranza a dispetto di ogni evidenza.
Nonostante Trezzini avesse detto bisognava monitorare, e il monitoraggio non è stato fatto; bisogna prendere atto del fallimento del progetto, e non è stato fatto; deve essere modificato il codice di scavo, e non è stato fatto; nel ’99 nero su bianco per Castelvecchio che è ancora secco: siccità, non siamo stati noi, non c’è preoccupazione, la richiesta di sostenere i costi di adeguamento della rete di distribuzione è immotivata ed inaccettabile.
 
Ma è una politica aziendale scelta a tavolino che si sostiene anche davanti agli amministratori pubblici, ai Sindaci.
CAVET [...] lo dice anche al sindaco di Borgo S. Lorenzo per Casa d’Erci.
Teste Margheri Antonio - Allora, qui si entra in... cioè, diciamo che quando le sorgenti di Casa d’Erci furono impattate, in un primo momento, diciamo, da parte di CAVET non ci fu un immediato riconoscimento di responsabilità, no? [...] Perché nelle previsioni di Cavet gli effetti si dovevano produrre, diciamo, dopo molti mesi. No? E quindi, ecco, inizialmente fu attribuito a una situazione, diciamo, meteorologica di tipo particolare, ecco.
Pubblico Ministero - Mi scusi, una circostanza... mi pare interessante. Da chi fu riferito questo, dove, in che occasione e perché. Lei lo sta riferendo come un fatto appreso da lei personalmente?
Teste Margheri Antonio - Sì. [...]
Giudice - Al di là delle persone, poi vedremo, lei è certo come sindaco, quindi in veste istituzionale, al momento in cui vi fu un incontro con CAVET, con personale di CAVET, tecnici della CAVET, in cui fu contestata questa circostanza, lei ha riferito prima che CAVET sosteneva in quel momento, all’inizio, che la mancanza, l’essiccamento, il depauperamento delle sorgenti di Casa d’Erci, derivavano, per lo meno in gran parte, da eventi atmosferici stagionali.
Teste Margheri Antonio - Non fosse direttamente riferibile alla galleria.
Giudice - Di questo è certo, però, anche se non sa chi fisicamente, come si chiamava la persona...
Teste Margheri Antonio - Di questo sono certo, ecco. [...] Diciamo che è sempre stato un punto molto difficile. In prima istanza, ecco, lo posso dire tranquillamente, la reazione era sempre quella di rimandare, appunto, a qualcos’altro che non fosse l’impatto della galleria. E ancora oggi, diciamo, ci sono questioni che credo siano come dico in quell’articolo ancora aperte. Dico, il riconoscimento del depauperamento del torrente Farfereta, ecco. Comunque lo confermo, insomma. In quella riunione cui accenno lì, no? del... appunto, fuori dai gangheri... insomma, credo fosse una riunione proprio formale dell’Osservatorio, quindi ci saranno stati sicuramente anche dei miei colleghi, ecco. All’inizio l’atteggiamento, così come è successo anche successivamente, è stato quello molto di minimizzare, ecco.
Questa tesi, oggi abbandonata in parte, residua ancora come estremo baluardo di difesa nei confronti di specifici singoli punti acqua di alcune parti offese o parti civili. È la tesi che residua per i Guazzini, i pozzi di Luco, M. S., l’acquedotto Co.Ge.Mo..
 
 
(1)
Dalle deposizioni del consulente della difesa prof. Pietro Bruno Celico e del presidente dell’Osservatorio Ambientale Nazionale ing. Fabio Trezzini, il prof. Pranzini risulterebbe essere consulente di Italferr SpA.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares