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Grecia, diritto alla salute a rischio per richiedenti asilo e minori stranieri

In Grecia c’è una legge molto avanzata in tema di diritto alla salute: è la 4368 del 2016, che garantisce servizi medici e farmaceutici gratuiti agli appartenenti a “gruppi sociali vulnerabili”, tra cui i minorenni a prescindere dal loro status, i rifugiati, i richiedenti asilo e – tra questi ultimi – i minori non accompagnati.

A queste persone, soddisfatti determinati requisiti, è attribuito un numero di previdenza sociale che, tra le altre cose, permette loro di accedere gratuitamente alle cure mediche (l’acronimo greco è Amka).

Lo scorso luglio il ministero del Lavoro ha annullato la circolare che disciplinava l’attribuzione dell’Amka alle persone di nazionalità non greca.

A ottobre è stata annunciata una nuova circolare che ha regolato la situazione dei rifugiati con status riconosciuto ma ha solo rimandato il problema per richiedenti asilo e minori stranieri figli di migranti irregolari, disponendo che nel loro caso sarebbe stata emessa una nuova circolare.

La nuova legge sull’asilo, entrata in vigore un mese dopo, dispone che i richiedenti asilo possano avere accesso alle cure mediche gratuite attraverso un “numero temporaneo di assicurazione medica” (Paaypa).

Ma, viene precisato, a questo documento hanno diritto solo coloro che hanno completato la registrazione della loro domanda d’asilo. In altre parole, i richiedenti asilo la cui procedura non è stata completata non hanno diritto alla Paaypa. Inoltre, per diventare operativa, il sistema Paaypa necessita dell’adozione di una decisione inter-ministeriale, tuttora pendente.

Per i bambini figli di migranti in condizione di irregolarità non è stara proposta alcuna soluzione alternativa.

Considerando il numero dei richiedenti asilo bloccati sulle isole greche – ne sono arrivati 50.000 solo nella seconda metà dello scorso anno – e la lentezza delle procedure (largamente frutto dell’accordo tra Unione europea e Turchia del marzo 2016), il diritto alla salute per decine di migliaia di persone che si trovano in Grecia, tra cui molti minori, è compromesso.

Le direzioni di alcuni ospedali pubblici di Atene e alcuni medici nel servizio sanitario pubblico hanno mostrato grande sensibilità nel ricoverare richiedenti asilo colpiti da tumori o dall’Hiv che non avevano l’Amka (e ovviamente neanche la Paaypa).

Ma la generosità e l’umanità non possono risolvere le carenze legislative.

Le strutture mediche private, come quelle di Medici senza frontiere nella capitale messe a dura prova dall’elevato numero di pazienti, hanno registrato a novembre un repentino aumento del numero di persone prive di Amka, ormai quasi la metà di quelle che si rivolgono al suo centro di Atene.

Un’altra organizzazione non governativa locale, Voce positiva, ha sollecitato le autorità greche a fornire farmaci retrovirali gratuiti ai cittadini non-greci, denunciando che “nei primi 10 mesi del 2019 il 43 per cento delle nuove diagnosi di Hiv ha riguardato migranti e rifugiati” e che i centri per malattie infettive non sono in grado di assistere pazienti privi di Amka.

Sul piano istituzionale, il difensore civico della Grecia ha espresso la sua preoccupazione. Lo stesso commissario dell’Unione europea per “la promozione del nostro stile di vita europeo” ha chiesto che sia trovata una soluzione. Che tuttavia, ancora non c’è.

C’è invece un appello di Amnesty International per sollecitarla.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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