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Grecia: ragazzo di 27 anni in carcere per un immagine "blasfema" pubblicata su Facebook

 

Che pae­si che se­guo­no la sha­ria per­se­gua­no du­ra­men­te ogni cri­ti­ca all’islam non sor­pren­de. Re­pres­sio­ni ana­lo­ghe pos­so­no tut­ta­via di­ven­ta­re realtà an­che non trop­po lon­ta­no da noi, in un pae­se dell’Unio­ne Eu­ro­pea. Na­vi­ga­to­ri dal­le dita ve­lo­ci e dal­la lin­gua af­fi­la­ta, at­ten­zio­ne: la re­pres­sio­ne del­la “bla­sfe­mia” sta di­ven­tan­do sem­pre più fre­quen­te.

Pro­prio di re­cen­te nel mon­do isla­mi­co gli in­te­gra­li­sti han­no sca­te­na­to pro­te­ste e vio­len­ze per la dif­fu­sio­ne di un film su Mao­met­to pre­an­nun­cia­to ne­gli Sta­ti Uni­ti e per le vi­gnet­te pub­bli­ca­te sul set­ti­ma­na­le fran­ce­se Char­lie Heb­do. Non sono man­ca­te in pas­sa­to cen­su­re im­po­ste dai go­ver­ni per con­tri­bu­ti pub­bli­ca­ti su in­ter­net giu­di­ca­ti bla­sfe­mi, come nel caso del Pa­ki­stan con­tro Twit­ter. E ar­re­sti, per esem­pio in Tu­ni­sia e In­do­ne­sia, nei con­fron­ti di atei.

Nei pae­si oc­ci­den­ta­li, seb­be­ne non ci sia una re­pres­sio­ne così fe­ro­ce, esi­sto­no tut­to­ra le­gi­sla­zio­ni che pu­ni­sco­no an­che con il car­ce­re la bla­sfe­miaIn Ita­lia be­stem­mia e vi­li­pen­dio del­la re­li­gio­ne sono con­si­de­ra­ti tut­to­ra rea­ti. Non mol­to tem­po fa l’ar­ri­vo nel no­stro pae­se dell’ope­ra "Sur le con­cept du vi­sa­ge du fils de Dieu" di Ro­meo Ca­stel­luc­ci su­scitò le pro­te­ste de­gli in­te­gra­li­sti cat­to­li­ci. Quel che è gra­ve è che per­si­no la Ca­me­ra di­scus­se se fos­se da cen­su­ra­re. Grup­pi cat­to­li­ci par­ti­co­lar­men­te so­ler­ti si sono inol­tre mos­si per chiu­de­re di­ver­se pa­gi­ne ‘bla­sfe­me’ su Fa­ce­book. Tan­ti scris­se­ro all’Uaar, che lan­ciò un ap­pel­lo.

Ma la si­tua­zio­ne si fa sem­pre più pe­san­te in Gre­cia. Al­cu­ni mesi fa, tre at­to­ri col­pe­vo­li di aver pre­so par­te ad uno spet­ta­co­lo tea­tra­le ri­te­nu­to ‘bla­sfe­mo’ sono sta­ti ar­re­sta­ti. Sta­vol­ta il brac­cio se­co­la­re ha col­pi­to un ven­ti­set­ten­ne dell’iso­la di Eviain­car­ce­ra­to per­ché ge­sti­va una pa­gi­na su Fa­ce­book in cui si pren­de­va “pa­sta­fa­ria­na­men­te” in giro un noto mo­na­co or­to­dos­so, de­fun­to nel 1994. Il re­li­gio­so, noto come “il vec­chio Pai­sios”, ve­ni­va ri­bat­tez­za­to con un gio­co di pa­ro­le “il vec­chio Pa­sti­tsios”. E la sua im­ma­gi­ne mon­ta­ta con un piat­to ti­pi­co gre­co, il pa­sti­tsio ap­pun­to. Tan­to è ba­sta­to per­ché ar­ri­vas­se­ro mi­glia­ia di se­gna­la­zio­ni con­tro la pa­gi­na e la po­li­zia im­pe­gna­ta nel­la re­pres­sio­ne del cy­ber cri­mi­ne si pren­des­se la bri­ga di ar­re­sta­re il gio­va­ne.

La pena in Gre­cia, per cer­ti rea­ti, può ar­ri­va­re an­che a due anni di pri­gio­ne. Se­con­do le for­ze dell’or­di­ne, si trat­ta di un atto bla­sfe­mo e in­sul­tan­te nei con­fron­ti del­la Chie­sa or­to­dos­sa e in par­ti­co­la­re del ve­ne­ra­bi­le re­li­gio­so, og­get­to di un cul­to fa­na­ti­co si­mi­le a quel­lo per Pa­dre Pio. Il par­ti­to gre­co di estre­ma de­stra Alba Do­ra­ta ha por­ta­to per­si­no la que­stio­ne in Par­la­men­to.

Su Change.​org è sta­ta dif­fu­sa una pe­ti­zio­ne che chie­de la li­be­ra­zio­ne del gio­va­ne e per abo­li­re le leg­gi an­ti-bla­sfe­mia an­co­ra vi­gen­ti. An­che la Fe­de­ra­zio­ne Uma­ni­sta Eu­ro­pea, di cui fa par­te l’Uaar, si è in­te­res­sa­ta al caso. Que­sta vi­cen­da di­ven­ta dav­ve­ro tra­gi­co­mi­ca, con­si­de­ra­to il ca­li­bro del­la pre­sun­ta ‘of­fe­sa’. Ba­sta guar­da­re i fo­to­mon­tag­gi dif­fu­si su in­ter­net per ren­der­se­ne con­to. E per chie­der­si come mai cer­ti cre­den­ti sia­no così per­ma­lo­si (par­don, “sen­si­bi­li”) per­si­no di fron­te a que­ste ine­zie.

Ogni re­li­gio­ne, quan­do gra­zie al po­te­re po­li­ti­co si è tro­va­ta in mag­gio­ran­za, ha chie­sto e ot­te­nu­to leg­gi che la pro­teg­ges­se­ro dal­la sa­ti­ra, o an­che solo dal­le cri­ti­che lai­che. È fa­ci­le gri­da­re alle per­se­cu­zio­ni quan­do si è in mi­no­ran­za, mol­to più dif­fi­ci­le quan­do si han­no in mano le re­di­ni del po­te­re. Sul­la vi­cen­da del gio­va­ne gre­co, come su al­tre, non si sen­te a sua di­fe­sa nes­su­na del­le voci che si le­va­no quan­do a es­se­re pre­si di mira sono i cri­stia­ni pa­ki­sta­ni. E la Gre­cia è un pae­se dell’Unio­ne Eu­ro­pea. Le pres­sio­ni mon­dia­li per si­len­zia­re ogni cri­ti­ca, con­di­vi­se dal mi­ni­stro Ter­zi, stan­no già di­ven­tan­do realtà?

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.228) 28 settembre 2012 10:39

    Robe da non credere

  • Di (---.---.---.22) 28 settembre 2012 11:36

    Quello che loro chiamano blasfemia è niente meno che negazionismo. Allora si può accusare di blasfemia la scienza tradizionale e da lucro (che non è quella vera), che non capendo come si origini e da dove provenga l’Orgone, ne nega l’esistenza...

    Proprio come c’è chi sostiene che l’omeopatia non funziona... una manica di imbecilli non informati e proseliti del business con la salute altrui!

  • Di (---.---.---.245) 13 ottobre 2012 22:01

    Come si può considerare normale la persecuzione contro i cristiani nel pakistan e rendere la vicenda, (tra l’altro discutibile) del greco che non sconterà nessuna pena un fatto disumano?Bambine violentate, case devastate e incendiate solo perché sono cristiani e questo non dovrebbe suscitare proteste?? mentre uno che prende per i fondelli una persona morta, ma comunque stimata da migliaia di persone non deve essere nemmeno sfiorato? Allora le violenze vere e proprie degli integralisti islamici sono ordinaria amministrazione?? mentre se uno insulta una persona guai se gli dicono qualcosa?? Personalmente se uno insulta qualcuno a cui ci tengo minimo gil spacco la faccia, o forse sono integralista cattolico??? E se lo facessi come integralista islamico???

  • Di (---.---.---.95) 19 febbraio 2013 13:31

    e da qui si vede quanti siano tolleranti quelli della uaar, ovviamente la libertà di religione e credo è per tutti, a parte i cattolici e i cristiani, certamente quando si dileggia un credo 8purchè collegato a cristo) è un gioco, mente se si dileggia un altro credo o la incoerenza di essere atei (vedi la haack che ha al seguito il capoccia de: i bambini di satana,), ecco l’intolleranza e lo strapotere religioso cristiano... legalizziamo la bestemmia e la blasfemia, così sarete tutti liberi di dileggiare e bestemmiare il sacro, puerilmente convinti che basti poterlo dileggiare per annullare la fede. mi piace il vostro ragionamento insieme scevro da preconcetti e logico : "se non ci credo non esiste, se non esiste posso dileggiarlo" certo, dileggiare il nulla mi sembra da malati di mente, se non esiste, e se invece lo dileggiate perchè non lo considerate nulla, allora state dicendo che lo riconoscete come realtà.

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