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Governo in crisi: Tremonti minaccia la Casta?

Come se non bastasse la sconcezza di un esecutivo, unico nel suo genere per ostinata spudoratezza nel persistere e resistere imperterrito, ancora una volta sentiamo parlare di crisi di governo in funzione della manovra fiscale Tremontiana che tanto allibisce nella scelta dei tagli ai privilegiati.

Non si placa la tarantella politica che ormai da mesi e mesi saltella sul filo dell’abisso nell’inutile tentativo di restare in equilibrio. Il Governo funambulo, il cui Premier sostiene con la solita vacua nenia all’insegna del “Siamo coesi, andremo avanti fino a fine legislatura” è invece impegnato a dribblare vergogne nazionali in odore di bordelli per il Sultano, contro emergenza leghista al sapor di monnezza, proteste a tappeto anti tav, scandalose rivelazioni della casta P4 con relative dimissioni di massimi esponenti, e via dicendo.

Come se non bastasse la sconcezza di un esecutivo, unico nel suo genere per ostinata spudoratezza nel persistere e resistere imperterrito, nonostante il buon senso imporrebbe la resa, ancora una volta sentiamo parlare di crisi di governo in funzione della manovra fiscale presentata dal ministro Tremonti, che tanto allibisce nella scelta dei tagli ai privilegiati (sono anni che noi umani lo pretendiamo, ora che si vede alle strette si ricorda di ridurre le spese esorbitanti dei big politici?). A ventilare il pericolo di caduta è lo stesso Bossi, in riunione al vertice di una maggioranza spaccata da elementi come il ministro Rotondi che vorrebbe invece coccolare la casta, tenersela da conto, mantenere i superaccessori, giacché le primarie non interessano a nessuno schieramento e perciò si resterà incollati allo scranno. Come a dire: pensiamo a noi, che ci frega se l’Italia va in malora?, tanto senza votazione continueremo a essere lautamente stipendiati ancora a lungo.

Non possiamo dargli l’aumento, ma almeno coccoliamoli, rassicuriamoli, non rompiamogli le palle se vogliamo arrivare al termine della legislatura. E nel frattempo cerchiamo di farci dimenticare. Perché, inutile negarlo, la gente ormai ci detesta. Più impopolari di così. Il deputato oggi è uno sputtanato che va per la pagnotta, questo è il giudizio che ci siamo cuciti addosso, per merito dei comici, delle trasmissioni tv”, secondo Rotondi. Non per merito dei parlamentari.

Per merito dei comici, delle trasmissioni tv? Infatti, è proprio questa politica circense, guidata dal Clown de Le Grand Bordel, rinomato in tutto il mondo, invischiato in festini, prostituzione, corruzione e chi più ne ha più ne metta, ad avere il merito del ridicolo sfacelo in cui versiamo. E se un ministro dichiara apertamente di voler solo salvare il salvabile, è l’assurdo che ormai degenera. Alla luce del sole. E poi non dovrebbe venirci l’orticaria, a sentire simili interessati, assolutamente di parte, opportunisti sproloqui, finalizzati solo a salvare i privilegi dei parlamentari?

Sopportare tanta arroganza e tracotanza, mentre noi, cittadini qualsiasi, lottiamo per un posto in ospedale che non ha farmaci da somministrare e ti costringe a comprarli, se ti vuoi curare; che sopravviviamo con una pensione sociale da fame, con un lavoro precario umiliante, costretti a sbarcare il lunario  nel malessere diffuso che ormai annusi in ogni angolo sociale, è veramente insostenibile. Va fatta tabula rasa, azzeramento completo di una classe politica zozza, corrotta.

Oltre ogni limite della decenza.

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